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Confeugo a Genova, la fiamma va dritta: buon auspicio per il 2026 in piazza De Ferrari

Confeugo a Genova, la fiamma va dritta: buon auspicio per il 2026 in piazza De Ferrari
Fiamma dritta

La cerimonia del Confeugo celebra la tradizione genovese: la sindaca Silvia Salis ribadisce il legame tra passato, presente e futuro della città

Genova ha rinnovato il suo legame con la storia e le tradizioni cittadine attraverso il Confeugo, l’antica cerimonia culminata nel tradizionale falò del cippo di alloro in piazza De Ferrari. L’evento, svoltosi venerdì 20 dicembre, si è aperto con il consueto scambio di saluti in genovese tra la sindaca Silvia Salis e l’abate del popolo, interpretato dal presidente dell’associazione A Compagna Franco Bampi. La fiamma del falò è salita dritta, secondo la tradizione segno di buon auspicio per l’anno a venire, in questo caso per il 2026.

La sindaca Salis insieme a Bampi

Le parole della sindaca Salis tra tradizione e futuro

Nel suo intervento, pronunciato anche in lingua genovese, la sindaca Silvia Salis ha sottolineato il valore simbolico del Confeugo come momento di riflessione collettiva. La cerimonia rappresenta, secondo la prima cittadina, un’occasione in cui Genova osserva sé stessa, la propria storia e il lavoro di chi la amministra, con franchezza e senso di appartenenza.

Salis ha ribadito l’impegno verso le nuove generazioni, definite la risorsa più preziosa della città, evidenziando però come non sia possibile costruire un futuro solido senza uno sguardo consapevole al passato e alle tradizioni che hanno reso grande Genova. Nel suo discorso non sono mancati riferimenti ai temi più sentiti dai cittadini, dal decoro urbano alla pulizia, dalla tutela del centro storico alle politiche sociali e inclusive, con l’obiettivo di garantire sicurezza e solidarietà senza lasciare indietro nessuno.

Confeugo a Genova, la fiamma va dritta: buon auspicio per il 2026 in piazza De Ferrari
Fiamma dritta

Il corteo storico e il falò in piazza De Ferrari

La grande festa popolare è iniziata in piazza Caricamento, con il corteo storico guidato dall’abate del popolo. Hanno preso parte alla sfilata gli sbandieratori dei sestieri di Lavagna, i gruppi storici e il carro con il cippo di alloro trainato dai cavalli bardati dei Carratê. Il percorso ha attraversato le vie del centro cittadino, con una sosta in piazza San Lorenzo per le esibizioni degli sbandieratori, fino all’arrivo in piazza De Ferrari.

Qui, dopo lo spettacolo del Gruppo Folcloristico Città di Genova, l’abate del popolo ha incontrato la sindaca per il rituale scambio di saluti e l’offerta del Confeugo. Al rintocco del Campanon de Päxo, la campana della Torre Grimaldina, è stato acceso il falò del cippo di alloro, momento centrale e simbolico dell’intera cerimonia.

La cerimonia a Palazzo Ducale e i “mugugni”

La celebrazione è proseguita a Palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio gremita di pubblico. Dopo i saluti del presidente della Regione Liguria Marco Bucci, il cintraco Marco Pépé ha invitato l’abate del popolo a dare voce ai tradizionali “mugugni”, le lamentele che rappresentano le criticità quotidiane avvertite dalla cittadinanza.

Tra i temi affrontati figurano la gestione dei rifiuti, la condizione delle persone senza dimora, il funzionamento dei semafori agli attraversamenti pedonali e la cura del verde pubblico. La sindaca ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di intitolare un numero maggiore di strade e spazi pubblici alle donne, come segno di riconoscimento e memoria civile.

Doni simbolici e memoria storica genovese

Nel corso della cerimonia, la sindaca ha ricevuto il tradizionale “biglietto di cartulario”, successivamente donato all’abate del popolo Franco Bampi, che ne ha illustrato il valore storico. Il vicepresidente dell’associazione A Compagna Maurizio Daccà ha consegnato alla prima cittadina “O tondo de Natale”, un piatto artistico in ceramica dedicato per il 2025 a Carlo Pescia, detto “Carlin”.

Figura centrale della Genova tra Ottocento e Novecento, Pescia è stato protagonista della vita gastronomica e culturale cittadina, proprietario di una celebre trattoria sotto i portici del Teatro Carlo Felice e punto di riferimento per intellettuali, giornalisti e artisti. Alla sua morte lasciò al Comune di Genova una cospicua eredità destinata al recupero di importanti monumenti storici, da Porta Soprana ai portici di Sottoripa.

Musica, storia e autorità presenti

La serata è stata arricchita dall’intervento di Marco Federici del Gruppo Storico Balestrieri del Mandraccio, con le “Pillole di storia di Genova” dedicate al revival medievale nell’Ottocento, da Ivanhoe di Walter Scott al Castello D’Albertis. Sul palco sono poi saliti il Coro della Montagna e il Gruppo Folcloristico Città di Genova che, insieme alle autorità presenti, hanno intonato “Ma se Ghe pensu”.

Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili e istituzionali, tra cui la prefetta di Genova Cinzia Torraco, rappresentanti della Città Metropolitana e del Comune, assessori, consiglieri e presidenti di municipio, a testimonianza del valore condiviso del Confeugo come rito identitario e momento di coesione per l’intera città.

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