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Due rapinatori di Chiavari incastrati dal Dna

Arrestati fratelli pusher, erano conosciuti fin dagli anni ‘80
Il Commissariato Ps di Chiavari

La polizia ha ieri notificato due Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere, del 26 giugno scorso dal GIP del Tribunale di Genova Dott.ssa Paola Faggioni, a carico di R. E., pregiudicato di 38 anni, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Genova-Marassi per la commissione di altri reati e del 30enne albanese M.A., detenuto presso la Casa Circondariale di Torino Lorusso e Cotugno.

Le misure restrittive sono il frutto di un’accurata attività investigativa del Commissariato Chiavari, coordinata dal Sost. Proc. della Repubblica di Genova Dott. Federico Manotti, in relazione ad una rapina commessa il 27 aprile 2017 nei confronti di un laboratorio orafo di Chiavari.

I due malviventi, con il volto travisato ed armati di coltello, avevano minacciato il titolare ed alcuni clienti e si erano impossessati di  monili in oro ed oggetti preziosi per un valore di circa 10.000 Euro per poi fuggire a bordo di uno scooter rubato poco prima.

Di fondamentale ausilio per la risoluzione dell’attività di indagine sono stati gli accertamenti tecnici di tipo biologico molecolare, compiuti dai Gabinetti Regionali di Polizia Scientifica, atti a “mappare” i campioni di DNA rinvenuti dai poliziotti di Chiavari tra Carasco e Leivi, dove i malviventi si erano disfatti del motociclo utilizzato per la fuga e di alcuni capi di abbigliamento.

Oltre al proficuo confronto del “materiale” biologico rinvenuto con i profili genetici dei due indagati, fondamentale è stata anche l’analisi dei sistemi di video sorveglianza del Comune di Chiavari e di quelli vicini che hanno permesso di raccogliere importanti elementi di riscontro circa le responsabilità dei due, nonostante le cautele da loro adottate con vari travisamenti.

Ecco le immagini riprese dalle telecamere