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Luka Papić ospite del Beldocs 2023

Luka Papić sul lato destro del palco durante il BELDOCS 2023

Prosegue il nostro racconto in merito alla 16°edizione del Festival Internazionale del Film Documentario BELDOCS 2023 grazie all’antropologo Damiano Gallinaro di cui di seguito riportiamo le informazioni raccolte da Belgrado.

Continuano le proiezioni del Beldocs 2023, il Festival internazionale del Documentario che fino al 17 maggio presenterà lungo e cortometraggi in varie location della capitale serba.
Ieri al teatro del Centro Culturale di Belgrado è stato proiettato un film che esula dalla normale proposta del Festival, essendo più finzione che realtà. Si tratta del film “Teneis que venir a verla”, “Dovete venire a vederla”, di Jonas Trueba (figlio del più famoso Fernando Trueba) che racconta la storia intima e reale di due coppie sulla trentina che affrontano l’esistenza e le sue difficoltà confrontandosi e cercando una via per dare un senso alla vita. Lo sfondo è una di quelle urbanizzazioni (piccoli paesi vicini alla città) dove spesso i madrileni vanno a vivere per trovare pace, luoghi però, spesso, senza alcun fascino. Il finale è un meta racconto e vi stupirà.

Come ha stupito, divertito e al tempo stesso fatto riflettere, il film del regista Luka Papić proiettato in serata allo Youth Center. Difficile definire e rendere un film come “Ivoked”, “Invocati” (nell’originale Prizvan i Pozvan), come raccontare le prime elezioni multipartitiche in Serbia del 1990? Luka Papić realizza un documentario unico nel suo genere per ironia e originalità. Si mette alla ricerca di quattro dei più improbabili candidati di allora (i rappresentanti del Partito del Rock and Roll ad esempio oppure il Partito dei Contadini) e li intervista intervallando immagini di repertorio estratte dagli archivi e montate in modo superbo da Srđa Vučo, che e’ codirector di questa interessante pellicola. Sono coloro che si sono sentiti “invocati” dalla gente, quelli che hanno visto nella loro “discesa in campo” (non vi ricorda qualcuno?) quasi un richiamo messianico.

Un viaggio ironico e malinconico e allo stesso tempo un “giudizio” su una classe politica che già allora dimostrava la propria incapacità. I candidati scelti da Papić  sono forse i peggiori, i più folkloristici, ma rappresentano uno spaccato della politica che parla non solo alla Serbia, ma anche al nostro paese. Quante volte guardando alle liste dei partiti che si presentano alle elezioni politiche o amministrative in Italia c’è scappato quanto meno un sorriso di fronte a partiti e personaggi improbabili? Basta pensare ad esempio ad uno dei più famosi, il Partito dell’Amore di Cicciolina. Purtroppo nonostante le tante risate, è un film che parla di un dramma che proprio in quei giorni stava per iniziare e che sarebbe culminato in anni di guerre che in Italia ancora non riusciamo a definire (guerre jugoslave, guerre degli anni novanta, guerra civile) e che porteranno alla drammatica dissoluzione della Jugoslavia.

In Sala poi, al termine del film Luka Papić porta sul palco proprio i quattro improbabili candidati, li potete intravedere nelle foto di gruppo, ed è un film nel film. Come se non fossero passati gli anni, il candidato rocker (ora completamente schiavo del metadone e ancor più delirante) e il nazionalista contadino iniziano ad inscenare un comizio rendendo l’atmosfera ancor più surreale. Questo e altro accade in un festival in cui la realtà sfonda il telo della finzione portandoci al cuore della storia anche quella più tragica di cui forse amaramente, alla fine, si può anche ridere.

Il viaggio continua.

Damiano GallinaroRomina De Simone