L’introduzione dei cosiddetti ETS, ovvero degli Enti del Terzo Settore, è stata fatta in maniera graduale e in un panorama di forte fermento dal punto di vista sociale e normativo.
Parliamo di un percorso che parte da lontano e che ha trovato particolare fulcro e stabilizzazione a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Legge Delega 106/2016, la quale ha sancito la Riforma del Terzo Settore.
L’istituzione degli ETS ha permesso di semplificare la concettualizzazione nonché la stessa identificazione di quelle organizzazioni che si trovano sotto quel variegato ombrello che è appunto l’associazionismo, incluse le associazioni no profit, le quali altro non sono che un particolare tipo di ETS.
Il cambiamento più rilevante della riforma è stato l’obbligo di iscrizione, per quanti detengono le caratteristiche di ETS, al RUNTS (termine che sta per Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).
Si tratta di una novità di particolare rilevanza e attualità, la quale ha fatto segnare la necessità di adottare gli opportuni strumenti informatici.
L’utilizzo di programmi come Word oppure Excel non è infatti più sufficiente. La cosa migliore è dotarsi di un software per la gestione di associazioni no profit ed Enti del Terzo Settore, concepito appositamente per le realtà che fanno parte del Terzo Settore, in grado di offrire un supporto adeguato sotto molteplici punti di vista.
Quali sono, oltre le associazioni no profit, le realtà che fanno parte degli ETS
Come accennato poc’anzi, l’associazionismo è un mondo di per sé variegato ed eterogeneo ed è stata proprio questa ragione che ha portato la voglia e la necessità di riformare, nell’intento di fare chiarezza.
Quali sono le realtà che presentano caratteristiche idonee a essere catalogate come Enti del Terzo Settore? Si tratta sostanzialmente di:
- associazioni no profit;
- ODV, ovvero organizzazioni di volontariato;
- fondazioni e APS, ovvero Associazioni di Promozione Sociale;
- imprese sociali, cooperative, società di mutuo soccorso ed enti di filantropia;
- enti privati con altre peculiarità, alcuni enti religiosi e reti associative.
L’introduzione del RUNTS e più in generale della Riforma del Terzo Settore ha uniformato procedure e adempimenti burocratici. La documentazione però deve essere precisa: un aspetto su cui, insieme a un’organizzazione ben strutturata, sono ancora indietro la maggior parte delle organizzazioni del Belpaese.
I plus di un software per la gestione di associazioni no profit ed enti del terzo settore
Un programma predisposto appositamente per la gestione degli ETS, inclusa una tipologia particolarmente diffusa quale quella delle associazioni no profit, si rivela l’ideale per qualsiasi organizzazione che possa essere considerata a tutti gli effetti un Ente del Terzo Settore.
Consente di elaborare dati precisi e affidabili, così da garantire un modo proficuo di interfacciarsi con le autorità competenti nonché un’implementazione dell’efficienza interna.
Viene infatti assicurata una gestione completa dei vari aspetti, a fronte di un supporto che interviene a 360°, consentendo di estrarre le anagrafiche e alcune informazioni specifiche, così da avere tutto sotto controllo.
Questi software dedicati sono particolarmente intuitivi da adoperare: un plus di non poco conto visto il livello di informatizzazione non sempre eccelso che presentano i volontari delle varie associazioni.