La nozione minima di verità & il plauso a comando
[caption id="attachment_205218" align="alignleft" width="480"] Avere la nozione consente una fluente trattazione[/caption]
GENOVA. 11 GIU. Cé un motto latino che, tradotto letteralmente, afferma: conosci largomento, le parole seguiranno. Il senso è immediatamente comprensibile: sapere le cose ne consente una fluente trattazione.
Ma i tempi mutano, con le esigenze. E quindi anche i proverbi ed i motti richiedono ri-adattamento ad altre e sopravvenute condizioni del mercato.
In buona sostanza, pare proprio che oggi limprovvisazione abbia soppiantato la conoscenza. E tale improvvisazione, laddove pare emergere da una consuetudine oratoria spesso urlata e fumosa, viene affiancata da una trattazione intrisa non di rado di un assoluto vuoto didee (Michele Ainis LaLettura del CorSera).
Nondimeno, continua sempre ad ammaliarci il relatore del momento quando si erge spavaldo a difensore etico delle nefandezze; quando si appella mediaticamente alla propria tetragona, annibalica volontà di conseguire linteresse pubblico.
E ci prospetta, consapevolmente, un ennesimo appiglio alla speranza: virtù tradizionalmente collocata sempre ultima, sempre in fondo, come nel Vaso di Pandora.
In nome di una nozione minima di verità, giace, in questo preciso momento, una folla, udente e poco ga-udente, in attesa di plaudire a comando, di esprimere ovazioni in playback.
Una folla in attesa dei saldi di fine stagione, della sconfessione urlata, dello scoop, sempre a sacrificio della verità ed a beneficio di una sempre più esigente audience.
Non la fantasia al potere (magari), bensì disperata vanagloria, inessenziale ostensione mediatica, irrinunciabile notorietà.
Fino a che questa emergente nozione minimale di verità disveli fini men che nobili di quelli tanto a lungo proclamati.
Massimiliano Barbin Bertorelli