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L’assassino di Clara condannato all’ergastolo. Esclusa aggravante premeditazione

Omicidio Ceccarelli, Scapusi condannato all'ergastolo
Il sopralluogo della Polizia per l'omicidio di via Colombo (foto d'archivio)

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Genova oggi hanno confermato l’ergastolo per Renato Scapusi, 59 anni, che il 19 febbraio 2021 uccise con un centinaio di coltellate l’ex compagna Clara Ceccarelli in pieno centro a Genova. I giudici hanno escluso l’aggravante della premeditazione.

L’aggressione era avvenuta poco prima della chiusura del negozio di pantofole della vittima in via Colombo.

La vittima, 69 anni, aveva lasciato il compagno a causa dei suoi problemi di ludopatia.

Quella sera, dopo averla uccisa, il 59enne era scappato ed era stato rintracciato dagli agenti delle Volanti e dalla Squadra mobile vicino all’ospedale Galliera mentre cercava di suicidarsi.

Scapusi è stato condannato anche per rapina perché, secondo l’accusa, avrebbe rubato il portafoglio della sua ex compagna.

Ceccarelli aveva in un primo momento cercato di aiutare il suo compagno per vincere la ludopatia. Nonostante gli sforzi, però, e l’aiuto economico continuo aveva poi deciso di lasciarlo. A quel punto, Scapusi aveva iniziato a presentarsi sotto casa o davanti al negozio.

Nella drammatica vicenda si inserisce anche la storia del figlio di Clara, Mauro Risone, 41 anni, morto nel luglio scorso. La procura aveva aperto un fascicolo per omicidio per chiarire le cause del decesso. Risone, disabile e con numerosi problemi di salute, era stato ricoverato il 3 luglio al Galliera perché vomitava sangue ed era poi morto in ospedale. I medici gli avevano trovato tre ulcere causate, forse, da sostante caustiche. Per questo era stata disposta l’autopsia che però non avrebbe rilevato nulla di anomalo nella patologia.

Oltre al malore per cause naturali gli investigatori avevano preso in considerazione le ipotesi di un avvelenamento per questioni ereditarie. Risone era l’unico parente diretto di Clara e la cospicua eredità (cinque appartamenti e 135mila euro) era finita a lui. Un’altra ipotesi era quella del bullismo perché preso di mira da alcuni ragazzi e costretto a bere sostanze corrosive. Il fascicolo è ancora aperto ma potrebbe essere archiviato a breve.