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Giovanni Panebianco presidente del Premio Paganini

Consulenze Premio Paganini e Carlo Felice, indaga la procura
Il Premio Paganini

Giovanni Panebianco presidente del Premio Paganini. Da oggi il nuovo corso voluto dal Sindaco Bucci per rilanciare il prestigioso concorso.

Giovanni Panebianco presidente del Premio Paganini, il progetto di rilancio.

A presiedere il prestigioso concorso – istituito nel 1953 per realizzare una competizione violinistica di livello internazionale che favorisse la scoperta di giovani talenti e desse prestigio a Genova – è stato chiamato Giovanni Panebianco, già Segretario Generale del Ministero della Cultura.

Il sindaco Marco Bucci ha commentato:

«Intendiamo dare vita ad un nuovo e ambizioso progetto per rilanciare il Premio Paganini e valorizzarlo anche quale vero e proprio asset strategico per lo sviluppo del territorio dal punto di vista culturale, sociale ed economico.

Oggi vi sono condizioni particolarmente favorevoli per dar vita ad un’operazione davvero capace di “alzare l’asticella”:

la 56^ edizione del Premio si è appena conclusa; dopo 24 anni, il prestigioso riconoscimento è tornato in Italia; ad aggiudicarselo, è un giovane musicista poco più che ventenne;

Genova sta attraversando una promettente fase di sviluppo economico e sociale che deve poter arricchirsi e consolidarsi anche con l’apporto proattivo di componenti di tipo culturale e artistico.

Credo sia indispensabile continuare ad investire su questo, sviluppando nuove sinergie per rafforzare la proiezione nazionale e internazionale del Premio e quindi della città di Genova.

Una figura di spessore quale quella di Giovanni Panebianco sarà certamente decisiva per raccogliere la sfida e raggiungere tutti gli obiettivi».

L’Assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso ha osservato:

«Crediamo fortemente, oggi più che mai, nel valore della cultura, nei giovani e nei loro talenti.

Il progetto di rilancio del Premio, che diventerà biennale, introduce molte novità significative e fonda su approcci manageriali e moderni anche dal punto di vista della comunicazione.

Occorre implementare politiche strutturate per l’affermazione del brand e quindi un “Piano di Comunicazione” che comprenda anche l’aggiornamento e il maggior utilizzo dei canali social.

Per promuovere il concorso e far conoscere lo straordinario patrimonio storico, culturale e artistico della città saranno fondamentali iniziative collaterali ed eventi in Italia e all’estero.

La scelta di Giovanni Panebianco va nella direzione giusta».

L’assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo ha dichiarato:

«Il rilancio del Premio Paganini è un segnale di vitalità culturale che passa dalla sua nuova cadenza biennale e dal percorso di avvicinamento verso la successiva edizione che guarda ad eventi in Italia e all’estero.

Dalla sua fondazione il Concorso ha laureato artisti importanti, tra i quali, Gyorgy Pauk, Gérard Poulet, Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Ilya Grubert e, in tempi più recenti, Massimo Quarta, Giovanni Angeleri,Leonidas Kavakos, Ilya Gringolts e  Sayaka Shoji.

Un fil rouge di eccellenze lungo 56 edizioni unisce, ormai, molte generazioni di musicisti.

Solo 4 italiani hanno vinto questo prestigioso premio, segno della sua internazionalità.

E’ significativo ricordare il primo e l’ultimo:

Salvatore Accardo, che vinse a 17 anni nel 1958, lanciando la sua carriera vero i più prestigiosi palcoscenici del mondo e Giuseppe Gibboni,

che ha trionfato nell’ultima edizione del 2021, facendogli, poi, dire che vincere questo concorso “è un po’ come per un atleta vincere le Olimpiadi”.

La nuova presidenza affidata a Giovanni Panebianco, a cui va tutto il plauso e il sostegno anche di Regione Liguria, saprà interpretare al meglio questa vocazione di un Premio come evento che non si interrompe, legato ai giovani e ai talenti,

alla nostra citta’, alla sua storia, ai suoi spazi e alle sue importanti istituzioni culturali come il Carlo Felice, con una sempre piu’ accentuata internazionalità».

 

«Questo incarico porta con sé una responsabilità che mi onora profondamente e ringrazio il Sindaco Bucci per la fiducia.

L’idea del rilancio è ispirata al principio del “rinnovare, conservando”: da un lato, mantenere integro, nel nome del grande Maestro, il primato dell’eccellenza artistica tipica del Premio;

dall’altro, innovare modalità e strumenti per coinvolgere un pubblico più ampio, specie giovanile, e promuovere a livello internazionale, lavorando fianco a fianco con le eccellenze del territorio, l’immagine di Genova.

Penso infatti sia necessario l’enforcement delle strategie di promozione e comunicazione, l’empowerment dei rapporti istituzionali a livello nazionale e internazionale, un maggiore ricorso alle tecnologie telematiche e a strumenti di affiliazione e sponsorizzazione».

IL PROGETTO DI RILANCIO

Introduzione

Questo documento illustra sinteticamente le linee generali del progetto elaborato, nel 240° anniversario della nascita di Paganini, al fine di rilanciare il Premio istituito nel 1953 allo scopo di realizzare una competizione violinistica di livello internazionale che favorisse la scoperta di giovani talenti e desse prestigio a Genova.

Prima di entrare nel dettaglio, qualche cenno biografico sul grande Maestro.

Autodidatta precoce, con indole da viaggiatore, Paganini (27 ottobre 1782 – 27 maggio 1840) si sposta frequentemente, in Italia e soprattutto all’estero: Germania, Polonia, Belgio, Francia, Inghilterra.

Le sue opere divengono celebri in tutto il mondo e fanno di lui una rockstar dell’epoca, idolatrata da Beethoven, Chopin, Berlioz e Schubert, ammirata da pittori del calibro di Delacroix.

Come molti artisti moderni, sfoggia un look originale, anticonformista: abiti neri; capelli lunghi, spesso arruffati;

lenti blu che spiccano sul viso magro e pallido, con il naso pronunciato e la dentatura non perfetta.

Magnetico e irriverente, dalle molte avventure sentimentali, osannato dal pubblico, amministra con cura le informazioni sul proprio personaggio.

Il mito è tale che vengono persino creati oggetti ispirati dalla sua fama e gli uomini dell’epoca iniziano ad acconciarsi “à la Paganini”.

Il suo nome viene usato come sostantivo per indicare i talenti davvero fuori dal comune.

Genio assoluto, dunque: non solo compositore, esecutore, direttore d’orchestra, ma anche icona di stile e comunicatore.

Così virtuoso nel suonare l’inseparabile “Cannone” che le sue doti vengono considerate “soprannaturali”.

La straordinaria bravura del Maestro viene spiegata essere il frutto di un “patto col diavolo”.

Credenze e superstizioni alimentate anche dal racconto di singolari vicissitudini che lo vedono protagonista fin da bambino.

Quando muore, nel 1840, il vescovo di Nizza, a causa degli scandali e dell’aura “demoniaca”, ne vieta la sepoltura in terra consacrata:

il corpo viene prima imbalsamato per poi finire nel Lazzaretto di Villefranche-sur-Mer. Solo nel 1876, le spoglie trovano riposo nel cimitero di Parma.

Invece Paganini è, nonostante tutto, un uomo buono, generoso, sofferente. Ricco, ma non avido: elargisce doni ai familiari ed aiuta, senza mai farlo sapere, i bisognosi e i musicisti in difficoltà, come Berlioz.

Non di rado, i proventi dei suoi spettacoli sono destinati ai poveri e agli ammalati delle città che ospitano le esibizioni.

È un genitore attento e premuroso e nei tanti concerti in giro per l’Italia e l’Europa, non si separa mai dal figlio Achille, abbandonato dalla madre all’età di tre anni.

Soffre di tubercolosi e sifilide, ma è segnato anche dalla “sindrome di Marfan”, malattia genetica rara dei tessuti connettivi, per la quale le persone si presentano più alte della media, eccessivamente magre, con braccia lunghe e dita affusolate.

Sa però trarre vantaggio da tale condizione: durante le esibizioni, contorce il corpo in pose impossibili, riuscendo persino ad accavallare i gomiti;

flette muscoli e tendini e utilizza le lunghe dita delle mani per creare suoni mai uditi, saltando diverse ottave e alternando rapidamente note suonate con l’arco a pizzicate.

Anche la presunta protervia del Maestro è frutto di interpretazioni superficiali, alimentate soprattutto da quel rifiuto opposto alla richiesta di un bis da parte del futuro Re, Carlo Felice di Savoia, durante un concerto al Teatro Carignano di Torino, nel febbraio 1818.

In realtà, Paganini non ripete non per superbia o arroganza, ma semplicemente perché gran parte di ciò che suona è pura improvvisazione, creazione estemporanea, frenetica e viscerale, risultante di sforzi che lo affaticano e comportano lesioni sanguinanti ai polpastrelli.

I fondamenti del progetto

Se il talento e i virtuosismi del Maestro non sono mai stati messi in discussione, molti aspetti della sua complessa dimensione umana e sociale restano ancora oggetto di clichè; analogamente, nulla di nuovo può aggiungersi alla tradizione di eccellenza del Premio, ma molto può farsi per rivelare la cifra più autentica di Paganini uomo e musicista.

Di qui l’idea di un progetto di rilancio del Premio ambizioso e moderno, volto a promuovere a tutto campo la figura del Maestro:

un rilancio ispirato al principio del rinnovare, conservando che, da un lato, mantenga integro il primato dell’eccellenza artistica, tipica del Premio, e, dall’altro, ne innovi strumenti, modalità e linguaggi al fine di coinvolgere il più ampio pubblico, specie giovanile, valorizzare i legami con Genova, promuovendone lo straordinario patrimonio culturale, materiale e immateriale, specie in proiezione estera.

Oggi vi sono condizioni contingenti particolarmente favorevoli per progettare e animare un’operazione davvero capace di “alzare l’asticella”:

–          la 56^ edizione del Premio si è appena conclusa;

–          dopo 24 anni, il prestigioso riconoscimento è tornato in Italia;

–          ad aggiudicarselo, è un giovane musicista poco più che ventenne;

–          Genova sta attraversando una promettente fase di sviluppo economico e sociale che deve poter arricchirsi e consolidarsi anche con l’apporto proattivo di componenti di tipo culturale e artistico, utile a proiettarne sempre più l’immagine in Italia e nel mondo.

Inoltre, nell’attuale fase pandemica che ha colpito duramente soprattutto i giovani, cultura, arte e musica possono significativamente incoraggiare il ritorno alla normalità e concorrere in modo fattivo alla costruzione del futuro progresso civile e sociale.

Le novità concrete: strategie, strumenti, modalità di azione

Il progetto si caratterizza per molteplici fattori di novità:

1.    cadenza biennale e non più triennale del Premio (prossima edizione: ottobre 2023);

2.    nell’anno di pausa, eventi di avvicinamento in Italia e all’estero (2022);

3.    maggior coinvolgimento dei media per valorizzare il Premio e in particolare la fase finale del Concorso;

4.    promozione di ricerche, pubblicazioni, audiovisivi, fumetti, documentari, volti a restituire, al di là degli stereotipi, il valore autentico della complessiva dimensione umana, artistica e sociale del Maestro;

5.    organizzazione di masterclass, workshop, performance e altre attività legate al Premio, da realizzare, a Genova, ad esempio in spazi dell’area del Teatro Carlo Felice, del Porto, della cornice UNESCO delle Strade Nuove e nel sistema dei Palazzi dei Rolli, in linea con le direttrici delle politiche cittadine in campo culturale, artistico e giovanile. Di particolare suggestione, la possibilità che musicisti, anche non partecipanti al Premio, possano essere invitati ad esibirsi proponendo temi arricchiti da personali interpretazioni, nello spirito dell’improvvisazione paganiniana;

6.    borse di studio dedicate a musicisti di talento, specie in difficoltà, non partecipanti al concorso, erogate in esito ad affiliazioni, sponsorizzazioni e accordi con soggetti pubblici e privati, fondazioni, enti e accademie di musica di livello internazionale.

Più in particolare, al fine di conferire maggior risalto al Premio, a Genova e all’Italia, di sviluppare collaborazioni e partenariati con Istituzioni, Università, enti culturali e organismi musicali, nazionali e internazionali, e di favorire al massimo grado le opportunità per i concorrenti e il vincitore del Concorso, si prevede di:

–          implementare azioni strutturate per l’affermazione e la diffusione del brand, in coerenza con un apposito “Piano di Comunicazione” che tenga conto anche dei grandi eventi internazionali in cui l’Italia e Genova saranno protagonisti nei prossimi anni;

–          istituire figure di testimonials, i “Paganini Ambassadors”, individuandoli tra musicisti, artisti, accademici, filantropi, studiosi, diplomatici, distinti per capacità, impegno sociale e culturale, in linea con lo spirito e le finalità del Premio;

–          riaffermare l’organizzazione all’estero delle pre-selezioni del Concorso;

–          assicurare, in tutti gli eventi connessi al Premio, attenzione verso il green deal.

Ai fini del pieno raggiungimento dei risultati del progetto, sono necessarie adeguate dotazioni finanziarie e strumentali;

è inoltre indispensabile integrare unità di personale dell’Amministrazione Civica con esperti altamente specializzati e qualificati per assicurare:

–          l’enforcement delle strategie di promozione e comunicazione;

–          l’empowerment dei rapporti istituzionali a livello nazionale e internazionale;

–          efficaci politiche di sponsorship anche attraverso l’eventuale coinvolgimento nell’organizzazione del Premio di soggetti privati, di estrazione nazionale e internazionale;

–          l’ampio ricorso alle nuove tecnologie digitali.

Principali date da ricordare 2022

Aprile 2022

Linee strategiche e programmatiche per la 57^ edizione del Premio (2023)

Presentazione Direttore Artistico

Definizione eventi collaterali 2022

27 maggio 2022

Evento musicale dedicato a Niccolò Paganini nella città di Genova

21 giugno 2022

Evento musicale a cura del Teatro Carlo Felice per la promozione del Premio all’estero e, in particolare, negli Stati Uniti (New York)

27 ottobre 2022 (240 anni dalla nascita di Niccolò Paganini)

Evento di avvicinamento alla 57^ edizione del Premio (Parigi)

Pubblicazione del bando di partecipazione alla 57^ edizione del Premio

GIOVANNI PANEBIANCO

Giovanni Panebianco, laurea in economia e commercio con il massimo dei voti e la lode, è un direttore generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Oggi ricopre l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro per le politiche giovanili.

Ex ufficiale dei reparti speciali della Guardia di Finanza, ha insegnato presso la Scuola di Polizia Tributaria, la Scuola Superiore del Ministero dell’Interno, l’Università Roma III e l’Università del Foro Italico.

Attualmente è professore straordinario di diritto pubblico dell’informazione e della comunicazione presso l’Università delle Camere di Commercio italiane.

Già Segretario Generale del Ministero della Cultura, ha svolto le funzioni di Direttore Generale del Turismo, degli Archivi di Stato, del Museo Gallerie dell’Accademia di Venezia, del Dipartimento per le politiche antidroga, nonché del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Ha lavorato presso organismi parlamentari e guidato delegazioni governative in sedi europee e internazionali.

È stato consigliere di amministrazione di enti non profit, quali la Fondazione “Venetian Heritage” riconosciuta dall’UNESCO per la tutela del patrimonio artistico e culturale di Venezia.