Emersa l’esistenza di un fascicolo con iscrizione nel registro degli indagati per lesioni colpose (art. 590 del Codice penale), destinato al giudice di pace. Silvia Salis ha ammesso alla Polizia locale di avere urtato con l’auto la donna di 42 anni che attraversava regolarmente la strada sulle strisce pedonali a Quinto
Come chiarito e anticipato ieri da LN, anche il quotidiano La Verità, che per primo ha diffuso la notizia di Silvia Salis indagata, oggi ha riportato che la candidata sindaca di Genova per il centrosinistra è passata col semaforo verde, ma senza dare la precedenza ai pedoni e quindi violando l’art.146 del Codice della Strada per cui ha ricevuto un verbale di contestazione con sanzione e decurtazione di due punti dalla patente.
La vicenda ormai appare chiara e si basa sul verbale degli agenti della Polizia locale, tempestivamente intervenuti sul luogo dell’incidente stradale con lesioni a pedone provocato dalla candidata sindaca del centrosinistra.
Sono le 13:50 del 23 maggio 2024 quando Silvia Salis, a bordo del veicolo “Mini” in via Quinto all’incrocio con via Majorana, transita all’intersezione semaforica con luce verde omettendo però di dare la precedenza ai pedoni come previsto dalla segnaletica e dal Codice della Strada.
In quel momento, la donna 42enne, vittima dell’incidente, che ha querelato Salis un paio di mesi dopo, attraversa regolarmente la strada sulle strisce pedonali avendo anche lei la luce verde.
In quel punto, all’intersezione tra via Majorana e via Quinto, il segnale semaforico dà contemporaneamente il consenso per l’attraversamento, ma Salis non si ferma davanti al pedone e succede il patatrac.
L’impatto appare violento. Il pedone viene sbattuto col corpo sul cofano e poi con la testa sul parabrezza, addirittura sfondandolo, per poi rimbalzare alcuni metri sull’asfalto: trauma cranico, frattura a un piede, ferite lacero-contuse a un gomito (30 giorni di prognosi il 25 maggio e, a seguito della visita di controllo, 28 giorni il 31 maggio, con un risarcimento dei danni fisici pagati dopo diversi mesi dall’assicurazione).
La notizia emerge soltanto ieri dallo scoop del quotidiano La Verità. La vittima dell’incidente riferisce di avere querelato Silvia Salis per lesioni stradali, peraltro in tempi non sospetti. Ossia ben prima che si sapesse della sua candidatura a sindaca di Genova e prima che ricevesse la liquidazione dall’assicurazione.
Inoltre, riferisce che, in tutto questo tempo, la candidata sindaca del centrosinistra si è disinteressata delle sue condizioni: “Non mi ha fatto visita in ospedale, non mi ha mai chiamato per sapere come stavo. Non mi ha mai chiesto scusa. Nemmeno un biglietto. Se ci fosse stata una donna anziana al mio posto forse avrebbe rischiato di morire”.
Silvia Salis, sul punto, ieri ha riferito ai suoi sostenitori che aveva investito la donna, si era fermata e le aveva prestato soccorso (come risulta anche dal verbale della Polizia locale) e lasciato un biglietto col suo numero di telefono.
In ogni caso, il legale difensore della vittima ha prima inviato una tempestiva raccomandata chiedendo il risarcimento dei danni a Silvia Salis e, dopo avere accertato che non era stata ritirata dalla destinataria nei termini di legge, su richiesta della sua assistita ha presentato, i primi giorni dello scorso luglio, la querela in Procura a Genova.
Dopo quasi un anno dall’incidente, è emersa l’esistenza di un fascicolo destinato al Giudice di Pace iscritto nel registro dei “nomi noti” indagati. Il presunto “fatto criminoso” è l’art. 590 del Codice penale ossia lesioni colpose, in questo caso stradali.
La candidata sindaca del centrosinistra rischia quindi di comparire davanti al Giudice di pace per rispondere delle presunte lesioni stradali colpose.
Oggi il quotidiano La Verità ha riportato gli estremi del numero del procedimento giudiziario, la relazione della pattuglia della Polizia locale e anticipato la prima versione dei fatti fornita da Silvia Salis (riportata nel verbale di constatazione dell’incidente).
“Sono uscita da via Majorana verso mare in via Quinto con semaforo verde, pure la signora aveva il pedonale verde. La mia velocità era molto bassa in quanto partivo incolonnata da un semaforo che poco prima era rosso. Non ho visto la persona che attraversava perché è entrata nel cono d’ombra (senza visuale) del montante di sinistra della mia auto”.
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