CARROZZIERI LIGURI IN ALLARME, "NO AI NUOVI VINCOLI ASSICURATIVI"
GENOVA 27 NOV. Il settore dei carrozzieri si mobilita contro le due ipotesi di provvedimento al vaglio del Governo e del Parlamento riguardanti la riforma della disciplina sullRc Auto. Riforma che renderebbe obbligatorio effettuare la riparazione di danni e guasti nelle officine convenzionate con lassicurazione. La Liguria non è certo unisola felice per i carrozzieri. Infatti, secondo lOsservatorio regionale dellartigianato su dati Aci 2011, il numero di autoveicoli nella nostra regione è di 523 ogni 1.000 abitanti. Si tratta del dato più basso a livello nazionale, con una incidenza abbondantemente al di sotto di quanto fatto registrare dalla media italiana, pari a 610 auto per abitante; anche laumento veicolare degli ultimi anni è stato inferiore alla media nazionale, in crescita del 1,1%. Questa condizione trova in parte spiegazione dallanalisi della tipologia del parco veicolare circolante in Liguria: nel territorio si registra una minore presenza di autovetture rispetto alla media italiana (63% rispetto al 75% Italia) e una maggiore presenza di motocicli (27% contro il 13% nazionale). Lincidenza più elevata di autovetture si ritrova per la provincia di La Spezia (68% del totale), a Savona del 62,8%, mentre per Imperia e Genova si registrano le incidenza minori (rispettivamente 61% e 62%).
«A causa della crisi sempre più famiglie rimandano la riparazione della propria auto con il risultato che sulle nostre strade circolano mezzi sempre meno sicuri, con grave danno per la sicurezza stradale e uninnegabile perdita economica per gli operatori del settore della riparazione di autoveicoli». Così Pino Pace, presidente regionale di Confartigianato Carrozzieri, lancia lallarme di un settore, rappresentato in Liguria da circa 800 operatori, che in questi giorni è col fiato sospeso anche per le decisioni al vaglio di governo e parlamento. «Attualmente spiega Pace sono al vaglio a Roma due provvedimenti che la nostra categoria ritiene fortemente lesivi sia per gli automobilisti sia per gli operatori stessi e che, se passeranno, metteranno a rischio la sopravvivenza di due terzi delle 17mila officine che oggi operano sul mercato». Lattenzione dei carrozzieri è puntata sul pacchetto di norme nel settore assicurativo, sul quale sta lavorando il sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari, e sulla risoluzione, primo firmatario Yoram Gutgeld, in discussione presso la commissione Finanze della Camera. «In entrambi spiega Pace - si renderebbe di fatto obbligatorio il risarcimento in forma specifica, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con lassicurazione. In tal modo, oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, si metterebbero in ginocchio la stragrande maggioranza delle imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione». La categoria denuncia, inoltre, che lobbligo del risarcimento in forma specifica è incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, dove viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse obbligatorio, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale (risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile). A dar ragione alle Associazioni di categoria dei carrozzieri è anche il decreto legge CrescItalia varato il 24 gennaio 2012, dal quale, grazie alle battaglie delle tre Associazioni, è stata eliminata proprio una norma che avrebbe limitato la libertà dei cittadini e altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto. «Nel pacchetto di riforme proposte dal ministero dello Sviluppo economico aggiunge Pace cè anche linvalidazione della cessione del credito: in pratica, se passasse questa misura, lautomobilista danneggiato non potrebbe più scegliere di lasciare il credito di risarcimento assicurativo al proprio carrozziere affinché questultimo possa effettuare la riparazione. Infine, le compagnie di assicurazione vorrebbero abbassare i tempi per la richiesta di risarcimento danni, oggi fissati a 24 mesi, con conseguente limitazioni allutente finale».