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Lea Melandri, Il corpo e la legge a Palazzo Ducale dal 17 gennaio

Lea Melandri, Il corpo e la legge a Palazzo Ducale dal 17 gennaio, Sala del Minor Consiglio, pratiche di liberazione del femminismo
Lea Melandri, Il corpo e la legge a Palazzo Ducale dal 17 gennaio, Sala del Minor Consiglio, pratiche di liberazione del femminismo

Lea Melandri, Il corpo e la legge a Palazzo Ducale dal 17 gennaio, Sala del Minor Consiglio, pratiche di liberazione del femminismo

Lea Melandri, Il corpo e la legge a Palazzo Ducale dal 17 gennaio. Gli anni Settanta del Novecento sono stati definiti e archiviati con l’etichetta “la stagione dei diritti” poiché, grazie alle lotte emancipazioniste di donne e uomini, consentirono l’espandersi di diritti civili attesi da tempo: in primo luogo, il divorzio, con il nuovo diritto di famiglia che per la prima volta demoliva la potestà patriarcale e maritale, e poi il diritto ad una procreazione consapevole, soprattutto grazie alla diffusione della contraccezione orale e alla legalizzazione dell’aborto.

Furono gli esiti palpabili di una invisibile rivoluzione femminista che, come ci racconterà una delle sue principali protagoniste, Lea Melandri, rimise in gioco, in modo innovativo e liberatorio, il rapporto tra “il corpo e la legge” aprendo spazi di autodeterminazione per le donne e per gli uomini fino ad allora sconosciuti. È proprio questa nuova “libertà condivisa” che sarà l’oggetto dell’excursus di Francesca R. Recchia Luciani che ricostruirà le tappe di quel potente movimento per l’emancipazione che animerà una profonda modernizzazione culturale e civile del Paese in sintonia con i grandi cambiamenti globali.

Ma “libertà”, nel corso del Novecento, è stata anche un concetto più ampio con cui la filosofia si è misurata per definire la stessa essenza abissale del soggetto: non solo fondamento dei diritti e condizione per l’esercizio di un contropotere e di autodeterminazione, ma anche spazio perturbante che fa paura e da cui spesso i soggetti fuggono per affidarsi a nuove forme di dipendenza e sottomissione, come aveva visto Erich Fromm.

Della “fuga dalla libertà” ci parlerà una filosofa che si occupa di cultura di massa e pop, Lucrezia Ercoli, a partire dal racconto di Kafka La tana, perché per pensare la libertà in tutta la sua complessità occorre muoversi su più fronti: quello politico, ma anche quello della creatività artistica e del pensiero. Ed è proprio questo aspetto che verrà approfondito da Maura Gancitano, il cui intervento sarà dedicato alla “creatività del pensare come fondamento della libertà”. In un tempo segnato da nuovi conflitti e in cui la nostra stessa quotidianità “social” è uno spazio di polemos, riannodare in modo inedito diritti e libertà significa anche provare a immaginare alternative creative alla risoluzione dei conflitti tra viventi umani.