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Brignole, rapinano coetanei di cellulari e denaro: arrestati quattro giovani

Polizia (foto di repertorio)

Gli agenti della Polizia di Genova nei giorni scorsi hanno arrestato quattro giovani, tre italiani e uno del Bangladesh di età compresa tra i 18 ed i 21 anni, per rapina aggravata continuata in concorso.

La notte fra domenica e lunedì scorso, le volanti della Questura e del Commissariato Centro sono intervenute in via Fiume, dove un giovane era stato rapinato per strada da due persone.

La vittima ha raccontato di essere stata malmenata e minacciata con un oggetto appuntito da due giovani, uno italiano e uno straniero, che lo hanno rapinato dello smartphone e del denaro che custodiva nel portafoglio.

Sul posto i poliziotti hanno trovato e sequestrato un cacciavite, abbandonato dai rapinatori prima della fuga.

Alcuni minuti più tardi, sono arrivate le segnalazioni di altre due rapine commesse in sequenza da due giovani, la cui descrizione corrispondeva a quella degli autori della prima rapina, accompagnati questa volta da due giovani donne che secondo la Polizia hanno avuto parte attiva nei reati.

La sequenza degli episodi ha indicato che i quattro da via Fiume si erano spostati verso la Stazione Brignole e da lì in direzione Sant’Agata.

Con l’intervento di altre due volanti e del Commissariato San Fruttuoso, i fuggiaschi sono stati quindi intercettati all’angolo tra Via Canevari e Corso Montegrappa, dove hanno tentato di disfarsi della refurtiva nascondendola sotto un’edicola.

Gli agenti hanno recuperato due cellulari rubati e sequestrato un piccolo armamentario fatto di tre cacciaviti, un coltello a serramanico, un coltello multiuso, una pinza, una chiave inglese ed una pietra.

I giovani sono stati denunciati e gli smartphone restituiti ai legittimi proprietari.

Inoltre, è stata recuperata e restituita alla vittima della rapina una banconota da 50 euro, che una delle giovani aveva nascosto nella cover del suo smartphone.

Gli arrestati, tre dei quali con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, tutti residenti in provincia di Imperia, sono stati rinchiusi nelle carceri di Marassi e Pontedecimo.