“Sono la sindaca di una grande città, non certo una categoria da proteggere, ma ogni giorno sulle mie pagine dei social network ho uomini che mi insultano, da profili con nomi, cognomi e magari foto profilo con i bambini in braccio, e trovano normale scrivermi ‘sei una puttana’, perché a una donna si dice ‘sei una puttana’ non ‘sei un’incapace’.
Trovano normale invitare me, la sindaca di Genova, ‘a prendere del belino’ o trovano normale commentare ‘si vede che suona il flauto’ sotto una notizia legata al Teatro Carlo Felice.
Così come è stato normale durante la campagna elettorale usare le mie foto in bikini.
Bene se pensate che in questa società non serva un’educazione sessuale e affettiva siete molto lontani dalla realtà”.
Lo ha dichiarato oggi in consiglio comunale la sindaca Silvia Salis, intervenendo al termine della discussione su un documento presentato da Avs a difesa dell’educazione sessuale nelle scuole e contro l’emendamento della Lega al disegno di legge in materia di consenso informato in ambito scolastico, che di fatto vieterebbe di trattare anche la teoria gender nelle scuole.
Silvia Salis ha ricordato che un anno fa, quando al governo in Comune a Genova c’era il centrodestra, era stata approvata una mozione a sostegno dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole e che, in “un mondo ipersessualizzato e dove i femminicidi aumentano” l’educazione sessuale e affettiva “con personale formato nei centri antiviolenza, è necessaria, la violenza non è solo fisica, ma anche verbale”.
Durante la discussione dell’interrogazione in aula, prima della sindaca Salis sono intervenuti anche esponenti del centrodestra.
“Questo tema – ha spiegato il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi – non può essere oggetto di strumentalizzazione politica o di propaganda contro il Governo Meloni.
Dire che la mancanza di educazione sessuale nelle scuole è la causa principale dei femminicidi è riduttiva e non trova conforto nella letteratura scientifica.
Il ruolo della scuola è importante ma serve responsabilizzare le famiglie nell’accompagnamento dei giovani nella crescita affettiva, se si parla di educazione sessuo-affettiva nelle scuole bisogna chiedersi, con quali contenuti? Con quali formatori? Al centro deve esserci innanzitutto la centralità della figura umana”.
Becchi a Salis: dirle ‘puttana’ sui social non c’entra nulla con l’educazione sessuale


















































