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Riciclaggio: arcivescovo genovese Balestrero nei guai, nunzio apostolico in Colombia

Il 50enne genovese Ettore Balestrero, nunzio apostolico in Colombia

Il 50enne genovese Ettore Balestrero, arcivescovo e attuale nunzio apostolico in Colombia, risulterebbe indagato dalla procura di Genova, insieme al fratello Guido, con l’ipotesi di riciclaggio internazionale in concorso.

Lo hanno riportato oggi i quotidiani La Stampa-Il Secoloxix.

In sostanza, secondo quanto riferito, il 4 settembre 2015 l’arcivescovo avrebbe sottoscritto una donazione di quasi 4 milioni di euro al fratello Guido davanti al notaio genovese Andrea Piermari. Per i pm, rappresenterebbe l’atto conclusivo per far rientrare gli introiti di un’operazione considerata poco chiara.

L’input per gli accertamenti sarebbe arrivato arrivato con una segnalazione di Bankitalia, che avrebbe ravvisato anomalie nella maxi donazione.

Gli inquirenti, in questi anni, hanno quindi ricostruito i passaggi di una lunga storia trovando documentazione nel corso di un blitz a Ponte Chiasso, dov’era stato fermato un collaboratore della famiglia genovese Balestrero (importatori di carne e pesce) di ritorno dalla Svizzera.

La vicenda affonda le sue radici nel giugno 1998, quando il quotidiano El Paìs aveva rivelato un presunto scandalo andato in scena fra Italia, Spagna e Argentina, che coinvolgeva importatori di carne indicando Guido Balestrero e suo padre Gerolamo ai quali veniva sostanzialmente contestato di avere “ammorbidito” funzionari del ministero del Commercio spagnolo per ottenere licenze dal Gatt (attuale Wto, World trade organization) con l’obiettivo di far entrare da Buenos Aires, tramite Madrid, quantitativi di carne superiori a quanto consentito.

I Balestrero patteggiarono, ma nella nuova indagine i riflettori sono puntati sulla plusvalenza generata da quel traffico.

Secondo la Guardia di Finanza, per celare gli introiti considerati anomali sarebbe stata creata una società con sede alle Isole Vergini Britanniche. E il presunto “beneficiario” delle operazioni societarie, condotte tramite una fiduciaria svizzera, su un deposito bancario di Lugano, sarebbe stato l’arcivescovo Ettore Balestrero. Il suo nome sarebbe infatti indicato nei documenti trovati a Ponte Chiasso.

Tuttavia, durante un interrogatorio sostenuto nei mesi scorsi a Genova, Ettore Balestrero avrebbe già spiegato di essere stato all’oscuro delle operazioni a lui collegate e contestate dagli inquirenti. Il prossimo 26 novembre è previsto l’interrogatorio del padre dei due fratelli inquisiti.