Alla vigilia del primo consiglio comunale (in programma domani alle 15) dopo le elezioni, esce fuori una clamorosa indagine della Procura della Repubblica di Genova
Il comandante della Polizia locale di Genova Luca Giurato e l’ex assessore comunale alla Sicurezza e Protezione civile Sergio Gambino (FdI) risultano indagati dalla Procura rispettivamente per rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
Gli investigatori della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile della Polizia hanno effettuato perquisizioni negli uffici del Comune di Genova ai piani 21 e 23 del Matitone.
La Polizia e la GdF stanno passando al setaccio gli uffici del comandante della Polizia locale (indagato per rivelazione di segreto d’ufficio) e dell’ex assessore a Sicurezza, Polizia locale, Protezione civile, e successivamente anche a Mobilità, Sergio Gambino, ora consigliere comunale di Fratelli d’Italia (indagato per corruzione).
Oltre a Gambino e Giurato, ci sarebbero altri indagati tra cui alcuni dirigenti comunali, nell’ambito di un doppio filone di inchiesta.
Nella ricostruzione dei pm Arianna Ciavattini, Federico Manotti e Luca Monteverde, Gambino sarebbe al centro di accertamenti sui presunti rapporti con una ditta locale che sarebbe stata agevolata in cambio di un ipotetico sostegno ad attività imprenditoriali legate a un suo famigliare.
Per quanto riguarda Giurato, sotto la lente degli inquirenti c’è anche l’incidente stradale di un anno fa a Quinto in cui Silvia Salis aveva investito una donna di 42 anni (30 giorni di prognosi) che aveva attraversato la strada col verde pedonale, rispolverato sui media durante la campagna elettorale perché in un primissimo tempo era uscito fuori che la futura sindaca era passata col rosso e subito dopo, invece, si era chiarito che anche lei era passata col semaforo verde ma non aveva dato la precedenza al pedone e lo aveva investito con la sua auto.
Una vicenda per cui era emersa l’esistenza di un fascicolo con iscrizione nel registro degli indagati per lesioni stradali colpose (art. 590 del Codice penale) della futura sindaca Salis, destinato al giudice di pace.
Secondo i pm, dietro il caso della vicenda politico-mediatica sul sinistro stradale (realmente accaduto) ci sarebbe stato un tentativo di danneggiare elettoralmente la futura sindaca, ipoteticamente orchestrato da Gambino, mentre a far trapelare il contenuto del verbale (allegato al fascicolo d’indagine della Procura) sarebbe stato invece Giurato. Tuttavia, è opportuno ricordare che un verbale degli agenti della Polizia locale (con l’indicazione della relativa sanzione per non avere dato la precedenza al pedone) era stato successivamente diffuso dallo staff di Salis per contestare l’errata informazione, apparsa sui media, che la futura sindaca fosse passata col semaforo rosso.
Ecco il testo del comunicato diffuso stamane dal procuratore capo della Repubblica di Genova Nicola Piacente.
“Ritenuto che sia di interesse pubblico la divulgazione di informazioni riguardanti attività di accertamento su:
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presunte violazioni di legge nell’attività di prevenzione e repressione dei reati;
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presunti episodi di corruzione e violazione del segreto, ritenuti essere stati perpetrati nell’ambito dell’espletamento di cariche e mansioni pubbliche;
fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli articoli 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime, così come per le aziende coinvolte, di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede,
si comunica che ufficiali ed agenti della Polizia di Stato sono impegnati, in data odierna, nell’esecuzione di decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica nell’ambito di due distinti procedimenti, tuttora nella fase delle indagini preliminari.
Primo procedimento
Il primo procedimento riguarda:
i reati di falsità ideologica in verbali e atti destinati all’Autorità Giudiziaria e di lesioni aggravate (suscettibili comunque di ulteriori accertamenti), che si ritengono commessi in occasione dell’accompagnamento presso gli uffici della Polizia Locale di persone controllate o arrestate.
Rientrano inoltre nel medesimo procedimento ipotesi di peculato relative a somme di denaro e a un modesto quantitativo di droga leggera, che allo stato si ritengono sottratti durante perquisizioni e controlli. Le contestazioni sono rivolte ad alcuni operatori della Polizia Locale di Genova, appartenenti al Reparto Sicurezza Urbana.
Secondo procedimento
Il secondo procedimento riguarda:
a) episodi di asservimento delle proprie funzioni, suscettibili di ulteriori accertamenti, da parte dell’ex Assessore alla Sicurezza, Polizia Locale, Protezione Civile, Mobilità e Trasporti del Comune di Genova, in favore di quattro imprenditori. Tali condotte si riferiscono alla trattazione di pratiche amministrative nei settori dei pubblici spettacoli, viabilità, trasporto pubblico e nell’affidamento di contratti pubblici relativi all’assistenza residenziale e all’accoglienza di persone socialmente vulnerabili – in particolare migranti e minori stranieri non accompagnati – a fronte della corresponsione (o promessa) di denaro, utilità varie e sostegno elettorale;
b) presunte indebite rivelazioni di segreti d’ufficio attribuite all’ex Assessore e al Comandante della Polizia Municipale, relative alla diffusione – in prossimità delle elezioni comunali – di notizie inerenti un procedimento penale riguardante un sinistro stradale che ha visto coinvolta una candidata alla carica di sindaco.
Le operazioni, ancora in corso, comprendono – per quanto riguarda il secondo procedimento – l’acquisizione di documentazione presso gli uffici del Comune di Genova, dell’Azienda Sanitaria ligure, dell’Azienda Municipalizzata Trasporti e della Prefettura.
Tali attività sono state delegate agli investigatori della Polizia di Stato e ai militari della sezione di Polizia Giudiziaria di questa Procura – aliquota Guardia di Finanza – per gli ambiti di rispettiva competenza.
Si precisa che le perquisizioni delegate alla Polizia Giudiziaria rappresentano strumenti di ricerca della prova e non possono in alcun modo essere equiparate né all’esercizio dell’azione penale, né tantomeno a una sentenza di affermazione di responsabilità”.
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