“Uno scivolone ci sta dentro un ciclo politico. Prima di dire che è finito occorre però fare un’analisi seria senza autoindulgenze e capire se è stato un incidente di percorso o qualcosa di più serio”.
Lo ha dichiarato oggi sul Corriere della Sera l’ex governatore ligure Giovanni Toti, commentando il risultato delle elezioni comunali di Genova, dove al primo turno il candidato del centrodestra Pietro Piciocchi ha perso e la candidata del centrosinistra Silvia Salis ha vinto.
Accusato da alcuni di aver aiutato la candidata Salis, Toti ha ribadito: “Conosco Silvia, la stimo e le auguro ogni bene, e conosco ancora meglio il marito (il regista romano Fausto Brizzi che ha girato alcuni spot per Regione Liguria quando Toti era presidente, ndr) con cui abbiamo collaborato su diversi progetti. Ma faccio il tifo per la mia squadra anche se l’ho vista incerta. Sarebbe meglio parlare degli errori commessi”.
In sintesi, secondo Toti, tra gli errori commessi dal centrodestra, “il primo” che ritiene “esiziale, è stato commesso nell’autunno scorso quando si è giocata la partita delle elezioni regionali. Bucci, rimanendo sindaco di Genova, avrebbe potuto rappresentare un ottimo punto d’appoggio per il candidato in Regione. Che doveva essere un altro o un’altra”.
Toti pensa a “Ilaria Cavo, che anche in queste elezioni comunali ha fatto il boom di preferenze, ma ci sarebbero state anche altre figure. Si è voluto giocare tutto all’attacco quando sarebbe servita più calma e una disposizione della squadra più prudente”.
Il secondo errore “è strettamente legato al primo. Si è immaginato di sfruttare un momento di debolezza dell’area civico-totiana per rivedere i rapporti di forza dentro il centrodestra. Già è difficile giocare una sfida alla volta, volerne fare due contemporaneamente è stato un azzardo che non ha pagato.
Tutti i partiti, legittimamente, dopo aver avuto un ruolo minore durante la mia esperienza (l’area che si era coagulata raggiungeva il 22%), hanno pensato di ‘riappropriarsi’ di quell’elettorato. Ma hanno fatto male i loro conti perché quell’elettorato non è dentro il bacino del centrodestra, anzi spesso ne è estraneo per storia e cultura, pur essendo disponibile a entrare in rapporto.
La Liguria ha una storia precisa, di marca progressista. È la terra di Sandro Pertini, dei camalli, del processo di Savona. Per una strana alchimia, eravamo riusciti a coinvolgere quell’elettorato nel nostro progetto politico.
Una volta lasciato in libertà, in buona parte è tornato a casa”.
Per il centrosinistra “Silvia Salis è la figura giusta. una solida tradizione familiare di sinistra ma con un posizionamento politico centrista. Lo dicono i rapporti con Renzi e la vicepresidenza del Coni di Giovanni Malagò che certo non è Che Guevara”.
Il candidato sconfitto Pietro Piciocchi ha detto che l’inchiesta che l’ha coinvolta un anno fa ‘ha rotto l’incantesimo’. È d’accordo? Ha chiesto il cronista del Corriere della Sera a Toti.
“Non l’ha detta male – ha risposto Toti – è vero che c’è stata una cesura. Non si poteva far finta di niente. Però penso che per recuperare quell’elettorato sarebbe stato necessario rivendicare il lavoro fatto, non rinnegarlo o, comunque, sminuirlo. Quello era il nostro capitale sociale”.