Un nuovo bando per tutelare il paesaggio delle Cinque Terre
Il Parco nazionale delle Cinque Terre ha approvato un nuovo bando da 800mila euro destinato al recupero degli antichi muretti a secco e dei terrazzamenti, elementi simbolo dell’identità agricola e culturale del territorio. Si tratta di un intervento che punta non solo alla conservazione del paesaggio, ma anche alla salvaguardia dell’agricoltura locale, da sempre legata a queste strutture uniche.
Le novità introdotte: finanziamenti anche ai terrazzamenti non coltivati
La misura, frutto di un percorso di confronto con gli agricoltori, presenta importanti novità. Per la prima volta sarà possibile finanziare la ricostruzione di muretti crollati anche a sostegno di terrazzamenti non coltivati, così da favorire il recupero di aree abbandonate e riportare in vita superfici che oggi rischiano di andare perdute.
Beneficiari e durata del bando
Il bando è rivolto a proprietari, imprese agricole e conduttori di terreni. Rispetto al passato, la durata del sostegno è stata estesa da sei mesi a un anno dall’ammissione al contributo, offrendo tempi più realistici per la programmazione e l’esecuzione dei lavori. Sono inoltre ammessi i contributi anche per muri già ricostruiti nello stesso periodo, purché accompagnati da adeguata documentazione.
Sostegni mirati per le imprese agricole
Un’attenzione particolare è riservata alle imprese agricole: il nuovo bando introduce infatti contributi calibrati sull’effettiva estensione delle superfici coltivate a terrazze, sostenendo chi mantiene viva un’agricoltura complessa e fragile, caratterizzata da rese limitate, costi elevati e impossibilità di meccanizzare le lavorazioni.
Le parole del presidente del Parco
«Abbiamo voluto costruire una misura efficace e puntuale, ascoltando direttamente chi lavora ogni giorno tra i terrazzamenti – ha dichiarato il presidente del Parco, Lorenzo Viviani –. Le novità introdotte, con più risorse e maggiori possibilità di intervento, nascono dal confronto con gli agricoltori. L’agricoltura delle Cinque Terre è fragile, ma ha un valore che va oltre l’aspetto economico: è un bene di pubblica utilità, essenziale per mantenere vivi i terrazzamenti, garantire la stabilità dei versanti e custodire un paesaggio che appartiene a tutti».
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