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Genoa, Ballardini: mi sento genovese anche io

Toro-Genoa, Ballardini: buona prova della difesa
Mister Davide Ballardini

Un, due, tre: partenza! Insieme ai suoi assistenti, il vice Carlo Regno e il collaboratore Stefano Melandri, aperta e chiusa parentesi (“due riferimenti: persone leali, non fedeli: ha una valenza diversa”), mister Davide Ballardini ha raggiunto da poche ore Ravenna. Dopo il capolavoro pennellato con il Grifone, rianimato dopo il suo avvento, ecco finalmente prospettarsi le vacanze. Beh, non che possa staccare del tutto la spina. E neppure il telefono vista la frequenza delle chiamate del presidente Preziosi, per pianificare i movimenti in entrata per la prossima stagione. Si respira una grande determinazione e la voglia di provare ad alzare l’asticella, in termini di obiettivi, sullo slancio, ma non solo, dei 125 anni che il club compirà il 7 settembre. Se son rose, fioriranno.

Le luci dell’evento glamour alla Villa del Principe, con lo staff e i giocatori, si sono spente come quelle che in questi mesi hanno illuminato sino a tardi il suo ufficio. “Mi sento zeneize” ha scherzato, ma neanche troppo, durante i mesi in cui la squadra si è calata in trincea e ha sfoggiato l’elmetto. Sciabola. Mica fioretto. Domenica sul “campu du Zena”, per dirla come i nostri vecchi, ha deposto un mazzo di fiori, per mano dei tifosi, allo scopo di commemorare i cinque anni della scomparsa di don Gallo. “Provo e sento affetto da e per questa città. Per certi aspetti mi sento anch’io genovese, date le affinità caratteriali. Non era facile raggiungere l’obiettivo con una rosa così ampia. Devo ringraziare i giocatori, nessuno escluso, per il modo in cui ciascuno ha dato il proprio contributo”.

Con i dirigenti che si occupano del Genoa che verrà, i contatti sono quotidiani. In sintonia con la visione dei filmati, anche se già molto lavoro è stato fatto, dei giocatori sotto osservazione. Di quelli che bussano al portone di Villa Rostan. O magari lo hanno varcato. “Il ritorno di Criscito è un segnale preciso per tutti. Ripartiremo da una base solida sulla quale innesteremo quattro, cinque elementi che rispondano a determinate caratteristiche. Stiamo valutando diversi profili che interessano, è importante vi siano consapevolezza e condivisione. Quando ci presenteremo al raduno di luglio, dovremo cancellare l’eredità, le cose buone e meno buone, accumulata nella precedente annata. Il ritiro sarà un primo snodo fondamentale per valutare e scegliere la strada da intraprendere”.