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Sciopero benzinai dal 25 al 26 gennaio: siamo contro ondata di fango del Governo

Benzina, prezzo in aumento: in autostrada al self 2,015 euro
Una pompa di benzina

I benzinai sciopereranno il 25 e il 26 gennaio contro le decisioni del governo Meloni per il non rinnovo del taglio delle accise sui carburanti.

L’esecutivo non ha rinnovato il taglio delle accise che dal 1° gennaio 2023 ha prodotto aumenti di 18,3 centesimi per benzina e diesel (di cui 3,3 come componente Iva) e di 6,1 centesimi per il Gpl (5 centesimi di accisa più l’Iva).

Quanto costerebbe la benzina senza le accise?

I gestori delle pompe di benzina scioperano soprattutto contro le dichiarazioni dell’esecutivo sull’aumento del costo dei carburanti.

Secondo le rappresentanze sindacali tutti gli esponenti del governo hanno parlato di speculazione per giustificare la risalita dei prezzi, scaricando la responsabilità sui gestori delle pompe di benzina. L’aumento è dovuto sostanzialmente al mancato rinnovo dello sconto sulle accise che era in vigore da quasi un anno.

Le dichiarazioni di ieri nel video messaggio del premier Meloni, in cui la presidente del Consiglio dice che la maggior parte dei benzinai sono onesti, non hanno placato gli animi, anzi.

E’ stata la scintilla che ha dato fuoco alle polveri.

“Per porre fine a questa ‘ondata di fango’ contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete” – si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio.

Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per le “norme sulla trasparenza dei prezzi sui carburanti e sul rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del garante dei prezzi”.

Il testo prevede per esercenti e gestori l’obbligo ad esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti accanto a quello di vendita, in ogni distributore di benzina.

Il prezzo verrà calcolato giornalmente dal ministero dell’Ambiente e comunicato sul sito del dicastero.

Ma non solo. Sulla rete autostradale i prezzi di vendita non potranno essere superiori ad una percentuale, che il governo sta ancora definendo, del prezzo medio nazionale.

Verrà attivata la Guardia di Finanza per avere più controlli sulle condotte speculative. In caso di violazione, sono previste sanzioni per i recidivi, con possibilità di sospendere l’attività dei furbetti da 7 fino a 90 giorni.

Inoltre verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all’interno dell’Antitrust.

Il tutto per evitare, spiegano fonti del governo, eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti su strade e autostrade.

E se il il ministro Giorgetti ha già dato mandato alla guardia di finanza di effettuare controlli a campione, la Procura di Roma indaga già sui rincari, compresi i prezzi del carburante, nell’ambito di un fascicolo aperto per individuare eventuali speculazioni con gli accertamenti affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.