Giovani genovesi e liguri. Oltre a una squadra proveniente dall’estero. Per vivere tutti insieme un’esperienza umanamente ricca viste le implicazioni sociali e relazionali, al di là della competizione agonistica tra tutte le partecipanti. Torna con l’edizione n° 25, per le nozze d’argento, il Torneo Internazionale Giovanile James Spensley – Memorial G.Piccardo, F.Salvo e P.Spagnolo (6-9 settembre), “dedicato ai bambini di tutto il mondo”. Una kermesse nata nell’anno del Centenario del Grifone nel 1993, e diventata un appuntamento fisso nell’agenda estiva, con il richiamo a valori semplici e sempre attuali come fair-play, amicizia, integrazione, solidarietà.
Grazie all’impegno del Comitato Organizzatore e dei tanti volontari che ogni anno concorrono alla riuscita della manifestazione, ospitata sui campi sportivi cittadini e dell’entroterra, il Torneo Spensley è cresciuto negli anni con schemi collaudati e con alcune novità. Formula che vince, però, non si cambia nella sostanza. Martedì 4 settembre, con inizio alle 11, al Museo della Storia del Genoa al Porto Antico, presso la sala che custodisce alcuni dei cimeli più importanti degli albori del calcio, tra cui la Coppa Challenge, il primo titolo nazionale assegnato, è prevista la presentazione ai media con la partecipazione di un giocatore del Grifone
Comincia il viaggio di avvicinamento di LN alla kermesse internazionale annuale “Terra Madre Salone del Gusto” che si tiene dal 20 al 24 settembre prossimi con eventi a Torino e in tutto il Piemonte ed è organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte.
Per una panoramica complessiva degli appuntamenti si può consultare il programma e tutte le info sul sito web www.slowfood.it e prenotare la partecipazione agli eventi.
Il rapporto tra le donne, la terra e il cibo può e deve essere visto secondo una visione più libera e innovativa di quella finora dominante, spesso frutto di un approccio misogino. Ma quali sono i numeri del lavoro femminile nella filiera alimentare? Se ne parla a “Terra Madre Salone del Gusto.
Come si può conciliare una visione moderna del ruolo della donna, che non la veda realizzarsi soprattutto nell’atto di nutrire e accudire, con la salvaguardia delle tradizioni, un rapporto più armonico con la natura, la riscoperta della cucina e della convivialità?
Alice Waters
È questa la provocazione che lanciano quattro donne d’eccezione al pubblico di “Terra Madre Salone del Gusto”: la cuoca e vicepresidente di Slow Food Alice Waters, storica attivista del cibo e promotrice della rete degli orti scolastici negli Stati Uniti, la giornalista e scrittrice Maria Canabal, fondatrice e presidente del Parabere Forum dedicato alle donne del mondo gastronomico, l’attrice italiana Lella Costa e Roberta Mazzanti, consulente editoriale da sempre particolarmente attenta al rapporto fra letteratura femminile e cultura civile.
L’occasione è la conferenza “Terra liberata. Dialogo semiserio sulla caduta dell’angelo del focolare” che fa parte del palinsesto di incontri messo a punto in collaborazione con il Circolo dei Lettori e appena pubblicato sul sito della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito, giusto e sano.
Se trattata in modo semplicistico, infatti, la relazione tra la donna, la terra e il cibo potrebbe condurre a una visione misogina, figlia di schemi ormai superati che non riescono a concepire un rapporto libero, nuovo e innovativo. Dall’altro lato, ci si chiede come evitare di cadere nell’estremo opposto, cioè l’emancipazione della donna secondo tradizionali modelli maschili, che la spingano a vivere al passo con i valori e le esigenze del capitalismo.
A Terra Madre Salone del Gusto l’agricoltura è donna
Le donne lavorano e creano lavoro in agricoltura e nell’allevamento, operano nella filiera alimentare, sostengono l’intera economia familiare dei nuclei contadini nel Sud del mondo e, in troppi casi, sono sfruttate nei campi come braccianti stagionali e costrette a volte a una vera e propria schiavitù.
Spesso questo lavoro resta sconosciuto o viene dato per scontato, mentre i grandi chef (uomini) conquistano i palcoscenici della televisione. Ma a “Terra Madre Salone del Gusto” sanno bene quanto il ruolo di milioni di contadine, allevatrici, pastore, cuoche sia l’architrave dell’agricoltura di piccola scala e un sostegno fondamentale per preservarne le tradizioni, la ricchezza, le speranze per il domani.
Isabel Angelica Inayao Sepulveda
Tra le migliaia di delegati in arrivo per l’appuntamento di Torino c’è la giovanissima cilena Isabel Angelica Inayao Sepulveda. Insieme ad altre 18 donne riunite nella Agrupación por la biodiversidad de Paillaco ha fondato il gruppo delle “mujeres rurales”, parte della rete locale di Slow Food, che producono ortaggi con metodi agroecologici, ma sono anche raccoglitrici di erbe e frutti selvatici che vendono ogni settimana direttamente in un mercato locale. La loro specialità sono le marmellate a base di murta, piccole bacche rosse di un arbusto originario del sud del Cile.
È giovane e indigena anche Akeisha Clarke, che partecipa per la prima volta alla più importante manifestazione agroalimentare del mondo in rappresentanza della comunità di pescatori della Piccola Martinica, a poca distanza dall’isola di Grenada, entrata da poco a far parte del progetto Slow Food Caribe. Akeisha opera in un settore, quello della piccola pesca artigianale, in cui gli addetti sono per la maggior parte uomini e il ruolo della donna non è riconosciuto.
Helen Nguya porta con sé oltre 35 anni di esperienza nella realizzazione di progetti di sviluppo per le comunità della Tanzania a partire dal cibo e dall’agricoltura sostenibile. È stata artefice dell’organizzazione locale Trmega (Training, Research, Monitoring and Evaluation on Gender and Aids), un punto di riferimento per persone vulnerabili come vedove, bambini, donne molto povere e malati di Hiv e Aids, che si fanno forza lavorando insieme. Nel 2004 è entrata in contatto con Slow Food e oggi è tra i più convinti promotori del progetto Orti in Africa che contribuisce a portare avanti insieme al Presidio del miele di ape melipona di Arusha e altre iniziative di Slow Food in Tanzania.
Dall’Italia arriva la giovanissima Ilaria Minichiello, della Comunità del cibo dei Coltivatori dell’oliva ravece delle colline dell’Ufita e del Calore. Nata ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino,
Ilaria Minichiello
ha 24 anni, e vive a Grottaminarda dove ha appena rilevato l’azienda olearia della madre: 700 piante di uliveti secolari e impianti giovani di cultivar locali. Il suo sogno è aprire un piccolo agriturismo “fatto come si deve”, cioè in cui coltivare e cucinare i prodotti dell’azienda, far partecipare gli ospiti alle fasi della produzione e trasformazione in cucina.
Friulane invece sono Annalisa e Jessica Celant che nella malga Costa Cervera producono il formadi o çuç di mont del Presidio Slow Food. Le due sorelle sono l’ultima generazione della famiglia di malgari del Friuli di cui si abbia attestazione più antica: possiamo andare indietro fino al padre del bisnonno nell’800, il più anziano patriarca dei malgari della regione.
Le sorelle Celant
Nel programma dei Forum di Terra Madre non mancano gli appuntamenti dedicati alle questioni di genere, dal ruolo delle donne indigene quali agenti di resistenza al cambiamento climatico alle “regine dei mari” della rete Slow Fish che dimostrano come – anche in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini – le donne possano far valere il loro patrimonio di conoscenze ed esperienze.
Oltre alla voce delle tante delegate, potremo ascoltare anche quella di grandi ospiti che hanno contribuito a rendere il mondo della terra e del cibo più buono, pulito e giusto.
Tra le presenze confermate, nel calendario di Terra Madre Salone del Gusto ci sono anche l’ambientalista e attivista indiana Sunita Narain, indicata nel 2016 dal Time come una tra le 100 persone più influenti al mondo e intervistata da Leonardo Di Caprio per il documentario Before the Flood, e la chef Ana Roš, incoronata nel 2017 miglior cuoca del mondo secondo The World’s 50 Best Restaurants, che ci porta alla scoperta di una cucina personale e graffiante, quella proposta nel suo ristorante Hiša Franko di Caporetto, nell’alto Isonzo al confine con il Friuli Venezia Giulia.
E poi ci sono le protagoniste della Fucina pizza e pane e del Cacao camp, le due aree tematiche che con laboratori e incontri approfondiscono rispettivamente i temi delle farine e dei lievitati (pane, pizza e pasticceria) e della filiera del “cibo degli dei”.
Pizzaiola doc è Petra Antolini, che a Pescantina (Vr) gestisce al Settimo Cielo e Casa Petra. La sua pizza “non è gourmet, non è napoletana, non è romana, ha un bel cornicione, è morbida e croccante allo stesso tempo. Sono fortunata perché, avendo iniziato a lavorare in cucina, conosco i prodotti. E poi vivo in Valpolicella, un luogo bellissimo e ricco di biodiversità sebbene alcuni ingredienti arrivino dal resto d’Italia come il fior di latte di Agerola, il pomodoro vesuviano, i capperi del Presidio Slow Food”. Eppure, nonostante tutto, Petra è convinta che “la pizza debba essere alla portata di tutti e dunque i prezzi debbano essere ragionevoli”.
Estelle Conan
Dalla Costa D’Avorio arriva Estelle Conan, la donna grazie alla quale è nata la cooperativa Scay Scoops: qui, dove la produzione di cacao è massiccia e su larga scala, 143 produttori di piccola scala hanno deciso di abbracciare pratiche del tutto naturali nelle loro piantagioni opponendosi alle più diffuse produzioni intensive. Il compenso equo, garantito dalla certificazione biologica, permette ai produttori di migliorare le condizioni di vita della propria comunità e le tecniche di lavoro, grazie alle quali il cacao viene preservato nel modo migliore, e con esso, tutta la sua ricchezza aromatica.
Dai campi alle cucine, quanto vale il lavoro delle donne
Secondo la Fao, se le donne avessero pari accesso alle risorse – terra, credito, istruzione, servizi di estensione agricola – potrebbero aumentare tra il 20% e il 30% la loro produzione agricola, e portare 150 degli 815 milioni di persone che oggi soffrono la fame fuori dall’insicurezza alimentare.
Il contributo femminile al settore primario vale all’incirca il 43% della forza lavoro totale, ma i dati complessivi ci dicono poco sull’impatto che ha sulle diverse aree del mondo. Dal 20% circa del continente americano si passa infatti a quasi il 50% in Africa, dove le donne sono responsabili anche dell’80% del lavoro associato alle attività domestiche rurali, come la raccolta di acqua e legna da ardere, la preparazione e la cottura dei pasti, la lavorazione e la conservazione degli alimenti e gli acquisti.
In una larga parte del Sud Est asiatico e dell’Africa subsahariana, l’agricoltura resta in assoluto la più importante fonte di occupazione per le donne, che lavorano in media fino a 13 ore in più a settimana rispetto agli uomini. Donne e ragazze nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo trascorrono quasi un’ora al giorno nella ricerca di acqua e dei mezzi necessari per preparare i pasti, ma in alcune comunità si può arrivare fino a quattro ore giornaliere.
Uno studio relativo all’Africa mostra come, nel corso di un anno, una donna arrivi a trasportare oltre 80 tonnellate di carburante, acqua e prodotti agricoli, contro una media maschile che si attesta sulle 10 tonnellate. Non stupisce quindi che ogni cambiamento nelle condizioni sociosanitarie della famiglia (come la presenza di congiunti che necessitano di assistenza medica) o nello stato dell’ambiente circostante si ripercuota in modo differente sul lavoro maschile e femminile: la deforestazione, ad esempio, costringe le donne a coprire distanze più ampie per assicurare alla famiglia i mezzi di sostentamento.
Se è indiscutibile il ruolo dell’”altra metà del cielo” nell’agricoltura familiare, specie nei Paesi più svantaggiati, ben più difficile è stimare il contributo delle donne alla conduzione delle imprese nel settore primario: i dati suggeriscono che le aziende agricole con una donna a capo rappresentano una percentuale compresa fra il 3% e il 38% e producono tra il 2% e il 17% del valore del cibo. Va considerato che nella maggior parte delle situazioni non è possibile stabilire con certezza quali siano i ruoli di genere nella produzione, perché spesso il cibo viene prodotto con il contributo di uomini e donne in un processo collaborativo. In generale, tuttavia, è giusto affermare che le donne siano sovrarappresentate in lavori caratterizzati da bassi salari, alta insicurezza e standard mediocri. Quando hanno limitate capacità decisionali all’interno della famiglia o scarso accesso alle risorse e al reddito familiare, sono anche più propense ad accettare salari più bassi. E nonostante esista grande eterogeneità nei diversi contesti, le donne restano nettamente più coinvolte nel lavoro non retribuito, in quello stagionale e nel part-time.
La situazione in Italia
In Italia l’agricoltura al femminile contribuisce per il 27% alla forza lavoro del settore (contro una media europea del 21%) e conta su circa 500mila aziende, il 31% del totale. Di queste ben il 78% ha una dimensione al di sotto ai 5 ettari, inferiore al dato già molto basso del Paese (8,4 ettari nel 2015). Impressiona ancor più il fatto che quasi metà delle imprenditrici agricole (il 49%) ha superato i 60 anni, mentre appena il 9% ha meno di 40 anni. Nell’universo dei giovani agricoltori, tuttavia, le donne rappresentano il 32% degli addetti.
Un confronto fra gli ultimi tre censimenti (1990, 2000, 2010) evidenzia come le aziende a guida femminile abbiano sostanzialmente tenuto negli anni Novanta (calo dell’1%) a differenza delle aziende condotte da uomini che nello stesso periodo registravano una diminuzione del 9%. Nel primo decennio del Duemila, per contro, si registra un parallelo tracollo nel numero di imprese (-37%): ad aumentare, in percentuale, è invece il peso delle conduttrici nel settore agricolo, dal 26% del 1990 al 31% del 2010.
Un altro trend in crescita è quello che negli ultimi anni ha visto un aumento costante della manodopera femminile nel lavoro bracciantile. Questa realtà nasconde troppo spesso lo sfruttamento di lavoratrici italiane e straniere, costrette dalle reti del caporalato a mansioni sottopagate, orari massacranti e gravi violenze anche di natura sessuale.
“Terra Madre Salone del Gusto” è resa possibile grazie al contributo delle tantissime aziende che hanno creduto in questo progetto e che insieme a noi si stanno impegnando per rendere l’edizione 2018 la più bella di sempre. Citiamo qui gli Official partner: GL events, Iren, Lavazza, Lurisia, Parmigiano Reggiano, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy. Official Sparkling Wine: Consorzio Alta Langa. Con il sostegno di Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte.
Dopo le tre amichevoli di maggio e giugno con Arabia Saudita, Francia e Olanda, la Nazionale torna a disputare una competizione ufficiale, la neonata UEFA Nations League, che vedrà gli Azzurri affrontare la Polonia (Bologna, Stadio “Dall’Ara” – venerdì 7 settembre, ore 20.45) e il Portogallo Campione d’Europa in carica (Lisbona, “Estádio do Sport Lisboa e Benfica” – lunedì 10 settembre, ore 20.45).
Il Ct Roberto Mancini diramerà sabato pomeriggio la lista dei convocati per le due gare, con il raduno che inizierà da domenica 2 settembre, entro la mezzanotte o comunque al termine delle gare di campionato, presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
ITALIA-POLONIA. Quattordici le sfide tra Italia e Polonia: Azzurri in vantaggio nel bilancio (5 successi, 6 pareggi e 3 sconfitte) e finora imbattuti nelle gare giocate in Italia. L’ultimo confronto risale all’11 novembre 2011, quando gli Azzurri si imposero per 2-0 nell’amichevole disputata a Wroclaw. Sarà la 21a partita per la Nazionale a Bologna, dove manca dal 17 novembre 2015 (2-2 con la Romania): nel capoluogo emiliano, l’Italia ha raccolto 15 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Per il Ct Mancini sarà la prima gara in una competizione ufficiale sulla panchina della Nazionale, nello stesso stadio dove esattamente 37 anni prima, il 6 settembre 1981, esordì a 16 anni in Coppa Italia e subito dopo, il 13 settembre, in Serie A. Solo in un’occasione Mancini è sceso in campo al Dall’Ara in maglia azzurra: era l’8 ottobre 1986 e al 73’ prese il posto di Altobelli nel match vinto con la Grecia (2-0). Nei prossimi giorni si svolgeranno nel capoluogo emiliano alcune iniziative promozionali nell’ambito del programma ‘Bologna Città Azzurra’.
PORTOGALLO-ITALIA. Finora sono 25 i precedenti tra Italia e Portogallo, con gli Azzurri in netto vantaggio: 18 vittorie e 2 pareggi contro le sole 5 sconfitte, anche se nell’ultimo confronto, a Ginevra nel 2015, sono stati i lusitani a imporsi con un gol di Eder. Riguardo i precedenti in Portogallo, Italia avanti con 6 successi a 4; alla pari invece (3 vittorie per parte) nei precedenti a Lisbona, dove l’Italia manca da 31 anni (vittoria 1-0) e tra il 1925 e il 1987 ha giocato in tre diversi stadi: dal “Lumiar” al “Josè Alvalade”, che nel 1956 ne ha preso il posto, passando per 4 gare al “Nacional”. Sarà la prima volta nello “Estádio do Sport Lisboa e Benfica” o come è più comunemente conosciuto “Estadio da Luz”.
LA UEFA NATIONS LEAGUE. La nuova competizione promossa dalla UEFA si articola su 4 categorie, dalla A alla D: l’Italia è inserita nella Lega A, che comprende le 12 nazionali con il Ranking UEFA più alto suddivise in 4 gironi da 3 squadre ciascuno. Dopo le gare di andata con Polonia e Portogallo, l’Italia ha in programma il 14 ottobre la trasferta in terra polacca e il 17 novembre l’ultimo match casalingo con il Portogallo. Nelle giornate in cui non sarà impegnata nel torneo, la Nazionale disputerà gli incontri amichevoli con Ucraina (Genova, Stadio “Ferraris”, mercoledì 10 ottobre ore 20.45) e Stati Uniti (Sede da stabilire, martedì 20 novembre).
La San Camillo Pallamano Imperia prepara la nuova stagione con un raduno collegiale che coinvolge ragazzi e ragazze delle formazioni under 13, under 15 e under 17-19.
La società ha così organizzato, a Nava, una “sei giorni” di allenamenti intensi, ma anche di giochi e momenti di relax, agli ordini del responsabile tecnico Gianmarco Terranova, di un gruppo di dirigenti e collaboratori che garantiscono una gestione a 360 gradi dello stage, compresa la preparazione dei pasti. Il presidente Giovanni Martini, che martedì mattina ha inaugurato l’evento, è
entusiasta.
“Per alcuni giorni venticinque nostri ragazzi avranno modo di preparare al meglio la stagione, curando preparazione fisica e tecnica, ma soprattutto impareranno a far gruppo, a conoscersi, ad affrontare e risolvere insieme i problemi “. Inoltre sarà una bella vacanza per scoprire il nostro territorio. Lo stage a Nava è stato preparato nei dettagli dal sodalizio imperiese, che ha fornito ai partecipanti materiale sportivo e ha proposto un programma impegnativo e emozionante. Un avvio di stagione scoppiettante, per un team molto ambizioso che desidera crescere e far crescere i propri ragazzi.
Giacomo Pastorino è il nuovo responsabile della Pro Recco Academy. La scelta dell’ex portiere recchelino e del Settebello, vice campione olimpico e medaglia d’oro ai mondiali di Shanghai, testimonia l’importanza dei giovani nel progetto di crescita del Club fortemente voluto dal presidente Maurizio Felugo.
“Ringrazio la Società per l’opportunità concessa, con grande dedizione metterò la mia esperienza a disposizione dei giovani pallanuotisti – afferma Pastorino, per due anni team manager della prima squadra e nella passata stagione anche allenatore degli Acquagol -. Ripartiremo da tecnici di indiscutibile competenza e immensa passione, ingredienti indispensabili per formare gli uomini e gli atleti del domani: Giovanna Rosi e Luigi Boldrini. Mi tuffo in questa nuova avventura con entusiasmo, è mia intenzione dare ulteriore slancio al rapporto con i Club affiliati all’Academy che avranno la possibilità di vivere da vicino i nostri campioni e alimentare così l’amore dei piccoli caimani per la pallanuoto”.
Dalle parole ai fatti: nelle giornate del 3-4-5 settembre, a partire dalle 15.30, la Piscina di Punta Sant’Anna diventerà un mini campus biancoceleste. Nella vasca di Recco, infatti, si terranno prove gratuite Academy per bambini e bambine nati negli anni 2008-2009-2010-2011. Gli allenatori Rosi e Boldrini introdurranno i piccoli caimani nella magia dello sport più bello del mondo con i colori della squadra più vincente della storia.
Incidente, bus contro scooter. Muore donna di 37 anni
Scontro tra due moto, sulla strada Aurelia nei pressi di Bogliasco nella tarda mattinata di oggi. Nel violento impatto sono rimasti feriti tre uomini.
Sono subito intervenuti la Croce Rossa di Sori e la Croce Verde di Recco che hanno portato i tre malcapitati all’ospedale di San Martino a Genova.
Il più grave è stato ricoverato in codice rosso, gli altri due feriti sono stati giudicati in codice giallo. Sul posto, sono intervenuti i militi del 118, la polizia urbana che ha regolato il traffico e snellito la viabilità.
E’ stato rilevato e messo a verbale l’incidente ed ascoltato i testimoni per accertare esatta dinamica del forte impatto tra le due moto ed accertare le responsabilità dell’accaduto. ABov.
Appello urgente della Protezione Animali savonese per trovare una sistemazione, provvisoria o definitiva, per tre gatti, sfrattati ad Albisola Superiore, zona Luceto, assieme alla proprietaria ed alla figlia piccola, che dovranno lasciare la casa entro domattina, giovedì 30 agosto.
Inutile approfondire la notizia, la situazione è questa, domattina tutti fuori, persone ed animali.
Mamma e figlia hanno trovato una casa che le accoglie ma non può prendere anche i gatti.
Sono Ceres, femminuccia di 3 mesi, Toffee, femmina sterilizzata di 2 anni e mezzo (la mamma) e Minù, maschio sterilizzato adulto.
La proprietaria è disposta anche a rinunciare alla proprietà, purché trovino una famiglia, assieme o separati, che voglia adottarli ma subito.
Gli interessati telefonino direttamente a Noemi, 347 0555790.
In merito alla stazione di ferroviaria di Alassio, dopo i recenti controlli notturni della polizia municiplale che ha trovato ripetutamente delle persone dormire all’interno ed i daspo cittadini emessi per tali persone, il sindaco Melgrati scrive alle Ferrovie per valutare delle chiusure notturne ed una differente destinazione d’uso di locali dismessi e inutilizzati.
“Da un lato – spiega il sindaco di Alassio, Marco Melgrati – c’è la soddisfazione, quella che deriva dal fatto che a seguito di reiterati controlli la problematica si stia riducendo. Dall’altra invece la consapevolezza che la questione sia di ben più ampia lettura e vada risolta alla radice”.
“Nel week end di due settimane fa sono stati emessi 12 daspo: nell’operazione della primissima mattina di quella domenica dodici persone erano state trovate a dormire nei locali del primo piano della stazione. Questo week end il numero è più che dimezzato: parliamo di 4 persone trovate ancora a bivaccare all’interno della stazione”.
Anche per loro verbale e daspo seguita dalla bonifica degli spazi.
“Andremo avanti coi controlli, anche sul fronte della lotta all’abusivismo, per la quale mi hanno comunicato un sequestro a Borgo Coscia di un ingente quantitativo di borse – aggiunge Melgrati – ma non può essere sufficiente. Occorre eliminare il problema alla radice e lo si può fare solo sedendosi a un tavolo con RFI”
“Abbiamo già scritto – spiega il primo cittadino di Alassio – il 3 agosto e l’abbiamo rifatto una settimana dopo, il 10 agosto per parlare di incuria, di accesso per i disabili, di locali abbandonati… Fino ad ora non abbiamo avuto riscontro alcuno, forse complice il ferragosto. Oggi abbiamo scritto ancora perché in questi giorni, infatti, eventi “straordinari” ci hanno spinto ad alcune verifiche sulle quali avremmo piacere di confrontarci con voi. Alcune segnalazioni di viaggiatori e turisti, operazioni congiunte della Polizia Municipale e della PolFer e il recente straordinario passaggio dell’Orient Express dalla Stazione di Alassio hanno portato alla nostra attenzione alcune situazioni per le quali, appunto, siamo a chiedere un incontro. Un esempio: per quanto riguarda l’occupazione dei locali al primo piano della stazione da parte di senzatetto, questuanti o extracomunitari vorremmo valutare la chiusura della stazione nelle ore notturne”
“Così pure – si legge nella missiva inviata a RFI – quanti si sono recati in Stazione per assistere al passaggio dello storico Orient Express hanno preso atto di come le aiuole e le fioriere che insistono sulle banchine siano ormai tristemente abbandonate e fitte di sterpaglie. Allo stesso modo le scarpate ferroviarie e la sede dei binari sono sporche e piene di rifiuti”.
“La stazione di Alassio – prosegue Melgrati – è ormai una rarità sul territorio. Non credo di doverne segnalare il valore storico e artistico. Si tratta di un edificio Liberty, fiore all’occhiello e testimonianza storica di una città ad antica vocazione turistica.
All’interno vi sono locali come le sale di attesa, o il vecchio deposito bagagli, in buono stato di conservazione ma da tempo inutilizzati e chiusi al pubblico.
Dovendo valutare il trasferimento della Pinacoteca Richard West, troppo costretta e poco valorizzata nell’ambito delle sale della English Library, vorremmo verificare con RFI la possibilità di trasferirla proprio in questi spazi: bello sarebbe pensare che il viaggiatore in partenza, possa ingannare l’attesa visitando una delle eccellenze della nostra città: le opere di un autore inglese, di quella colonia inglese cui si deve la stessa presenza della stazione in quel di Alassio.
Bello sarebbe pensare che spazi attualmente inutilizzati e a rischio abbandono possano trasformarsi in servizi utili al viaggiatore: da un deposito bagagli a un punto di informazioni turistiche…”
Ieri pomeriggio, i poliziotti del Commissariato Prè, impegnati in un servizio appiedato nel centro storico, svoltando in via del Campo si sono imbattuti in quattro giovani che se le stavano dando di santa ragione, colpendosi con calci, pugni e testate. Due di questi, alla vista delle divise, si sono dati alla fuga, mentre gli altri due sono stati fermati dagli agenti.
La calma apparente dimostrata in un primo momento è durata solo alcuni attimi, infatti i due, con un brusco cambio d’atteggiamento, hanno aggredito gli agenti colpendoli con violenza per guadagnarsi la fuga.
Uno dei due ha estratto dalla tasca un flacone di spray al peperoncino e lo ha indirizzato verso il viso di un poliziotto che però è riuscito ad immobilizzarlo, facendo cadere a terra la bomboletta.
I due fermati, algerini di 21 e 25 anni, sono stati condotti in questura per le procedure di identificazione, da cui è emerso che entrambi, pluripregiudicati ed irregolari, erano sottoposti alla misura del divieto di dimora in Liguria a seguito dell’arresto per spaccio operato l’11 agosto scorso dal Commissariato Centro.
Nuovamente arrestati, questa volta per rissa, resistenza e violenza a pubblico ufficiale ed il 25enne denunciato per il possesso della bomboletta al peperoncino, sono stati giudicati questa mattina con rito per direttissima e condannati rispettivamente a 4 mesi e 10 giorni il più giovane e 4 mesi e 20 giorni di reclusione il secondo.
Prosegue l’attività della polizia contro lo spaccio di sostanze stupefacenti, che ha portato negli ultimi giorni all’arresto e alla denuncia a piede libero di due pusher attivi nel centro storico cittadino.
Agenti della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile ha effettuato nei giorni scorsi specifici servizi antidroga in abiti civili in Piazza Caricamento.
Sabato pomeriggio, i poliziotti hanno individuato in via di Sottoripa un gruppo di persone in attesa, a cui si è avvicinato un soggetto con in mano un sacchetto di cellophane. Prontamente bloccato l’uomo, un marocchino di 46 anni, gravato da precedenti penali e di polizia specifici ed irregolare in Italia, è stato trovato in possesso di una tavoletta di hashish del peso di circa 70 grammi e di 135 euro, provento dell’illecito commercio.
L’arrestato è stato tradotto nel carcere di Marassi.
Lunedì pomeriggio, sempre in zona Caricamento, gli agenti hanno sorpreso un 27enne algerino vendere una dose di hashish ad un 30enne italiano.
Stupefacente e denaro sono stati sequestrati, il pusher denunciato a piede libero e l’acquirente sanzionato in via amministrativa.