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Marassi, sventata introduzione smarphone e hashish nel carcere

La Biblioteca Vivente arriva presso la Casa Circondariale di Marassi
Genova, il carcere di Marassi (foto repertorio)

Gli agenti della Polizia penitenziaria hanno sventato un tentativo di introduzione di uno smartphone e della sostanza stupefacente all’interno della Casa circondariale “Marassi” di Genova.

Ieri nel primo pomeriggio durante un giro di controllo da parte del “Preposto” sul muro di cinta della struttura Genovese è stato rinvenuto un pacco, probabilmente lanciato dall’esterno, contenente uno smartphone senza sim card, un carica batterie e una power bank oltre a diversi “panetti” di hashish.

Tutto è stato subito posto sotto sequestro e sono state avviate le indagini del caso.

Ne danno notizia è il Segretario Nazionale Roberto MELIS del Sindacato Autonomo POLGIUST della Polizia Penitenziaria e Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sappe.

“Non è il primo caso di tentata introduzione o rinvenimento di apparecchi telefonici all’interno della struttura Genovese, dichiara Melis. Questo denota una probabile falla nella sicurezza del carcere di Marassi, ma al contempo evidenzia anche la grande professionalità dei Poliziotti che operano all’interno del Penitenziario Ligure nonostante le molteplici difficoltà e la grave carenza di Personale.

Bravi gli agenti poliziotti che anche questa volta hanno operato in modo impeccabile evidenziando l’alta professionalità che da sempre distingue il personale dì Polizia Penitenziaria.”

Vincenzo Tristaino del SAPPE: “In più occasioni il personale di Polizia di Marassi ha bloccato la sostanza illecita lanciata da persone ignote dall’esterno del carcere. È sempre grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri di Genova che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell’istituto.

Oramai anche il rinvenimento di quantitativi di sostanza stupefacente, così come le aggressioni al personale, sta facendo statistica e senza un immediato intervento dell’amministrazione sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani. La pur significativa carenza organica del penitenziario viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria”.

Il segretario generale del SAPPE Donato Capece ricorda che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E’ urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia Penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Marassi e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”.