“Le periferie urbane rappresentano spesso il punto di maggior criticità nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Se supportate adeguatamente con politiche pubbliche efficaci, sono aree in grado di offrire grandi potenzialità di rilancio e coesione ed è questo l’impegno che ci prefiggiamo come M5S: puntiamo convintamente su sicurezza urbana e legalità, riqualificazione degli spazi pubblici, presidi sociali e culturali, progetti inclusivi e buone pratiche sperimentate in altre città italiane”.
Lo hanno dichiarato i relatori all’evento “Sicurezza e periferie” che si è tenuto ieri sera al Centro civico Buranello a Sampierdarena: il presidente uscente del Centro Ovest e ricandidato alla presidenza del Municipio per la coalizione progressista Michele Colnaghi, il deputato e referente regionale del M5S Roberto Traversi e il capogruppo regionale Stefano Giordano.
Al tavolo, con la capolista M5S alle Comunali di Genova Tiziana Beghin, il deputato pentastellato e membro della Commissione parlamentare d’inchiesta su sicurezza e periferie Antonino Iaria, Salvatore Sandro Toma, già primario ospedaliero ed esperto in fragilità sociali e sanità territoriale.
Sono inoltre intervenuti il Segretario nazionale del Sindacato italiano appartenenti Polizia (SIAP) Roberto Traverso e l’insegnante e pedagogista che opera sul territorio Sara Bacicalupo.
“La sicurezza non si conquista con l’azione repressiva – ha esordito Beghin – in questi anni, a Genova, abbiamo invece assistito a slogan elettorali e governativi supportati da una postura discriminatoria che il più delle volte punta il dito sugli immigrati da rimpatriare.
Ma non è così che si lavora per la sicurezza, e vale tanto in Centro quanto nei territori periferici.
La mancata corrispondenza tra sicurezza percepita e sicurezza reale è un fenomeno che la nostra città conosce purtroppo bene e in questo, nonostante le promesse, la destra ha fallito clamorosamente.
A pagare il conto, la qualità della vita dei cittadini, che non si sentono sicuri e patiscono dunque una forte limitazione alla libertà personale perché chi governa la città non garantisce loro i presidi del caso. I quartieri abbandonati dall’amministrazione centrale sono purtroppo quelli periferici.
Come M5S, vogliamo invertire questa tendenza. Vogliamo che le persone possano fruire nuovamente degli spazi in cui vivono. Accanto a mancata illuminazione e alla scarsità di presidi e mezzi pubblici notturni, segnalo che a impoverire il tessuto urbano e far crescere i fenomeni ghettizzanti concorrono anche degrado, assenza di riqualificazione degli spazi comuni e abbandono scolastico. Serve una reale sinergia tra Comune, municipi (ai quali dobbiamo restituire centralità) e associazioni”.
“La sicurezza non si costruisce soltanto attraverso il presidio del territorio o l’azione repressiva, ma soprattutto attraverso la cura dei luoghi e delle comunità – ha dichiarato Iaria – sul piano locale e quotidiano, servono azioni concrete e capillari nei quartieri, spesso promosse in collaborazione con associazioni, comitati di cittadini e reti di prossimità.
Queste iniziative devono puntare a recuperare gli spazi pubblici, renderli luoghi vissuti, di socialità, cultura, sport e inclusione, perché è proprio lì che si gioca la partita contro l’abbandono, il degrado e la criminalità. Trasformare una piazza, un giardino, un edificio inutilizzato in un presidio sociale significa restituire dignità ai territori e rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini.
Accanto a questi interventi, serve anzi urge un’azione strutturale e sistemica da parte delle istituzioni, attraverso macro-interventi. Vale a dire un impegno programmatico e continuo a livello nazionale per stabilire risorse economiche certe, durature e ben distribuite, che possano arrivare fino agli enti locali, ai comuni e ai municipi. Solo così è possibile sostenere i territori più fragili e garantire pari opportunità in termini di servizi, infrastrutture, educazione e cultura.
La chiave per un cambiamento tangibile? Una comunità che si prende cura del proprio spazio, sostenuta da uno Stato presente e competente, per trasformare anche i quartieri più difficili in luoghi vivi, sicuri e pieni di opportunità. La sicurezza nasce dalla partecipazione e dalla dignità. Dove le persone si sentono parte di una comunità, dove c’è ascolto e attenzione, non attecchiscono né il degrado né la criminalità. Servono piccoli progetti concreti, che funzionano e che possiamo replicare ovunque”.
Sul tema è intervenuto anche il senatore M5S Luca Pirondini, che nei giorni scorsi ha rilanciato la proposta del SIAP: “Genova ha bisogno di affrontare il problema della sicurezza urbana in modo serio, strutturale e analitico, abbandonando le solite ricette improvvisate, fintamente muscolari e inconcludenti che la destra ciclicamente propone in tutta Italia.
La sicurezza è un diritto di ogni cittadino, garantirla è un dovere di chiunque governi o amministri, tutti devono poter vivere e muoversi in serenità, degrado e criminalità devono essere combattuti in modo mirato e conoscendo le esatte dinamiche della delinquenza.
L’approccio corretto è, ad esempio, quello del sindacato di Polizia Siap che propone l’istituzione degli Osservatori della Sicurezza Urbana all’interno dei municipi genovesi.
Questi terminali di ascolto e analisi potrebbero raccogliere informazioni dettagliate tramite le quali le istituzioni potrebbero organizzare gli interventi mirati. Basta con gli slogan e le soluzioni sommarie, servono presidi e conoscenza affinché lo Stato si riprenda gli spazi che la criminalità si è presa”.