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Genova e Chiavari, 77 casi di sospetta violenza: 62 su donne, quasi la metà straniere

Violenza (foto di repertorio)

Sono state 77, da marzo a ottobre di quest’anno, con un incremento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2017, le richieste avanzate dall’Autorità giudiziaria o dalla Polizia giudiziaria per acquisire informazioni sugli accessi ai reparti di Pronto soccorso per i casi sospetti di violenza, sulla base del “Protocollo per la prevenzione ed il contrasto della violenza nei confronti di donne, minori e categorie vulnerabili – inRete contro la violenza” siglato l’otto marzo scorso tra Prefettura di Genova, Procura della Repubblica e Regione Liguria.

Le 77 richieste provengono dal territorio dell’Asl3 e dall’Asl4 Chiavarese.

Sessantadue richieste hanno riguardato donne (36 italiane, 26 straniere), undici hanno riguardato uomini (8 stranieri e 3 italiani) e quattro hanno riguardato minori.

A fare il punto della situazione è la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria, Sonia Viale, in vista della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne di domenica prossima e nell’ambito della campagna regionale di sensibilizzazione “Nessuna scusa”.

“Questi dati – ha spiegato Viale – con un incremento delle richieste di informazioni su casi sospetti rispetto all’anno scorso, ci dicono che siamo sulla strada giusta e che il lavoro in rete avviato pochi mesi fa sta funzionando. Lo sforzo che stiamo compiendo è volto a mettere a sistema le azioni già intraprese, per poter intercettare in modo sempre più efficace e tempestivo i casi sospetti, garantendo un comportamento omogeneo da parte degli operatori dei Pronto soccorso che, grazie alla possibilità di monitorare gli accessi, svolgono il ruolo di ‘sentinelle’ rispetto ai casi sospetti di violenza che vengono collegati e tracciati”.

Sotto la lente di ingrandimento sono posti i casi ripetuti negli anni di accessi nei reparti di Pronto soccorso da parte della stessa persona per “infortunio domestico” oppure per “asserita violenza altrui” oppure per “trauma accidentale” o per “causa sconosciuta”, secondo le modalità concordate in sede di protocollo.

Per quanto riguarda le donne in particolare, confrontando i dati del triennio 2012 – 1° semestre 2015 con il triennio successivo, dal 2015 al primo semestre 2018, si è registrato un incremento dei casi “sospetti”.

Nel triennio 2012-2015 sono stati estratti i casi di 1.199 donne per complessivi 15.327 accessi nei pronto soccorso mentre nel triennio successivo i casi sospetti riguarderebbero 1.402 donne diverse, per complessivi 17.749 accessi.

“È indispensabile sottolineare che non si tratta di donne che hanno subito violenza – ha aggiunto l’assessora Viale – ma di casi sospetti, estrapolati dal sistema in base ai criteri condivisi con la magistratura che ha a disposizione elementi da valutare nell’ambito della propria attività di indagine. La lotta alla violenza sulle donne è un tema complesso, su cui è fondamentale sensibilizzare i cittadini, a partire dai giovani e giovanissimi, anche attraverso i social con la campagna #nessunascusa che tutti siamo chiamati a condividere”.