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Fermo amministrativo per la Ocean Viking: poco sicura

Ocean Viking sottoposta a fermo amministrativo a Trapani
L'Ocean Viking

Trovate diverse irregolarità tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone soccorse

Ieri, ispettori della Guardia Costiera, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto la nave “Ocean Viking”, di bandiera norvegese e operante per conto dell’Ong Sos Mediterranee, ad un’ispezione volta a verificare l’ottemperanza alle norme, ad essa applicabili, in materia di sicurezza della navigazione, protezione dell’ambiente e tutela del personale navigante.

L’unità, ormeggiata nel porto di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, è attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena successivo al trasferimento sulla nave Moby Zazà dei migranti presenti a bordo.

L’ispezione ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza ai migranti svolto dalla nave, così come alcune violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino.

La nave è stata sottoposta a “fermo amministrativo” che permarrà fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile.

Tale attività ispettiva, prevista dalle Convenzioni Internazionali e Direttive unionali, viene svolta nell’ambito dei consueti controlli di sicurezza, tutela degli equipaggi e protezione dell’ambiente marino demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera che arrivano nei porti nazionali.

Recentemente altre due navi, utilizzate dalle ong per soccorsi di migranti in mare, la Alan Kurdi e la Aita Mari, dopo controlli della Guardia Costiera, non ritenute sicure, avevano lasciato un porto siciliano con destinazione la nazione di immatricolazione della nave.