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Monte Fasce, a due passi da casa un tesoro di biodiversità

Monte Fasce, a due passi da casa un tesoro di biodiversità
Monte Fasce, a due passi da casa un tesoro di biodiversità

Monte Fasce, a due passi da casa un tesoro di biodiversità e cultura da conoscere e tutelare nella nostra Genova 

Monte Fasce, a due passi da casa un tesoro di biodiversità, presentato martedì 13 maggio ai cittadini lo studio per il Piano di Tutela e Gestione.

Il Monte Fasce, a pochi passi dal centro urbano, è una delle aree verdi più preziose del territorio. La Città Metropolitana di Genova, in qualità di Ente gestore della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT1331718, sta lavorando al Piano di Gestione per tutelare habitat naturali, fauna e flora, promuovendo una fruizione consapevole e rispettosa.

Si è tenuto martedì 13 maggio 2025, presso il salone del Consiglio Metropolitano di Genova a Palazzo Doria Spinola, un primo incontro pubblico per presentare i risultati dei monitoraggi e degli studi in corso e l’alto valore ambientale, storico e culturale dell’area. Seguiranno altre iniziative aperte alla cittadinanza.

Il Piano di Gestione del Monte Fasce, che viene realizzato nell’ambito del progetto MAGIC (Monte Fasce Area for Green Initiatives and Conservation) finanziato dal PNRR (*), riguarda un’area che si estende per 1.165 ettari, sviluppandosi sui primi rilievi che si elevano rapidamente dalla costa del Levante genovese, nei pressi dei quartieri di Nervi, Quinto al Mare, Sant’Ilario e Apparizione, raggiungendo la quota massima di circa 834 metri sul livello del mare.

Questa zona è protetta a livello europeo come parte della rete Natura 2000. È stata riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione per tutelare ambienti naturali e specie preziose. Il riconoscimento ufficiale è arrivato nel 2017 con un decreto ministeriale.

Il Piano di Gestione del Monte Fasce intende proporre un approccio responsabile per contribuire alla conservazione della biodiversità e del paesaggio, arricchendo l’esperienza di visita e permettendo di apprezzare appieno la bellezza e il valore di quest’area.

Una gestione attenta e condivisa con tutti soggetti che agiscono sull’area, che può generare nuove opportunità economiche legate alla valorizzazione delle risorse naturali e culturali, alle produzioni locali e a un turismo outdoor sostenibile, aprendo la strada a un futuro di presidio attivo e di cura del territorio.

Monte Fasce: un mosaico di paesaggi e habitat naturali

Il territorio del Monte Fasce presenta un paesaggio vario e suggestivo.

Geologicamente, si sviluppa su un substrato calcareo-marnoso appartenente alle formazioni di Montoggio e del Monte Antola. Sono evidenti strutture tettoniche, pieghe e affioramenti rocciosi, in particolare a est del Monte Bastia e lungo i versanti meridionali della valle del torrente Nervi, visibili anche dalla città e dall’autostrada. La geomorfologia è caratterizzata da versanti ripidi e aree con forme a terrazzo. L’intera area è soggetta a vincolo idrogeologico, con misure specifiche per prevenire dissesti e conservare gli ecosistemi naturali.

La copertura del suolo è storicamente dominata da ampie aree prative, un tempo utilizzate per il pascolo, che rappresentano oltre il 65% del territorio. Alcune di queste praterie, sono di grande valore naturalistico, estremamente ricche di specie, incluse molte con valore patrimoniale come le orchidee.

Accanto alle praterie, si trovano aree boscate, soprattutto sui versanti settentrionali e nella valle del Torrente Nervi. Nel contesto del Piano di Gestione sono stati identificati diversi habitat forestali di interesse comunitario, tra cui boschi di quercia bianca, castagneti, leccete e pinete. Alcuni habitat mostrano un trend di riduzione delle superfici rispetto ai dati precedenti, in parte dovuto all’evoluzione naturale delle aree prative verso formazioni arbustive dovute al ridursi dell’attività pascoliva.

L’idrografia è caratterizzata da un reticolo ben sviluppato, con il torrente Nervi e i suoi affluenti (Rio Pomà, Rio Bagnara, Rio San Pietro), e una porzione del bacino del Torrente Sturla. Questi corsi d’acqua, spesso incassati in versanti ripidi, presentano cascatelle e “laghetti” molto noti e apprezzati per la loro bellezza. Sono stati identificati habitat acquatici e palustri di interesse comunitario.

L’area include anche 9 grotte che sono considerate in buono stato di conservazione.

Biodiversità da proteggere: flora e fauna del Monte Fasce

La ricchezza naturalistica del Monte Fasce si riflette nella sua elevata biodiversità. La flora censita nel sito comprende 412 specie vegetali, di cui circa il 16% sono considerate di particolare interesse conservazionistico.

La fauna del sito è altrettanto rilevante. Indagini recenti hanno aggiornato le conoscenze preesistenti. Sono state censite 171 specie di invertebrati, 17 specie tra anfibi e rettili, 64 specie di uccelli, e 23 specie di mammiferi.

Tra le specie più significative per la conservazione, molte delle quali incluse negli allegati delle Direttive europee “Habitat” e “Uccelli”, sono state identificate alcune specie target: il geotritone Speleomantes strinatii, specie legata alle grotte, protetta a livello europeo e regionale; il lupo, specie di interesse comunitario; il ferro di cavallo maggiore, un pipistrello che utilizza alcune grotte e vecchi edifici come rifugi, il succiacapre, un uccello notturno che utilizza gli ambienti aperti con boschi radi e brughiere per nidificare e alimentarsi, la magnanina comune, un piccolo passeriforme la cui presenza come stanziale e nidificante è stata confermata e l’aquila reale, rapace la cui sua frequentazione dell’area è stata documentata.

La presenza di queste e molte altre specie evidenzia l’importanza del Monte Fasce come luogo di biodiversità in un contesto periurbano.

Tracce di storia e cultura nel paesaggio

Oltre al suo grande valore naturale, l’area del Monte Fasce conserva preziose testimonianze del passato e della presenza umana che, nel corso dei secoli, ha modellato il paesaggio.

Si trovano ancora oggi antichi mulini, frantoi, canalizzazioni e vasche per la raccolta dell’acqua, insieme a ruderi seicenteschi come quelli di Lumarzo e Molinetti, piccole chiese rurali e strutture di interesse storico.