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Don Valentino toglie il Ponte Morandi dal presepe: chiedo scusa ai parenti delle vittime

La lettera aperta pubblicata su Fb da don Valentino Porcile

Ieri è stato tolto dal presepe il Ponte Morandi, dopo che nei giorni scorsi il manufatto era stato oscurato con un telo a seguito di alcune polemiche. Lo ha annunciato don Valentino Porcile, che aveva portato avanti l’iniziativa nella Chisa dell’Annunziata a Genova Sturla, ma aveva ricevuto alcune critiche dai parenti delle 43 vittime del tragico crollo.

“Grazie don Valentino Porcile per la sua scelta – ha commentato una famigliare delle vittime – è davvero rasserenante sapere che al posto del ponte ora ci sono i nostri 43 angeli che brillano”.

Ecco la lettera aperta ai parenti delle vittime, pubblicata da “don Vale” su Facebook.

“Cari tutti, sono don Valentino Porcile. Mi permetto di prendere carta e penna e di scrivervi, scrivere a voi direttamente. Con qualcuno di voi ci conosciamo, con qualcuno ci siamo conosciuti solo al telefono. Con molti di voi ci siamo visti in un’occasione triste, dove tutti noi – e voi per primi – non avremmo mai voluto essere.

Vi scrivo per chiedervi scusa, per aver fatto soffrire il vostro cuore. Un segno sacro, pensato e fatto ‘per voi’, è diventato un segno che vi ha ferito. Non posso non chiedervi scusa, e non posso non farlo anche pubblicamente, vista l’eco che questo aveva avuto.

Ho ascoltato le vostre parole, le ho lasciate entrare nella testa e nel cuore. Ho voluto aspettare qualche giorno, per non fare passi su onde emotive, vostre e mie.

Ho fatto togliere il presepe così come era. Ci ho lasciato solo una cosa: il Santuario della Madonna della Guardia. Ci ho fatto aggiungere 43 piccole luci, intorno a quel monte, luci che arrivano fino al Santuario. La notte di Natale, senza gesti particolari, pregherò e chiederò di pregare per i vostri cari e per ognuno di voi.

Il mio compito è curare le ferite, e non di riaprirle. Il pensiero che un presepe (fatto in ottima fede, credetemi) potesse far soffrire anche uno solo di voi, in qualunque parte di Italia, era per me insopportabile. Un controsenso. Spero che questa mia decisione possa, in una qualche misura, almeno aver rimediato a tutto questo.

Abbraccio uno per uno ognuno di voi, e vi sono vicino.

Pubblico questa lettera, già resa pubblica dai parenti delle vittime, sperando che le polemiche ancora accese si spengano. Intorno al presepe, soprattutto con chi ha il dolore nel cuore, bisogna ritrovarsi “uniti e vicini”, come mi ha detto una persona al telefono pochi giorni fa”.