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Previsto presidio davanti al carcere di Marassi per Hannoun: Libertà per tutti gli arrestati

Previsto presidio davanti al carcere di Marassi per Hannoun: Libertà per tutti gli arrestati
Previsto presidio davanti al carcere di Marassi per Hannoun

A Genova manifestazione annunciata alle 18 per chiedere la liberazione delle persone coinvolte nell’operazione “Domino”

È previsto per oggi, davanti al carcere di Marassi, un presidio solidale a sostegno delle persone arrestate nell’ambito dell’Operazione “Domino”, l’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova. L’appuntamento è fissato per le ore 18, come indicato in un volantino che sta circolando sui social network e che invita a partecipare con lo slogan: “Libertà per tutti gli arrestati”.

L’iniziativa nasce in solidarietà con le persone finite in custodia cautelare nei giorni scorsi, tra cui Mohammed Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi d’Italia, arrestato insieme ad altre otto persone con l’accusa di aver finanziato Hamas attraverso una rete di associazioni benefiche.

Il presidio annunciato sui social e le motivazioni

Secondo quanto riportato nel materiale diffuso online, il presidio è promosso da associazioni e singoli cittadini che chiedono la liberazione immediata degli arrestati e contestano l’operazione giudiziaria. Nel messaggio si legge che l’iniziativa intende denunciare quella che viene definita come una “grave operazione repressiva”, sostenendo che l’azione giudiziaria avrebbe come obiettivo quello di colpire realtà e attivisti considerati vicini alla causa palestinese.

Nel testo diffuso sui social si afferma inoltre: «Lo scopo di questa ennesima grave operazione repressiva è chiaro anche grazie all’enorme enfasi data dal governo e dai rappresentanti politici locali di Genova, scatenare un’offensiva più generale contro tutte le realtà e tutti gli attivisti cosiddetti “ProPal” dalla propaganda di regime».

L’operazione Domino e le misure cautelari

Il blitz delle forze dell’ordine è scattato nella mattinata di sabato, partendo da Genova, sulla base di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo ligure. Il provvedimento ha disposto misure cautelari nei confronti di nove persone, accusate a vario titolo di aver finanziato Hamas, e ha coinvolto tre associazioni.

Secondo quanto comunicato dagli inquirenti, l’indagine ha portato all’esecuzione di 17 perquisizioni personali e locali, effettuate non solo a Genova ma anche in altre città italiane, tra cui Torino, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza Brianza, Lodi e Sassuolo, in provincia di Modena. Tra i luoghi perquisiti figurano anche le sedi dell’ABSPP presenti a Genova, Milano e Roma.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, ipotizza l’esistenza di un sistema di raccolta e trasferimento di fondi destinati a organizzazioni terroristiche, con un volume economico stimato in diversi milioni di euro.

Il contesto della mobilitazione

Il presidio davanti al carcere di Marassi si inserisce in un clima di forte tensione e dibattito pubblico, che accompagna l’inchiesta giudiziaria fin dalle prime ore. Gli organizzatori ribadiscono la volontà di manifestare pacificamente per chiedere la liberazione degli arrestati e denunciare quella che definiscono una criminalizzazione dell’attivismo politico e solidale legato alla causa palestinese.

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