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I nostri in USA come gli immigrati di oggi in Italia, è bufera

[caption id="attachment_190124" align="alignleft" width="960"] Il sindaco di Genova Marco Doria parla al Ligure club di Oakland, vicino San Francisco: è bufera sul web per avere paragonato i nostri emigrati in USA agli immigrati di oggi in Italia[/caption]

GENOVA. 8 FEB. I liguri non si toccano. E' bufera sul web per il viaggio in California e le dichiarazioni di Marco Doria sui nostri emigrati, paragonati agli immigrati di oggi in Italia: "Chi erige oggi steccati a coloro che sono obbligati a emigrare contrasta e nega la positiva lezione della storia di quanti sono emigrati dall'Italia negli USA e del paese che li ha accolti".

Il sindaco di Genova non ce la fa ad evitare di soffiare sul fuoco perfino da San Francisco, dov'è in visita istituzionale. Ieri ha postato sulla sua pagina Facebook la sua ultima dichiarazione con la cronaca della bella serata trascorsa al Ligure club di Oakland insieme ai nostri emigrati e ai loro discendenti, che si sono spaccati la schiena e hanno raggiunto posizioni di eccellenza nel paese delle opportunità, ma è stato criticato. Occorre quindi fare chiarezza.

Innanzitutto, se è vero che l'America è una società multietnica, dove le spintarelle e le idee politiche per fare carriera non contano e vige una spietata meritocrazia capitalista, non bisogna dimenticare Ellis Island, dove gli immigrati venivano rigorosamente e talvolta disumanamente controllati uno ad uno, anche con ferree visite mediche, prima di mettere piede sul suolo americano. Chi non passava i controlli veniva rispedito indietro. E sono stati tantissimi. A Lampedusa non funziona così.

Non è da scordare neppure il fatto che i nostri sono andati lì per lavorare e non per delinquere, come accade oggi in Italia per molti immigrati. Basta osservare gli ultimi dati forniti dal ministero di Grazia e Giustizia: in Liguria oltre la metà dei detenuti è straniero. Senza contare quelli arrestati dalle forze dell'ordine, rimessi in libertà dai giudici, poi riarrestati e quasi mai effettivamente espulsi, in un folle tran tran, che in USA non si è mai verificato. Lì, chi delinque sconta la pena e poi viene accompagnato alla frontiera, piena di filo spinato e lunghi muraglioni, guardata a vista da agenti armati che non ci pensano due volte a sparare. In tal senso, Doria forse dovrebbe fare una gita anche al confine col Messico, dove gli steccati sono stati eretti, eccome.

Occorre poi sottolineare che il contesto, le ragioni e i momenti storici risultano del tutto differenti. Oggi c'è una profonda crisi, mentre all'epoca c'era il boom economico degli Stati Uniti. I nostri ci andavano con le famiglie al seguito perché vi erano grosse opportunità di lavoro e volevano stabilirsi oltre oceano definitivamente.

Molti immigrati di oggi non portano i famigliari in Italia, ma sono irregolari o chiedono il permesso di soggiorno al fine di racimolare più denaro possibile in qualsiasi modo, evitare di pagare le tasse e tornare al loro paese un po'più ricchi nel tempo più breve possibile. Basta osservare anche i dati sul lavoro nero e il numero dei vari money transfer, praticamente invisibili al Fisco, che sono nati come funghi nelle città.

Altri immigrati oggi fuggono dalla miseria, quella vera, ma ovviamente non hanno "skills" ossia abilità acquisite con un'istruzione o esperienza lavorativa, che servono per lo sviluppo del paese ospitante e che negli USA, come in Australia e in Canada, venivano rigorosamente richieste dai ministeri dell'Immigrazione al fine del rilascio del permesso di soggiorno. In sostanza, in America chi era in salute e ritenuto utile entrava, ma i restanti venivano respinti. Ben altro che semplici steccati. E funziona ancora così.

Altri ancora, una decisa minoranza che oggi scappa dalla guerra e cerca rifugio in Europa, sono profughi e meriterebbero di essere aiutati dignitosamente. Senza se e senza ma.

Gli Stati Uniti non hanno mai fatto come la Svezia, che prima li accoglie e poi li espelle in massa, né come l'Italia, dove regna il caos. Forse saranno anche tontoloni e guerrafondai, e al sud perfino razzisti con il Ku Klux Klan, ma ci hanno sempre pensato prima. Con l'applicazione di regole ferree, che in Italia ci sogniamo.

Sogno California. Fabrizio Graffione