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E il Pd in Liguria ha votato per istituire il Garante dei detenuti: atto di civiltà

Capogruppo regionale Giovanni Lunardon (Pd)

“Un importante atto di civiltà, che arriva al termine di un lungo percorso bipartisan”.

Lo hanno dichiarato oggi i consiglieri regionali del Pd, dopo che l’Assemblea legislativa della Liguria, sia pure con i voti contrari della Lega, ha approvato la legge con cui viene istituito in Liguria il Garante dei detenuti.

Regione Liguria approva legge della Lega: istituito il Garante per le vittime di reato

“Purtroppo – hanno dichiarato i consiglieri del Pd – la Liguria è una delle ultime Regioni italiane a dotarsi di questa importante istituto e pur non potendo recuperare il tempo perduto, è stato comunque un bel segnale che l’aula abbia approvato il provvedimento con una larga maggioranza.

Solo la Lega, che sin dall’inizio di questo percorso ha dimostrato una pregiudiziale ostilità nei confronti di questa figura, ha votato contro, dimostrando fino in fondo la propria anima illiberale.

Il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ha come obiettivo un’idea di detenzione che non punti all’annullamento delle persone, ma al reintegro sociale dei detenuti.

Tutte le indagini statistiche ci dicono che laddove ci sono interventi di reinserimento e formazione professionale il 75% di coloro che sono stati in carcere non vi fa ritorno.

Quindi il Garante non vigila solo sulla funzione rieducativa della pena e cioè sul rispetto dei dritti costituzionali delle persone sottoposte a restrizione della libertà personale (i carcerati, ma anche chi si trova sotto custodia sociale), ma persegue anche un interesse collettivo.

Dare un’opportunità di riscatto a chi è stato emarginato o ha scelto di delinquere riduce le sacche di criminalità.

Non dimentichiamo che in molti casi chi vive in un regime di detenzione è debole e non ha alternative. In molti casi non sta neppure scontando una sentenza definitiva di condanna.

C’è un tema di giustizia, di certezza e di rigore della pena, ma anche un tema di dignità delle persone, che non può essere eluso.

Attraverso la figura del Garante i detenuti si potranno anche far valere i diritti dei familiari dei carcerati, troppo spesso dimenticati, e di coloro che lavorano, con grande difficoltà, all’interno di queste strutture totali. Il Garante dovrà essere la cerniera tra il carcere e il territorio, nell’interesse di chi vive in una cella e di chi sta fuori.

Abbiamo istituti penitenziari sovraffollati e un alto tasso di suicidi. Questa figura servirà anche a migliorare le condizioni di lavoro degli agenti della Polizia penitenziaria e darà un contributo prezioso alle tante associazioni che operano nelle carceri, per il riscatto sociale dei detenuti.

L’Unione Europea ha più volte richiamato il nostro Paese per le condizioni in cui vivono i detenuti italiani. Il Garante potrà dare un contributo anche in questa chiave”.