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Fine vita: Liguria tra le regioni più attive nella raccolta firme

Fine vita: Liguria tra le regioni più attive nella raccolta firme
Un incontro a Genova, in Regione, sulla proposta di legge in questione

Eutanasia legale: depositate in Senato oltre 74.000 firme raccolte dall’Associazione Luca Coscioni

Martedì mattina l’Associazione Luca Coscioni ha depositato al Senato 74.039 firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia attiva e garantire il diritto alla libertà di scelta sul fine vita. Di queste, ben 57.000 sono state raccolte online in sole due settimane, mentre 17.039 sono state raccolte fisicamente ai tavoli allestiti in tutta Italia da centinaia di attivisti.

La Liguria sesta in Italia per firme raccolte in rapporto alla popolazione

Con una media di una firma ogni 706 abitanti, la Liguria si posiziona sesta tra le regioni italiane più virtuose nella raccolta firme. La classifica è guidata dal Friuli Venezia Giulia (una firma ogni 500 abitanti), seguito da Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Liguria, Sardegna, Lazio, Veneto e Valle d’Aosta. Un dato significativo che conferma l’attenzione e la sensibilità dei cittadini liguri verso i temi legati alla libertà di scelta individuale.

Cosa prevede la proposta di legge sull’eutanasia attiva

Il testo depositato in Parlamento propone di regolamentare in modo chiaro le condizioni per poter richiedere l’assistenza medica alla morte volontaria, estendendo i diritti oggi sanciti dalla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (caso Cappato-Dj Fabo). L’obiettivo è superare l’attuale discriminazione tra chi è dipendente da trattamenti salvavita e chi non lo è, includendo anche le persone che, a causa della patologia, non possono autosomministrarsi il farmaco letale.

Per accedere alla procedura, la persona deve essere:

  • Pienamente capace di intendere e volere,
  • Affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta a breve termine,
  • In condizioni di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili.

Procedure rapide, sanità pubblica coinvolta e adesione volontaria dei medici

La proposta prevede che il Servizio Sanitario Nazionale si faccia carico dell’intero iter, con conclusione delle verifiche entro 30 giorni dalla richiesta. La partecipazione del personale medico sarà su base volontaria, nel rispetto dell’obiezione di coscienza.

Gallo e Cappato: “Una legge per difendere i diritti conquistati”

“Da oggi i parlamentari italiani avranno sul tavolo un testo che estende e consolida i diritti ottenuti finora attraverso le disobbedienze civili e le sentenze giudiziarie” – dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “È una proposta di legge aperta a tutti i partiti, un’alternativa concreta alla visione restrittiva del Governo”.

La proposta del Governo: un freno alla libertà di scelta sul fine vita

In contrasto con la proposta dell’Associazione Luca Coscioni, la legge avanzata dal Governo tende a limitare drasticamente le possibilità di accesso alla morte volontaria assistita, escludendo numerose categorie di pazienti e burocratizzando l’intero iter. Le decisioni verrebbero demandate a un organo di nomina governativa e alla magistratura, escludendo il Servizio Sanitario Nazionale e riducendo la tutela dei diritti dei malati terminali.

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