L’agonia è finita, ora comincia l’inferno!

Ennesima partita della vita affrontata in maniera sufficiente e senza nerbo a dimostrazione che puoi cambiare quattro allenatori ma chi è sceso in campo non ha meritato assolutamente di indossare la maglia blucerchiata.
Consiglio vivamente che i nomi di questi 40 calciatori utilizzati vengano scolpiti sui muri di Bogliasco per ricordarli con disprezzo per sempre.
Non hanno quasi mai onorato la maglia indossata ed i numeri confortano questa
tristissima realtà con solo otto vittorie.

La società, poi, è riuscita nel record negativo di scendere di categoria con la prima squadra, la Primavera e le Women.
Con il secondo monte ingaggi e un passivo di esercizio di quaranta milioni Manfredi e soci sono riusciti a portare la Sampdoria in Lega Pro. Ed ora la situazione economica ricomincia a preoccupare non poco.
Con il senno di poi era meglio fallire che subire questa onta sportiva sul campo.
La partita in sé ha confermato la sterilità offensiva e la inadeguatezza totale del
centrocampo che non riesce assolutamente a costruire, inserirsi e tirare in porta.

E’ pur vero che Niang si è mangiato un gol e che la Juve Stabia non mai inquadrato la porta di Cragno.
I risultati delle squadre concorrenti hanno continuato a remare contro… ma perché le avversarie sono riuscite ad invertire la rotta e la Sampdoria no???
All’andata 20 punti, al ritorno 21 per una costante che ha portato la squadra a non cambiare marcia nonostante le svariate rivoluzioni.
Nemmeno la sampdorianita’ di Mancini, Evani e Lombardo e’ stata recepita nello spogliatoio e solo i tifosi si sono fatti, come sempre, emotivamente fatti coinvolgere.

Dopo l’ultima giornata Sassuolo e Pisa direttamente in serie A, Spezia e Cremonese ai playoff, Juve Stabia, Catanzaro, Cesena e Palermo ai preliminari di playoff; mentre Frosinone e Salernitana ai playout, Sampdoria, Cittadella e Cosenza retrocesse direttamente.
Ed ora Genoa nella massima categoria, Entella nel torneo cadetto e Sampdoria in Lega Pro, forse, con il Sestri Levante. ALBERTO SQUERI
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