Ben più di quanto si possa supporre in ragione dell’evoluzione dei tempi, nei contemporanei legami d’ amicizia insiste e persiste sottotraccia il vincolo del possesso esclusivo.
E’ sufficiente infatti auscultare qua e là le sporadiche narrazioni sull’argomento, per rilevare, da un lato, il comune disincanto di cui è connotato il sentimento d’amicizia; dall’altro, l’insistenza e la persistenza del vincolo esclusivo negli esemplari circolanti.
Ecco dunque che nel sentimento d’amicizia è incistata l’ esclusività, il vincolo perentorio di intendere e trattare l’ amico come una proprietà privata in cui è vietato accedere, pena l’inadeguatezza e la dissoluzione del legame.
In altre parole, nessun libero afflusso di amici è consentito e praticato all’interno di una coppia già costituita.
Accanto all’ amara considerazione di Luigi Meneghello, “siamo amici perché eravamo amici”, va dunque considerato un sentimento d’amicizia caratterizzato da una presunta reciproca e definitiva appartenenza.
Detto fatto, nel sentimento d’amicizia, come anche nel sentimento d’amore, non tardano a manifestarsi iniziative interne di vigilanza e controllo, palesemente disallineate al convivio musicale dell’ “aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più”.
A ribadire, il vincolo esclusivo è statisticamente implicato nel legame d’amicizia, laddove il senso letterale del termine legame già rivela in sé che la coppia di amici è un luogo in cui il libero mercato è fuori legge.
In tale inconfessata volontà di blindare l’amicizia, al fine di prevenire assalti predatori da parte di estranei e di sottrarla all’ invasività esterna, si palesa la sua fragile struttura emotiva.
Fatto sta che l’individuo, senza troppe distinzioni di genere, tende a rin-chiudersi in un “matrimonio d’ amicizia”, adattando il termine altrimenti utilizzato da Bertrand Russell: una sorta di proprietà ben delimitata e recintata, che disvela tipicamente una “pluralità di solitudini”, scomodando Jean Paul Sartre.
Stante le considerazioni sopra riportate, il sentimento d’ amicizia, per i suoi presupposti emotivi, non è messo in pericolo da incursioni amicali esterne, bensì dalle incursioni interne che ne contraddicono le prerogative e che giocoforza ne determinano la rovina. Massimiliano Barbin Bertorelli