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The Other Direction, quando l’autobus racconta la vita delle donne

The Other Direction, quando l’autobus racconta la vita delle donne

Presentata in anteprima alla stampa questa mattina venerdì 27 giugno alle ore 11,30 negli spazi del Munizioniere di Palazzo Ducale “The Other Direction”, una mostra che scaturisce da un progetto artistico transidiscpinare e partecipativo ad opera di di Franziska Greber e Laura Sicignano.

La Sicignano la conosciamo tutti: regista, autrice, fondatrice e direttrice dal 1994 del Teatro Cargo a Genova, poi  Direttrice del Teatro Stabile di Catania dal 2018 al 2022. Ha ricevuto  premi e riconoscimenti tanto in Italia che all’estero per i suoi testi e le sue regie. Di Franziska Greber conosciamo senz’altro meno anche se, come ha detto lei stessa in conferenza,  è nella nostra città da tre anni. Artista svizzera, psicoterapeuta, fondatrice del progetto artistico globale WOMEN IN THE DARK contro la discriminazione e la violenza (2016), nel 2023 ha ricevuto anche il Premio d’arte tedesco “The Power of the Arts”. Le sue opere  sono state presentare in giro per il mondo che lei ha visitato in ogni dove.

Queste due artiste si sono incontrate ed insieme, ognuna con la propria esperienza, hanno proposto ed attuato un progetto di ricerca artistica e sociale che esplora le domande urgenti del nostro tempo attraverso l’ascolto, il movimento e lo spazio urbano. A presentare la mostra e le due artiste la Direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa: “L’arte contemporanea deve partire dalle urgenze e questa mostra, che si concentra sulle donne, come si sentono, cosa fanno, ecc., riunisce una documentazione intima di chi ha voluto fornire le proprie esperienze senza pudore. Ma è una mostra in cui si possono vedere anche oggetti semplici che diventano arte come pezzi di autobus, sedute su cui è stato scritto coi pennarelli e che da atti di vandalismo diventano anche loro pezzi d’arte”

Tutto ciò accade indagando all’interno del microcosmo dell’autobus n. 1 – una delle linee più antiche e simboliche di Genova – ascoltando le voci di coloro che sono tutti i giorni a bordo, voci troppo spesso inascoltate e che costituiscono il cuore pulsante della nostra città. Il progetto di Sicignano e  Greber propone un viaggio fisico e simbolico: le storie personali di donne– spesso invisibili, taciute o trascurate – si intrecciano anche nella storia del territorio, diventando materia viva dell’opera. “Il trasporto pubblico diventa un mezzo per esplorare le periferie e le persone che vi abitano, le loro diverse origini e provenienze, con un particolare sguardo verso la situazione delle donne, tema che mi è sempre stato caro – dice Laura Sicignano – più di cento testimonianze femminili che ci hanno fornito una pluralità di punti di vista. Non è assolutamente un percorso estetico e “l’altra direzione” è una domanda aperta. Prendere un autobus ci permette di osservare gli altri. Sull’1 si parlano tante lingue diverse. Le persone ci hanno raccontato di sè e spesso si sono anche divertite.  Un percorso anche ludico, dunque, in cui l’arte e il viaggio si congiungono, il che ci ha coinvolto molto”.

Franziska Greber  ha affermato che il suo lavoro è sempre stato concentrato su le discriminazioni nei confronti delle donne e che tutte le sue mostre si sono focalizzate sulle problematiche in questo senso di vari Paesi come Cina, Nord Africa, Pakistan e Bangladesh. “ Ma il centro di tutto è il movimento e l’arte è l’unica capace di aprire varchi impensabili” ha detto l’artista svizzera.

Ma veniamo all’esposizione. Un tappeto rosso guida il visitatore oltre porte di autobus inaccessibili e obliteratrici verso sette ritratti video di donne proiettati su grandi teli, accompagnati da loro testi su leggii musicali. Troviamo una senegalese che abita al CEP e fa treccine per dar da mangiare ai suoi 5 figli. Il marito è morto 3 anni fa e la sua è una vita difficile. Ma la figlia sembra essere di parere diverso: lei ci sta bene in Italia, fa la terza media e non vede la situazione catastrofica come la madre. Andando avanti si incontra un’insegnante di Storia e filosofia che tutti i giorni dal centro dove abita si reca al lavoro in una scuola a Sampierdarena; poi c’ è una nonna che prende l’1 per andare a trovare i nipoti che abitano a Sestri Ponente. Ma c’è anche un ragazzo originario del Senegal,  che lavora all’Hotel Mediterraneo di Pegli. Porta tutte le mattine la colazioni ai clienti. Suo fratello si è trasferito in Italia che aveva 2 anni, mentre lui è nato qui, quindi italiano a tutti gli effetti diciamo noi (a prescindere dallo ius soli).

Insomma una mostra che parla della gente ”Un progetto coraggioso in cui si ascoltano storie che inevitabilmente ci interrogano sui problemi dei cittadini –  come ha affermato il neo Assessore alla Cultura del Comune di Genova Giacomo Montanari –  L’arte è sempre stato un confronto col quotidiano” e mai come in questo caso se ne ha la prova.

La mostra, che ha come partner Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, AMT Genova, Centro Studi Medì Migrazioni nel Mediterraneo, Conservatorio Niccolò Paganini, sarà visibile al pubblico da domani sabato 28 giugno fino al 13 luglio. Francesca Camponero

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