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Auto rubate, pezzi inviati in Marocco via Genova e Savona: 12 misure cautelari

Giro di auto rubate in Piemonte: pezzi di ricambio inviati in Marocco via Genova e Savona

Stamane a Torino gli investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito dodici misure cautelari nei confronti di altrettanti italiani, romeni e nordafricani nell’ambito di un’indagine della polizia stradale su un giro di riciclaggio di auto rubate dal Piemonte al Marocco.

Sette persone sono finite in carcere, altre tre ai domiciliari, mentre nei confronti di due componenti della banda è stato disposto l’obbligo di firma.

Le vetture rubate – Fiat, Audi, Mercedes, Bmw e Jeep – venivano smontate a pezzi da alcuni autodemolitori dell’hinterland torinese.

Il materiale veniva poi ceduto a carrozzieri maghrebini che, con autocarri e container, li inviavano illegalmente in Marocco, via Genova e Savona, per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.

Nel procedimento è stata contestata la ricettazione di 32 vetture per un valore complessivo di 400mila euro.

L’indagine della Polizia di Stato si è iniziata alla fine di gennaio del 2019, quando all’interno di un’autodemolitore abusivo alla periferia di Torino, è stata trovata dagli agenti una Jeep Grand Cherokee 3.0 V6 che era stata rubata pochi giorni prima a una concessionaria di Cuneo.

La vettura era stata smontata completamente e alcune parti (addirittura il motore) erano già stati già caricati su un autocarro di proprietà di un marocchino di 36 anni.

Il nordafricano si è detto all’oscuro del traffico, ma gli investigatori, che hanno continuato a tenerlo sotto controllo, sono convinti che sia la figura centrale della banda.

Nel corso dell’indagine c’è stato anche un blitz nei porti di Savona e Genova, dove sono stati recuperati e sequestrati un camion e un container stipati di parti di carrozzeria di veicoli rubati in provincia di Torino.

La merce era stoccata in un capannone a Cumiana (Torino) e in alcuni box nel capoluogo piemontese.

Della fase di smontaggio si occupava un demolitore torinese di 52 anni, residente a Leini, già noto alle Forze dell’ordine per episodi analoghi.