Un mese e mezzo dopo arriva al voto, nella seduta consiliare di oggi, l’ordine del giorno presentato dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianmarco Medusei, per condannare le scritte contro la memoria di Sergio Ramelli rinvenute a marzo a Sarzana e i volantini raffiguranti Ugo Venturini a testa in giù per promuovere una manifestazione antifascista a Genova.
Entrambi gli esponenti di destra furono assassinati da estremisti comunisti durante gli Anni di Piombo.
Il documento era stato presentato “fuori sacco” lo scorso 13 maggio dall’ex presidente del consiglio regionale, ma non era stato votato in aula perché non sottoscritto da tutti i capigruppo e la sua discussione è quindi slittata a stamane.
Nel testo, votato dalla maggioranza di centrodestra con 15 voti favorevoli e l’astensione di 9 consiglieri di opposizione, si chiede che “venga riaffermato il principio secondo cui la memoria di tutte le vittime dell’odio ideologico e politico deve essere rispettata da tutte le forze democratiche”.
A spiegare il voto delle minoranze è stata la consigliera del Pd Carola Baruzzo: “Non c’è bisogno di un’azione del consiglio regionale per condannare degli imbrattatori, non possiamo restare inerti di fronte a questa strumentalizzazione politica da parte della destra”.
Ma per Medusei, le sinistre in Regione Liguria “non si sentono di condannare le vittime dell’odio ideologico perché per voi sono vittime di serie B, c’è un alone di giustificazionismo nelle vostre parole. Invece, le vittime degli Anni di piombo vanno rispettate e ricordate e ogni gesto contro la loro memoria va condannato fermamente”.
A dargli manforte, il consigliere di Forza Italia, Angelo Vaccarezza: “Non si tratta di imbrattatori: sono persone che giustificano la violenza nella contrapposizione politica”.
Ad accendere gli animi, il segretario metropolitano genovese e consigliere regionale del Pd Simone D’Angelo, che ha rimarcato di avere “sempre dubbi” quando sente “parlare di storia degli anni ’70 da un partito come Fratelli d’Italia che nel simbolo ha quella fiamma e che ha quell’eredità. Come si può chiedere di mettere sullo stesso piano i morti della Resistenza e tutti gli altri? Io non lo accetto e non lo accetta neanche la storia di questo Paese”. La sinistra di questa città ha insegnato anche a prendere la distanza da chi aveva un atteggiamento aggressivo, grazie a un martire che era Guido Rossa. La destra quella figura non l’ha mai avuta e le ambiguità nascono da lì”.
A rispondergli la consigliera di Fratelli d’Italia, Veronica Russo: “Non mi riconosco nel terrorismo nero e nel fascismo eppure rappresento Fratelli d’Italia in quest’aula. Da sempre in quest’aula abbiamo condannato totalitarsmi e violenza. Quella della sinistra non è neanche una strumentalizzazione, ma pura demagogia politica. Un voto di astensione vuol dire minimizzare quanto accaduto”.