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Illegalità e abusivi: la Lega vuole censimento dettagliato case popolari

Illegalità e abusivi: la Lega vuole censimento dettagliato case popolari
Illegalità e abusivi: la Lega vuole censimento dettagliato case popolari straordinario

«Il caso del presunto jihadista arrestato qualche giorno fa a Genova deve fare riflettere sulla stringente necessità di un censimento dettagliato e completo di tutti gli occupanti abusivi degli immobili di edilizia pubblica del Comune di Genova. Purtroppo è un problema che da anni si trascina con il beneplacito delle giunte comunali di sinistra che hanno chiuso gli occhi davanti a questa piaga non solo di tipo sociale, ma anche di ordine pubblico».

Lo ha dichiarato oggi il consigliere comunale e presidente della Commissione “Welfare” Fabio Ariotti (Lega) che da diversi anni segue la situazione dell’occupazione abusiva degli immobili di edilizia residenziale pubblica.

In tal senso, ieri la giunta regionale aveva annunciato l’attivazione di un numero verde anti abusivi 800282191.

«Parliamo di 4mila appartamenti – ha aggiunto Ariotti – di cui una parte, a causa di una carenza cronica di manutenzione e carenza nei controlli, è oggetto di occupazione abusiva, in prevalenza da parte di immigrati irregolari.

Pensiamo non sia più procrastinabile un’azione forte di ripristino della legalità, in collaborazione con le forze dell’ordine ed eventualmente facendo ricorso alle pattuglie dell’Esercito appartenenti al progetto Strade Sicure.

Bisogna evitare e prevenire che si arrivi a situazioni come quella di via dei Pescatori, dove un potenziale terrorista è stato arrestato, o ancora le problematiche rilevate di via Sbarbaro a Begato e a San Quirico.

Il diritto alla casa è un diritto per tutti, certo, però chiediamo che nelle assegnazioni degli alloggi popolari venga data priorità agli italiani: una richiesta che già la Lega aveva fatto e che era stata approvata da Regione Liguria, ma che è stata poi bloccata dal Governo.

Le famiglie genovesi, gli italiani e gli immigrati regolari che da più anni pagano normalmente le tasse non possono essere penalizzati e i residenti dei nostri quartieri popolari non devono continuare a essere ostaggio di sacche di illegalità».

Chiavari: Capodanno 2018 con i Pirati dei Caruggi

Chiavari: Capodanno 2018 con i Pirati dei Caruggi
Pirati dei Caruggi

Con il Capodanno 2018, il comune di Chiavari ha organizzato due eventi pubblici gratuiti per rallegrare i cittadini nella notte di San Silvestro. Si incomincia alle ore 22.30 in Piazza Mazzini con I Pirati dei Caruggi, quartetto comico

formato da Enrique Balbontin, Andrea Ceccon, Fabrizio Casalino e Alessandro Bianchi, che darà vita ad uno spettacolo di gag e monologhi, caratterizzato da un’ironia tipicamente ligure.

Sarà una serata imperdibile all’insegna dell’umorismo che terminerà con un countdown proiettato sul Palazzo della Cittadella, il tutto accompagnato dopo la mezzanotte da un Open Air Disco del DJ Max Carapellese.

Al Porto Turistico Amm. Gatti dalle ore 22 si esibirà la famosa Orchestra Franco Bagutti, che presenterà uno spettacolo coinvolgente ripercorrendo i più grandi successi musicali della band, a partire dagli anni ’50 ad oggi, con un occhio di riguardo per la musica italiana.

Sarà uno spettacolo sia per gli amanti del ballo liscio sia per un pubblico più giovane, grazie a revival e hit del momento. L’amministrazione comunale offrirà a mezzanotte panettone e spumante sia in piazza Mazzini che al Porto.

Infine, dalle ore 00.30 appuntamento in Piazza San Giacomo di Rupinaro con la tradizionale Zabaionata organizzata dagli Ommi de Ruinà. ABov

Sindaco Bagnasco denuncia Solari (M5S) ma pm chiede archiviazione

Sindaco Bagnasco denuncia Solari (M5S) ma pm chiede archiviazione
Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo (foto di repertorio)

“Qualcuno mi ha detto che a Tonnego le primule nascono tutto l’anno…poi vengono raccolte in mazzette”.

E’ la sostanza della dichiarazione fatta dal consigliere comunale di Rapallo Federico Solari (M5S) sul sito di stoccaggio a Tonnego il 5 settembre 2016, durante un consiglio comunale di fuoco.

Attacchi e contro attacchi. Battibecchi e, secondo la giunta Bagnasco, anche delle insinuazioni e offese di possibile rilevanza penale. Al punto che era stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova.

Il caso era quindi finito sul tavolo dei pm genovesi, che però nei giorni scorsi hanno chiesto l’archiviazione nei confronti del consigliere pentastellato richiamandosi al legittimo diritto di critica, soprattutto nel contesto politico tra opposizione e maggioranza di governo di un’amministrazione pubblica.

“Giustizia è fatta!!!” ha esultato stamane il consigliere comunale del M5S su Facebook.

Il sindaco Carlo Bagnasco ieri ha spiegato che nel merito della vicenda vi era poi stato un chiarimento con il consigliere di minoranza alla presenza del segretario comunale. E’ quindi da escludere l’eventuale opposizione del Comune alla richiesta di archiviazione del pm.

Federico Solari, che per talune dichiarazioni aveva già subito altri procedimenti, sempre archiviati, ha comunque criticato la scelta dell’amministrazione comunale di denunciarlo chiedendosi se fosse il caso di spendere dei soldi pubblici per l’esposto nei suoi confronti.

Sui presunti abusi nella gestione della raccolta differenziata e sulla situazione nel sito di stoccaggio a Tonnego, il M5S, con il consigliere comunale Solari e il capogruppo regionale Fabio Tosi, in passato aveva già presentato un esposto in procura e la giunta Bagnasco aveva replicato promettendo ulteriori verifiche sul sito della discarica rapallese.

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Incrocio corso Torino, scontro tra ambulanza 118 e Vespa

Incrocio corso Torino, scontro tra ambulanza 118 e Vespa
Incrocio corso Torino, scontro tra ambulanza 118 e Vespa

Grave incidente, poco prima di mezzogiorno di oggi, all’incrocio tra corso Torino e via Tolemaide. La collisione è avvenuta tra una Vespa Px di coloro rosso ed un’ambulanza del 118 Anpas.

Ad avere la peggio sono stati il conducente 75enne e la passeggera 80enne dello scooter.

L’ambulanza proveniva da corso Gastaldi, mentre la vespa con marito e moglie usciva dalla galleria da corso Sardegna.

La vespa ha urtato la parte anteriore destra dell’ambulanza e la coppia di vespisti purtroppo è caduta rovinosamente a terra.

Sul posto sono quindi giunte a sirene accese altre due ambulanze, tra cui una della Croce Gialla, ed un’auto medica. Appena dopo, sono arrivati anche gli agenti della polizia municipale.

Gli anziani genovesi sono stati immediatamente soccorsi dai sanitari della prima ambulanza coinvolta nell’incidente, ma siccome il mezzo di soccorso non poteva muoversi verso l’ospedale a causa dei rilievi del sinistro ancora da compiere, entrambi sono stati trasportati in codice giallo al San Martino con gli altri mezzi intervenuti.

Nessun ferito tra gli occupanti della prima ambulanza.

Savona come Ventimiglia, gruppi migranti all’assalto di auto con donne | Video

Savona come Ventimiglia, gruppi migranti all'assalto di auto con donne
Savona come Ventimiglia, gruppi migranti all'assalto di auto con donne

“Non è possibile ritrovarsi in queste condizioni…Ho dovuto fare 200 mt in retromarcia, via Aurelia, perché me ne sono trovata uno davanti, in mezzo alla strada, che cercava di farsi investire per farmi fermare… Un altro gruppo in arrivo dall’altra parte della strada con i pantaloni tirati giù x espletare in mezzo alla strada e, chiamato il 112, ci comunicano che anche a Vado sta succedendo la stessa cosa!

Penso che sia la prima volta che mi capita personalmente e mi sono veramente spaventata oltre a dire… dove siamo finiti!!! Ps e non credo A chi mi dice che sono tutte trovate dei media o altro che inventano tutto ciò!!! Credetemi che l’ho vissuto in prima persona e mi sono davvero spaventata, ed il video è solo ‘il finale tranquillo’ di tutto questo!!!………”.

E’ la testimonianza, corroborata dal video pubblicato su Facebook, di una cittadina di Savona che intorno alle 23,30 di domenica scorsa in via Nizza, all’altezza del Motel Mirò e del Mare Hotel Savona, è stata costretta a vivere una preoccupante esperienza. Tanta paura, impotenza, indignazione, ma poi per fortuna la donna è riuscita a cavarsela tornando incolume a casa.

Un’altra utente di Facebook ha segnalato che un episodio simile è avvenuto non solo a Vado Ligure, ma pure in centro città: “Tre giorni fa è successo anche a me, in centro, un signore che ha cercato di finire sotto la mia macchina! Pazzesco santo cielo”.

“Ore 23.30 altezza Mare hotel lato motel mirò. Stavo tornando a casa, facendo la via Aurelia – ha aggiunto la testimone – ad un certo punto vedo più avanti una macchina ferma in mezzo alla strada che mette la retromarcia e si accosta sulla destra… Non capivo ma poi ho visto cosa stava succedendo: un ragazzo in mezzo alla strada che camminava verso di me e non si spostava, gli ho abbagliato, suonato il clacson ma niente continuava imperterrito a venire nella mia direzione!

Mi sono spaventata ed ho messo la retromarcia anche io, non sapevo più cosa fare anche xche ero in mezzo alla strada ed il tizio non si fermava, la macchina davanti (fortunatamente c’era un mio amico dentro) fa ancora retromarcia, io colgo occasione che questo tizio si gira e si sposta un attimo e supero il tutto! Tremavo!

Mi affianco alla macchina vedo che è il mio amico, mi tranquillizzo un pochino,chiama il 112 e, nel mentre, il tizio si gira, ci vede fermi e cerca di venirci incontro. Prendo la macchina e vado 100 mt avanti X chiamare soccorsi; A quel punto ho girato il video con altri che arrivavano sul lato opposto della strada… barcollavano e con i pantaloni tirati giù facevano bisogni in mezzo alla strada!”.

 

Lesa maestà Boldrini, citato per danni sindaco Pontinvrea Camiciottoli

Lesa maestà Boldrini, citato per danni sindaco Pontinvrea Camiciottoli
Laura Boldrini

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, per il tramite dei suoi avvocati nei giorni scorsi ha citato per danni il Sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli: “La Terza carica dello Stato vorrebbe negare il diritto di critica e mettere un bavaglio alla libertà di pensiero, sanciti dalla Costituzione, ma noi andiamo avanti e li manderemo tutti a casa”.

“Quando ragioni con il cervello e alzi la testa, la casta trema. La dura reazione di Laura Boldrini alle critiche ricevute dal sottoscritto – ha aggiunto Camiciottoli – appare grave e come minimo surreale, ma fa capire quanto siano state giuste le battaglie che ho portato avanti fino ad oggi. Da quella che mi ha visto rispedire al mittente l’Imu sulla prima casa nel 2012, a quella contro la privatizzazione dell’acqua chiedendo il rispetto del referendum del 2011, contro il Decreto Delrio su fusioni o unioni di Comuni per realizzare inutili nuovi carrozzoni, contro le folli politiche sul business immigrati che hanno creato ulteriore insicurezza e degrado, e tante altre.

La mia frase di commento su fatti gravissimi e inaccettabili, incriminata da vari buonisti e da certi mass media di parte, è stata e rimane, al di là del legittimo giudizio personale che chiunque può dare e che rispetto,  una questione che rientra nell’aspra polemica politica e quindi nel pieno diritto di critica e di libero pensiero. Non è stata certo diretta verso l’Istituzione del Presidente della Camera, che è soprattutto Organo di garanzia (o almeno dovrebbe esserlo) per tutto il Parlamento, quindi i cittadini.

In altre parole, la mia frase polemica era contro la folle politica espressa da un’esponente di un partito, che sovente abbandona il suo alto ruolo istituzionale e in tutti questi anni, peraltro, non ha dimostrato di voler essere imparziale.

Fermo restando che non ho mai voluto offendere la Terza carica dello Stato, né incitare qualcuno a fare alcunché contro il Presidente della Camera, né contro nessun altro, appare indubitabile che nelle mie parole non vi sia stato nessun passaggio lesivo in danno di qualcuno, tanto meno della nostra Istituzione.

Pertanto, l’azione intrapresa dall’Onorevole Boldrini nei miei confronti sembrerebbe un modo antidemocratico ed illiberale di voler mettere a tacere chi non si uniforma a un certo pensiero politico e, per questo motivo, ho dato mandato al mio legale di fiducia, avvocato Marco Mori, di comunicare agli avvocati di controparte che non mi presenterò a nessuna mediazione.

Penso che se qualcuno  crede di far politica in questo modo, contro il sottoscritto o chiunque altro si permetta di avanzare critiche, anche dure, ha sbagliato a capire. Io ho il mandato dei cittadini per difendere e tutelare i loro interessi.

Tutti abbiamo il diritto di critica e di manifestazione del pensiero. Forse, chi oggi si appella al suo ruolo di Terza carica dello Stato dovrebbe ricordarselo. Così come gli italiani dovrebbero ricordare che il Presidente della Camera, tra le altre cose, ha pronunciato le seguenti frasi lesive della nostra sovranità: ‘… Intanto l’Italia è l’Europa.

Oggi ci sono 28 stati membri che hanno 28 legislazioni diverse. Se non si cede sovranità non avremo l’entità politica che vogliamo…’ e ‘…Non possiamo, senza una insopportabile contraddizione,offrire servizi di lusso ai turisti affluenti e poi trattare in modo a volte inaccettabile i migranti…’. Ma questa è un’altra storia, di cui sono sicuro che gli Italiani alle prossime elezioni ne terranno conto”.

Sei personaggi in cerca d’autore alla Corte

Sei personaggi in cerca d’autore alla Corte
Teatro alla Corte

L’angoscia di nascere vivi e di rimanere senza vita

Per capire uno scrittore, un drammaturgo, bisogna conoscere il suo vissuto. Nell’opera di Pirandello le non felici vicende familiari e l’ambiente piccoloborghese, fortemente improntato all’apparenza, incidono non poco: ma il nostro riesce a trarne fisionomie marcate di veri eroi tragici, mostrandone  quasi sempre l’inutilità del dolore, anche se è proprio questo che li rende personaggi, dei quali l’autore si  mostra complice.

Quella in atto al Teatro della Corte  è l’opera più conosciuta, anche all’estero, del teatro del Novecento, che ha contribuito non poco a rivoluzionare gli schemi risaputi del palcoscenico, a dispetto del disastroso esordio in Roma  del 1921, quando l’autore fu costretto a fuggire dal teatro.

Nei sei personaggi appare confermato il motivo conduttore del pensiero dell’autore, che la vita sia una beffa, che l’uomo viva una realtà illusoria, portando la  maschera di una  verità che deriva dalle  convenzioni  e dalle liturgie sociali.

Lo scrittore ha immaginato un dramma pesante, che ruota, come spesso in Pirandello, intorno al motivo della famiglia, anzi di due famiglie, quella del Padre e del figlio e quella della Madre con i tre figli avuti dal nuovo marito morto. Un giorno il Padre si imbatte, in una casa di tolleranza mascherata da atelier, nella figliastra, costretta a vendersi per aiutare la madre che la stessa “madame” ha contribuito a ridurre in miseria.

Una storia talmente vergognosa da non poter essere scritta nè rappresentata, ma intanto i personaggi hanno preso forma, sono nati, si rifiutano di non vivere, pretendono la rappresentazione della loro realtà a tinte forti.

E dunque gli stessi  irrompono su un palcoscenico cercando un capocomico che conceda loro l’azione artistica, ma si rifiutano di essere interpretati da altri: non porgono la loro arte, timorosi di essere snaturati dalle diverse fisionomie degli interpreti proposti.

In questo dramma vi è di più della realtà sinonimo di illusione, vi è la convinzione  che, anche se fosse concesso agli uomini di penetrare la realtà, essi non saprebbero comunicarsela, scambiarsela.

E’ di scena il dramma dell’incomunicabilità, dell’impossibilità per l’essere umano di uscire da se stesso  per manifestarsi ad un altro: l’uomo rimane saldo nell’illusione di vivere, ben celato dietro la propria maschera granitica.

Si racconta che un giorno, nel Senato della Repubblica, entrò un uomo che portava lo stesso nome  di un senatore che, in una commedia di Pirandello, non faceva una bella figura. Pirandello, pregato amichevolmente di cambiare nome al personaggio, si rifiutò  in quanto disse che la sua era una creatura d’arte, esisteva,  mentre il malcapitato senatore nella vita contava zero, non esisteva.

Qui sta l’essenza di questo autore, può essere dubbia l’esistenza di un uomo qualunque ma non  di Ofelia o Amleto: la vita è illusione, l’arte è realtà.

Nell’opera attualmente in scena, la felice regia di De Fusco  ci  propone un mix  affascinante di elementi scenici catturati dal teatro e dal cinema in presa diretta.

Un gioco di fredda luce bianconera accompagna i sei protagonisti, li  isola dal resto dei recitanti, quali convitati di pietra, rendendo più  efficace l’impossibilità di interagire con la vivace compagnia teatrale di cui i sei personaggi interrompono le prove.

Sei personaggi in cerca d’autore, per la regia di Luca Fusco è al Teatro Stabile di Genova dal 21 novembre fino al 3 dicembre.

Interpreti: Eros Pagni Il Padre; Federica Granata La Madre; Gaia Aprea La Figliastra; Gianluca Musiu Il Figlio; Silvia Biancalana Il Giovinetto; Maria Chiara Cossia La Bambina; Angela Pagano Madama Pace; Paolo Serra Il Direttore – Capocomico; Maria Basile Scarpetta La Prima Attrice; Giacinto Palmarini Il Primo Attore; Federica Sandrini La Seconda Donna; Alessandra Pacifico Griffini L’Attrice Giovane; Paolo Cresta Il Direttore di Scena; Enzo Turrin Il Suggeritore; Ivano Schiavi Il Macchinista.

Gli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Napoli: Alessandro Balletta L’Attor Giovane; Sara Guardascione Attrice; Dario Rea Attore.

Elisa Prato

 

 

 

Multedo: business immigrati non può capovolgere nostra storia e testamento Govone

Multedo: business immigrati non può capovolgere nostra storia e testamento Govone
L'ex asilo Govone

Ex asilo Govone storicamente per i nostri bimbi, non per il business immigrati. I pacifici residenti di Multedo spiegano con una lunga missiva inviata nei giorni scorsi alle Autorità come le Ministre Roberta Pinotti e Valeria Fedeli, il Cardinale Angelo Bagnasco, la Prefetta Fiamma Spena, il Governatore Giovanni Toti, il Sindaco Marco Bucci ed altri, l’origine della loro condivisibile battaglia a favore del quartiere, per anni vessato da pesanti servitù ed abbandonato a se stesso. Ecco il testo integrale sottoscritto da Silvio Zavattoni e Luciano Venzano a nome del gruppo di residenti che ha elaborato l’interessante documentazione storica.

“Ci permettiamo di presentare alle Signorie Loro la sotto riportata nota storica sulla figura di Adele Govone, che donò nel 1949 alla Congregazione Figlie di N.S. della Neve, un edificio ove trasferire l’asilo infantile operante in Multedo dal 1862. La nota è stata stesa da un piccolo gruppo di Multedesi a fronte di quanto si è verificato nelle convulse giornate da tutti vissute.

Ci auguriamo che questo contributo storico possa costruire un ‘ponte’ che operi conciliazione tra la continuazione della presenza educativo-scolastica nel quartiere e nel contempo favorisca quello spazio logistico e di cuore verso l’accoglienza di chi, povero in tutto, è portatore di tanta sofferenza. Noi sottoscritti, un po’ curiosi per natura, ci siamo posti la domanda: Chi è stata la Contessa Govone?

Nei giorni delle proteste e della confusione che hanno coinvolto cittadini del quartiere e non solo, sino a generare una lacerazione del tessuto sociale a Multedo, ci siamo chiesti cosa avrebbe pensato la Contessa Adele Govone su quanto stava accadendo. La ricerca non poteva partire se non dall’Atto che Lei fece dinnanzi al Notaio il 17 giugno 1949 a Torino a favore della Pia Congregazione delle Figlie di N.S. della Neve.

Nell’atto leggiamo: che la Contessa lasciava ‘…Un appezzamento di terreno con una palazzina … stabili…’, che ‘La donazione venne fatta allo scopo e sotto precisa condizione che gli stabili siano destinati esclusivamente alla istituzione e al funzionamento di un Asilo Infantile che sarà denominato ‘Asilo Infantile Contessa Adele Govone’, che ‘Qualora a giudizio insindacabile della Congregazione si constatasse opportuno spostare l’Asilo in altro immobile, sempre in Multedo, gli stabili in oggetto della donazione potranno avere altra destinazione ed anche essere liberamente alienati dalla Congregazione donataria. Ben inteso, ove si verificasse tale eventualità, l’Asilo Infantile dovrà comunque essere conservato e se ne dovrà garantire il suo funzionamento, e pur spostato in altro immobile, avrà sempre la stessa denominazione sopra indicata’.

La Contessa Adele nasce a Firenze ed è una dei figli del Conte Giuseppe fu Ercole, Generale, Capo di Stato Maggiore, Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia, militare che ha contribuito a scrivere molte pagine del nostro Risorgimento come Agente segreto, Diplomatico, Deputato e Ministro della Guerra nel Gabinetto Lanza.

Il Conte Giuseppe nasce a Isola d’Asti il 19 novembre 1825 da antica famiglia nobile trasferitasi ad Alba. Il padre Ercole ne fu Sindaco e tale carica andrà a ricoprire il figlio Umberto, sino alla II guerra mondiale. Il Generale aveva frequentato con onore la Reale Accademia Militare di Torino in giovanissima età e in seguito contribuirà, con gli incarichi da lui svolti, a scrivere numerose pagine del nostro Risorgimento.

I ruoli da lui ricoperti negli anni 1848-1872 delineeranno la sua figura storico-politica. Nel 1859 sposa Laura Vicini e con la moglie scrive la nuova storia della neo-famiglia Govone, molto presto rallegrata dalla nascita di bambine e bambini. Per le esigenze di servizio il Generale deve spostarsi continuamente da una città all’altra ed è per questa ragione che Adele nasce a Firenze. Il 25 gennaio 1872, dopo aver eluso la sorveglianza dei familiari, il Generale Giuseppe, in preda ad una grave depressione, pone fine ai suoi giorni con un colpo di pistola lasciando in tutti profondo dolore e costernazione.

In questi tredici anni è scritta la breve storia della famiglia al completo in cui viene vissuta l’esperienza di genitori e i figli crescono nella spensieratezza e felicità dell’infanzia con mamma e papà. Ai giorni di incolmabile dolore per la perdita del genitore, ne seguiranno per i figli altri altrettanto dolorosi e difficili. Divenuti grandicelli essi dovranno imparare a convivere e a gestire il significato della morte del padre – Generale – Diplomatico – Agente segreto, collegata a fatti storici carichi di giudizi negativi e ingiurie che pesavano sulla figura paterna.

La residenza del Conte Giuseppe era in Alba, nel cui territorio circostante ha sede lo storico Castello Govone e dove la storia sabauda si intreccia nel passato e nel presente consolidando con i Govone rapporti di amicizia e stima. Il Castello Reale di Govone, residenza sino al 1831 del Re Carlo Felice e della consorte Maria Cristina, ha avuto una particolare notorietà per il soggiorno nel 1730 di Jean Jaques Rousseau filosofo, scrittore, musicista che ha influenzato con il suo pensiero non solo la cultura nei salotti 3 reali e nobili, ma anche quella degli amministratori dei beni pubblici e Regi soprattutto mirate ad iniziative di interesse scolastico.

La stessa Maria Montessori nel Novecento porrà la sua attenzione pedagogico-scientifico-didattica sull’età prescolare e sui gradi successivi legando il suo studio al pensiero del filosofo Rousseau. Fu quindi un momento importante per la crescita della istruzione e della cultura ed è proprio in quella località piemontese che nel terzo decennio dell’Ottocento verranno poste le basi della scuola pubblica, dalle istituzioni prescolastiche alla scuola secondaria che avviava agli studi universitari o alle preparazioni professionali di alto livello.

Il Re Carlo Felice dalla sua residenza di Govone promulgherà il Nuovo Regolamento scolastico segnando la nascita della Scuola Elementare. In seguito la legge del Ministro Gabrio Casati, emanata il 13 novembre 1859 per il Regno di Sardegna e in seguito alla unificazione estesa all’intero territorio nazionale, sarà fondamentale per il riordinamento delle scuole di ogni ordine e grado. In quegli anni nella città di Alba l’impegno rivolto alla scuola fu notevole e portò alla soddisfazione di veder salire il tasso di alfabetizzazione dal 32% del 1848 al 98% del 1898 con la partecipazione attiva alla frequenza scolastica da parte delle classi più povere.

Nel 1870 il Conte Giuseppe prese a cuore il versante scolastico-culturale e nella realizzazione di scuole si impegnò facendo costruire una Scuola Materna ad Isola D’Asti, sua città natale. Con la moglie contribuì con una cospicua somma di denaro per salvare il liceo ginnasiale di Alba che in quel momento viveva momenti di difficoltà e che finalmente nel 1891 diverrà Liceo Classico di Alba portando il nome di Giuseppe Govone.

L’impegno degli amministratori locali portò alla realizzazione delle scuole Magistrali per la preparazione dei maestri e di Scuole ad indirizzo tecnico e agrario collegate alle risorse del territorio. Questo è l’ambiente culturale in cui “i piccoli” del Conte Govone vengono educati e formati e che rimarrà scolpito nel loro cuore come un impegno particolare e fondamentale della loro famiglia.

Alcune date restano significative per il tracciato di lettura che, nel nostro contesto, abbiamo evidenziato. La presenza del Generale Govone a Genova nel 1849 con la repressione della Insurrezione; nel 1857 e poi nel 1866 quando, affiancando il Principe Umberto combatte nella fatidica Custoza insieme all’amico genovese Generale garibaldino Nino Bixio.

I Govone sono dunque legati alla casa Savoia dalla storia e dall’amicizia che furono dei loro Avi a cui si aggiungono le pagine della storia ad essi contemporanea. Con i Savoia sviluppano l’attivo e condiviso interesse verso il mondo scolastico e pongono l’attenzione in modo particolare sugli asili infantili che stanno assumendo nuova veste educativa e devono essere potenziati con realizzazioni edificate su tutto il territorio. Hanno rapporti con la famiglia di Leopoldo Bixio attraverso l’amicizia con il garibaldino Nino. Il Conte Uberto, figlio di Giuseppe Govone e fratello di Adele, regalerà una cospicua somma per realizzare l’Asilo ad Alba. Purtroppo non riuscirà a vedere realizzata questa opera che verrà portata a termine dal fratello Augusto insieme ad altri interventi caritativi ed assistenziali. Due saranno gli Asili che ricorderanno il Generale Govone ad Isola d’Asti e Alba.

Il Re Umberto e la Regina Margherita soggiornano spesso negli anni di fine Ottocento nella residenza di Palazzo Reale a Genova, ma trascorrono volentieri tempi strettamente familiari, ospiti in Villa Lomellini Rostan a Multedo, dove il mare e la spiaggia sono incantevoli, il clima è mite e la verde bellezza del paesaggio fa da cornice tutt’intorno. Anche la famiglia Govone, negli stessi anni, è spesso a Multedo per far trascorre ai bambini momenti di vacanza al mare. Risiedono nella villetta che l’Avv. Cesare Leopoldo Bixio mette loro a disposizione tramite l’amicizia con Nino Bixio.

Le antiche ville e le terre coltivate sino quasi a lambire il mare, rendono piacevole questo lembo di terra che racchiude importanti valori storico-artistici tra cui quelli dei Santi Nazario e Celso immortalati negli affreschi realizzati nel 1634 da Lazzaro Tavarone nel piccolo Oratorio di Multedo in cui è attualmente in via di realizzazione una impegnativa opera di restauro.

Le notizie sull’Asilo e la scolarizzazione dei bambini di Multedo si trovano in un manoscritto in possesso delle Suore della Neve di Multedo, gentilmente da loro concesso per la pubblicazione della ‘Storia illustrata di Multedo’ di Carlo Scipioni e che trascriviamo integralmente.

Multedo: ‘Questa casa fu aperta nel 1862 dalla munificenza del Marchese Rostan per l’Asilo Infantile e Scuola Privata Fanciulli dei suoi coloni. Attualmente v’è solo l’Asilo Infantile e un po’ di laboratorio. I Marchesi Reggio, successori di Rostan provvedono alle Suore l’alloggio ed il combustibile e donano £ 1.000 annue. Il Marchese, poi, dà l’annuo sussidio di £ 2.000. Le sorelle hanno l’obbligo di lavare, cucire, e stirare la roba della cappella dei Marchesi e d’accattare gratuitamente all’asilo i bambini dei coloni. Il laboratorio è a conto delle Suore’.

Prosegue con altra scrittura: ‘Questo asilo funzionò nel caseggiato dei Marchesi Reggio dal 1862 al 1952, anno in cui trasferito in Via Antica Romana di Pegli, in una casetta donata (vedi testamento) dalla Contessa Adele Govone. Anche questa casa era troppo ristretta per un decoroso funzionamento dell’asilo, e dopo pratiche noiose durate tre anni, il 24 maggio 1966 si iniziarono i lavori per una nuova costruzione che riuscì funzionale e rispondente alle nuove esigenze dei fanciulli’. Questo manoscritto ci fa conoscere la data in cui le Suore si insediarono nel territorio di Multedo; nel 1952 si trasferirono da Via Ronchi nella donazione Govone. Non si conosce la data in cui le Suore della Neve si trasferirono da Villa Rostan a Via Ronchi.

Si deve ricordare che, se a Genova la prima società degli asili era stata fondata già nel 1840 per l’apertura nel Sestiere del Molo di un asilo intitolato a Santa Sofia in onore della benefica Marchesa Sofia Brignole Rostan, nei comuni minori del circondario il movimento si avviò solo alla fine degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta dell’Ottocento.

In particolare nel ponente oltre l’asilo promosso nel 1862 a Multedo dal Marchese Rostan solo per i figli dei suoi coloni della villa Lomellini e, successivamente, aperto agli altri abitanti del piccolo comune allora ancora autonomo (lo rimarrà sino al 1875 quando fu aggregato a Pegli), dobbiamo ricordare l’apertura nel 1858 a Sestri Ponente dell’asilo Umberto e Margherita del quale primo presidente fu il marchese Clemente Lomellini, nel 1864 dell’Asilo Principe Oddone istituito dal Consiglio comunale di Cornigliano quando era sindaco Lorenzo Dufour, nel 1866 dell’asilo Lorenzo Stallo a Pegli.

Pensiamo che la Contessa Adele avrà spesso rievocato i momenti belli degli anni della sua infanzia vissuti a Multedo con i fratellini prima che la tragedia segnasse per sempre la loro esistenza. Essi coltiveranno fortemente in cuore il desiderio di riscattare l’onore della figura paterna nel fare chiarezza sulla figura storica, militare e politica, ma anche per suggellare quegli aspetti in cui il padre aveva notevolmente contribuito culturalmente e fattivamente con interventi economici sulle realtà scolastiche.

Per questi aspetti il figlio Conte Ing. Uberto scriverà una biografia sul padre attraverso la documentazione in possesso della famiglia: ‘G.G. Frammenti di memoria’, Torino 1902 e proseguirà a ricordarlo pubblicamente con la costruzione dell’Asilo in Alba a motivo del suo impegno nella scuola. Anche la Contessa Adele avrà, dunque, voluto esprimere qualcosa a ricordo di quel breve ma intenso periodo della sua vita legato all’affetto del padre e da lei vissuto nella spensieratezza dell’infanzia.

Nel 1925, con la partecipazione di una piccola quota da parte delle sorelle Maria ed Eleonora , acquista dagli eredi Bixio la villetta, il terreno e gli stabili dove lei da piccola ha soggiornato felicemente. È su questo posto che lei posa lo sguardo ricco di vita affettivo-familiare per esplicare ciò che il cuore le comanda di fare.

La donazione, che farà in seguito, sarà scolpita nel cuore di Multedo non solo attraverso l’edificio scolastico, ma soprattutto nel suo contesto umano, logistico- 5 affettivo che andrà a segnare la vita educativa dei bambini che a Multedo ricorderanno il suo nome godendo il ‘bene’ da lei lasciato.

Ella vide in quei bambini, portatori di vita e storia futura, un lascito psicologico di una maternità che lei non ha realizzato e che vede assunta nel gesto da lei generato in una maternità generosa allargata. In Multedo la Contessa aveva rilevato la necessità di un Asilo degno della cultura che lei stessa aveva colto dal fervore di quelle riforme emanate presso il Castello di Govone e che avevano contribuito alla formazione del suo pensiero adulto.

Adele vede le difficoltà delle Suore che utilizzano locali stretti e angusti per svolgere il loro compito educativo; vede il disagio di una scuola che, negli spazi, non corrisponde alle esigenze didattico-educative da lei tanto recepite ed amate. Nel compiere la donazione a Multedo (avrebbe potuto rivolgere lo sguardo altrove e le opportunità certo non le mancavano), ella vuole suggellare il ricordo del rapporto di padre e di figlia che lei serba gelosamente in cuore legato a Multedo.

Il suo intento è, probabilmente, rafforzato dai gesti generosi che furono del nonno paterno, del padre e dei fratelli e forse anche da quello dei reali Umberto e Margherita, a Lei particolarmente vicini sia nell’infanzia che nella sua crescita di giovinetta, che a Sestri Ponente, come sopra ricordato, avevano un Asilo Infantile ancor oggi attivo nella sua originale forma concordataria.

Per rispondere alla domanda che ci siamo posti in partenza, abbiamo necessariamente dovuto leggere la storia risorgimentale e con essa la storia sabauda nonché la storia dell’impianto scolastico nato e vissuto in quel tempo. L’insieme e la confluenza di questi dati storico-culturali e scolastici ci hanno permesso di conoscere questa donna nell’aspetto della vita pubblica e di famiglia, mentre appartengono nascosti nel suo cuore i pensieri e gli intenti della sua tanto sofferta vita privata di cui vogliamo, nel silenzio, esprimere il nostro rispetto.

Difficile è leggere oggi questa storia dove il nome di Adele sull’ingresso del suo asilo è scomparso per far posto ad una generica indicazione ‘sezione primavera Govone’.

La storia che ci appartiene, soprattutto perché abitiamo a Multedo, è diventata essa stessa patrimonio di cultura ed è particolarmente cara e presente nel cuore di molti abitanti sia perché in parte l’hanno vissuta personalmente, sia perché l’hanno ascoltata dai racconti tramandati dai propri anziani. È la storia che nasce dal vissuto del ‘dove si abita’ e che è il presupposto per affrontare lo studio che riservano i banchi di scuola e non solo.

Attraverso le finalità educative si possono concretizzare azioni e scrivere quelle pagine di dialogo nate dalla conoscenza, dalla riflessione attenta e soprattutto dal rispetto che sempre deve essere strumento portante di ogni agire. Di questo dobbiamo essere portatori consapevoli ed impegnati di fronte a qualsiasi novità in cui fatti quotidiani ci sollecitano ad intervenire personalmente o nel gruppo.

Forse questo è stato il tassello mancante per cui si è verificato lo scollamento di un tessuto sociale. Gli elementi di conoscenza, riflessione, valutazione delle opportunità, rispetto delle persone avrebbero creato risorsa per i presupposti del costruire insieme. L’assenza di questi elementi ha prodotto un libero campo in cui, forse, ciascuno ha provato a tirare il lembo di una coperta sotto la quale sentirsi protetto nelle proprie idee, senza valutare che questi atteggiamenti non costruiscono, ma distruggono.

Questi sono i valori che vogliamo e dobbiamo essere capaci di trasmettere sempre e a tutti, per una vera integrazione in un tessuto sociale ospitante e che può trasformare l’accoglienza consapevole in un valore aggiunto. Con queste necessarie prerogative concludiamo fiduciosi che il taglio netto tra le opinioni diverse che hanno alimentato giornate pesanti, sventolate su inappropriati slogan e sentenze urlate pensando di produrre cosa buona, nel dire e nel fare ‘di ogni erba un fascio’, speriamo non abbiano più a ripetersi.

La storia è testimonianza dei tempi, luce delle verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità. (Cicerone, De oratore) Per questo noi dedichiamo quello che insieme abbiamo ricercato e scritto con finalità di contribuire ad una lettura di taglio storico che può rendere tutti un po’ più consapevoli.

Non possiamo concludere senza ricordare una figura speciale vissuta nell’Asilo e per l’Asilo di Multedo in questi ultimi quarant’anni e che ultimamente è deceduta: Suor Cherubina.

Una istituzione per tutti gli abitanti del quartiere; suora umile, sempre sorridente, disponibile e attenta ad ascoltare partecipando a gioie e dolori di ciascuno. Dopo l’orario scolastico (in spazi interni sempre ben distinti) l’Asilo si proponeva per realizzare la scuola di Catechismo e nelle giornate belle permetteva ad intere famiglie di usufruire del bel giardino con i suoi giochi.

Se la Parrocchia o il quartiere non erano in grado di offrire spazi mirati per qualche progetto, eccola sempre pronta ad offrire quanto a lei possibile. Per ogni necessità del quartiere sapevamo di poter contare sempre sulla sua accoglienza: il sabato e la domenica si svolgevano quelle attività ‘di servizio ricreativo’ rivolte ai bambini, non potendo contare sulla presenza di gruppi associativi.

L’esperienza di 150 ragazzi provenienti, nella stagione estiva dall’Est-Europa (scambio tra giovani nell’ambito della Pastorale giovanile – Parrocchie del Vicariato Pegli), ha potuto felicemente attuarsi per i dieci giorni necessari, grazie alla opportunità della sua accoglienza e alla collaborazione a lei offerta da molte famiglie del quartiere. Tanti altri momenti potrebbero essere ricordati.

Molte volte noi del quartiere abbiamo avuto bisogno di radunarci, in maniera semplice e familiare, per trovare soluzioni o comunque impegnarci sul bene comune. Sempre abbiamo ricevuto da lei la disponibilità dei locali senza per questo chiederci alcun compenso. Passavamo quasi di nascosto con un cappello … ci sembrava giusto. Grazie Suor Cherubina, con il tuo semplicissimo modo di fare ci hai insegnato molto!”.

 

Berlusconi-Lario, Cassazione: stop all’assegno di divorzio

Berlusconi-Lario, Cassazione: stop all’assegno di divorzio
Silvio Berlusconi e Veronica Lario

Veronica Lario, l’ex moglie di Silvio Berlusconi non riceverà più l’assegno milionario di mantenimento. E’ economicamente autosufficiente e quindi non ha più diritto al milione e 400 mila euro al mese come aveva stabilito in sede di divorzio il Tribunale di Monza.

A deciderlo è stata la Corte d’Appello di Milano, Sezione Famiglia, che ha accolto il ricorso presentato dall’ex premier, assistito dall’avv. Pier Filippo Giuggioli, e ha condiviso la recente sentenza sull’assegno di divorzio della Cassazione per cui conta il criterio dell’autosufficienza economica e non il tenore di vita goduto durante le nozze.

Ma la cosa non finisce qui. Infatti la revoca dell’assegno divorzile ha valore dalla mensilità successiva alla pubblicazione della sentenza di scioglimento del matrimonio e quindi da marzo 2014.

Così Veronica Lario, il cui nome è Miriam Bartolini, sulla carta dovrebbe restituire all’ex marito uan cifra ‘leggera leggera’ che si aggira sui 60 milioni.

A livello pratico in base ai coni fatti dai legali gliene dovrà circa 43 più, naturalmente, le spese legali.

In sospeso, restano fuori del procedimento con cui è stato azzerato l’assegno di divorzio, ci sono dei conti da saldare. In quanto la Lario aveva chiesto il pignoramento di 26 milioni di euro per una serie di mensilità dell’assegno stabilito non percepite.

Si chiude, a parte una possibile impugnazione della sentenza da parte della Lario, un nuovo capitolo della ‘Story’ a colpi di ricorsi e cifre esorbitanti tra liniziata nelle aule di tribunale ben otto anni fa.

Benifei e Cofferati camerieri di Soros a Bruxelles? Pucciarelli: roba da denuncia

Benifei e Cofferati camerieri di Soros a Bruxelles? Pucciarelli: roba da denuncia
Stefania Pucciarelli

“Deportazioni di massa a fini economici per destabilizzare il Paese. C’è chi ammette di essere orgogliosamente amico dei poteri forti e quindi nemico dei diritti dei lavoratori italiani. Per alcuni George Soros è uno speculatore ‘Illuminato’ senza scrupoli, che a proprio vantaggio lavora per sovvertire l’ordine democratico, destabilizzare Governi eletti dal popolo e minare le conquiste del proletariato ottenute dopo anni di lotte nei Paesi Occidentali. Per altri, come quelli del Pd, sarebbe un filantropo buono che aiuta i migranti senza pretendere nulla in cambio”.

Lo ha dichiarato ieri la presidente della III Commissione regionale Attività produttive e consigliera della Lega Nord Liguria, Stefania Pucciarelli.

“Senz’altro – ha continuato Pucciarelli – il complice dei Rothschild risulta coinvolto in grandi intrighi e protagonista della svalutazione della lira nel 1992, quando fu svenduta l’Italia. Anche l’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi lo definì un finanziere squalo che fece una colossale speculazione sulla nostra moneta guadagnandoci svariati miliardi e, dopo questa sua impresa, a riconoscimento, l’Università di Bologna gli conferì la laurea honoris causa. Pertanto, non stupisce affatto che alcuni figli partoriti da Pci e Pds ora riconoscano di essere andati a Bruxelles per fare i camerieri dell’amico Soros.

La notizia degli europarlamentari di sinistra corteggiati dalla sua ‘Open Society Foundations’, era già apparsa sui media l’anno scorso con i dati di ‘dcleaks’ diffusi sul web. Ora, alla vigilia del voto che il Pd vorrebbe chiedere per approvare la folle legge sullo Ius Soli, questa informazione è tornata alla ribalta sui quotidiani nazionali.

Fra di loro ci sono lo spezzino Brando Benifei e l’ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati, eletti in Liguria. Benifei, dopo un anno di silenzio, ieri ha replicato ai dati di ‘dcleaks’ affermando di essere orgogliosamente amico di Soros perché guida una Fondazione che si batterebbe per i diritti dei migranti senza avere ulteriori scopi.

Prendiamo atto della sua ammissione e chiediamo anche all’europarlamentare Sergio Cofferati, genovese d’adozione, di fare chiarezza. Perché, a questo punto, potrebbero sussistere elementi per una denuncia per tradimento dello Stato od atti contrari agli interessi nazionali.

In ogni caso, i lavoratori liguri, inclusi quelli dell’Ilva, hanno diritto di sapere se anche l’ex sindacalista pensi che sia suo dovere schierarsi con i poteri forti e difendere i migranti. Ossia manodopera a basso costo e molto più facile da manipolare, rispetto agli italiani, per fargli accettare il cappio delle condizioni imposte da multinazionali, UE e speculatori senza scrupoli supportati dal Pd. Non si tratta, dunque, di mera sostituzione etnica. Dall’attuale business immigrati di onlus e coop a quello del prossimo domani sulla pelle dei nostri lavoratori, è tutto già previsto”.

Se Cofferati al momento fa scena muta ed vita di replicare, ecco come si è pubblicamente giustificato Benifei su Facebook: “Dato che molti chiedono a me e ai miei colleghi coinvolti cosa sappiamo di questa faccenda scrivo due righe al riguardo. Una giornalista ha ripubblicato una lista uscita circa due anni fa contenente i nomi dei parlamentari europei considerati ‘amici’ dalla fondazione Open Society di Soros, fra cui il mio e quello di colleghi del PD e dei partiti della sinistra fuori dal Partito Democratico.

Già quando uscì l’elenco a suo tempo iniziò una campagna stampa dei giornali della destra per dire che eravamo i servi del magnate ebreo eccetera che manco un bollettino del fascismo, adesso è stato ripubblicato qualche articolo.

Ci tengo a chiarire che a) nella lista ci sono poco meno di un terzo di tutti i parlamentari europei, perché per esempio per difendere la Central European University di Budapest da Orban molta parte del Parlamento Europeo si è unita alla campagna sostenuta proprio da Open Society

b) essere associato a un’organizzazione che si impegna a livello internazionale per i diritti di molte categorie vulnerabili come i rifugiati, i disabili, le donne che decidono di abortire, gli incarcerati per le loro idee politiche mi fa solo piacere

c) la motivazione per cui sono stato inserito nell’elenco e associata al mio nome, cioè l’impegno per i diritti umani in Europa e nel vicinato europeo, per me è solo motivo di vanto

d) è un fatto che la fondazione di Soros si occupa in larga misura di diritti civili e di battaglie ‘liberali’ e molto meno di diritti sociali e del lavoro che sono più al cuore dell’impegno di molti di noi, ma senza libertà non penso ci sia neanche il progresso sociale perciò sono contento che specie in contesti difficili come quello di alcune parti dei Paesi dell’est europeo ci sia una realtà del genere che si impegna a sostegno di determinati valori e politiche”.