“Abbiamo tutti le risposte alle foto contraffatte, ai montaggi creati per screditare persone e movimenti, agli accostamenti strumentali. Non è una novità che certa destra e una schiera di detrattori agiscano così: è il modus operandi di chi non ama il prossimo come se stesso. Quando la realtà si fa oggettiva e incontrovertibile, qualcuno corre a costruire caricature.
Per rispondere a queste falsità, propongo due immagini di cui siamo testimoni o protagonisti: la prima, scattata il 30 agosto 2025, racconta la pienezza degli intenti di chi non rinuncia al prossimo, alla giustizia e alla pace; la seconda, un’istantanea di decenni di apartheid in Palestina, mostra le conseguenze disumane di un deserto morale di chi continua a perpetrare il genocidio.
Scegliamo di essere sostanza, non rumore. Scegliamo di essere verità che sedimenta, non polvere che vola via come le falsità. A loro lasciamo il vuoto del populismo becero, che si nutre del nulla.
E in questa corsa sfrenata c’è un punto sul quale non bisogna arretrare, soprattutto da genovesi, eredi di una storia di Resistenza che oggi consente anche a loro di esprimersi in libertà: si vuole relegare la Resistenza nell’oblio della storia. Ma noi siamo qui, in carne e ossa, a ricordare che la Resistenza esiste, e persiste”.
Intervenendo di nuovo sul caso dell’arresto del pro Pal Mohammad Hannoun e di altri 8 islamici, lo ha dichiarato ieri sera su fb il consigliere comunale di Genova Simohamed Kaabour (Pd), noto in città anche per avere rilanciato il progetto di una grande moschea a Genova (alcuni parlano di un edificio di 1200 metri quadrati a Rivarolo).
In tal senso, nel dicembre 2024 il rappresentante del Pd aveva perfino presentato un ordine del giorno a Tursi (al momento mai rinnegato) facendo tornare in auge il tema della grande moschea a Genova (in città risulterebbero già esistenti 13 centri culturali islamici).
Il documento, quindi, era stato bocciato dall’aula grazie alla Lega e al centrodestra, ma ora, con la sindaca Silvia Salis, il Pd potrebbe tornare alla carica in consiglio comunale e fare andare avanti il programma della grande moschea a Genova che, peraltro, anni fa si era arenato con la giunta Vincenzi anche per merito di una consistente raccolta di firme e di una grande mobilitazione popolare contro il progetto islamico al Lagaccio.
Sempre su fb, all’indomani del maxi blitz della Dda Antiterrorismo e della Digos genovese, che ha portato agli arresti del Pro Pal Hannoun e di altri 8 islamici con 25 indagati, accusati di avere finanziato i terroristi palestinesi di Hamas per oltre 7 milioni di euro, sottraendo anche fondi raccolti invece per la popolazione civile di Gaza, il consigliere comunale del Pd aveva già espresso le sue posizioni.
“Il caso del dott. Mohammad Hannoun – aveva dichiarato il consigliere comunale del Pd sul suo profilo fb il giorno dopo il maxi blitz – è al centro di un dibattito pubblico che rischia di distogliere l’attenzione dal genocidio in corso, viste le affermazioni in blocco di tutta la destra e simildestra, locale e nazionale.
Le autorità giudiziarie italiane e le forze di polizia hanno disposto arresti e misure cautelari nei confronti di diverse persone, tra cui Hannoun, nell’ambito di un’inchiesta su presunti finanziamenti a entità legate a Hamas attraverso alcune associazioni considerate strumentali a tale scopo.
Come rappresentante istituzionale, voglio innanzitutto ribadire un principio fondamentale: la giustizia farà il suo corso in piena autonomia e indipendenza, sulla base delle prove, delle indagini e delle decisioni dei magistrati.
Detto questo, è altrettanto chiaro che le accuse mosse a chiunque, soprattutto quando riguardano reati così gravi come il finanziamento al terrorismo, richiedono una rigorosa verifica fattuale e la massima trasparenza.
Al contempo non possiamo ignorare alcune perplessità sul contesto più ampio in cui questa vicenda si inserisce.
Le indagini sul dott. Hannoun non sono recentissime: era già finito nell’attenzione delle forze dell’ordine e, in passato, una prima fase investigativa si era chiusa con un’archiviazione.
Hannoun ha sempre vissuto apertamente la sua posizione politica, dichiarando il proprio impegno per i diritti del popolo palestinese e l’autodeterminazione, e partecipando pubblicamente a manifestazioni e iniziative di solidarietà.
Hannoun è residente in Italia da oltre 40 anni, è figura conosciuta nella comunità, senza alcun percorso di “invisibilità” o clandestinità.
In quest’ottica, è legittimo interrogarsi: in che stato è la nostra sovranità democratica quando la percezione politica di una causa, in questo caso la solidarietà verso la Palestina, tende a essere automaticamente associata a una narrazione di pericolosità o “fiancheggiamento” di estremismi?
E ancora: la distinzione tra opinioni, mobilitazioni civili e reati accertati è sempre rispettata con rigore e equilibrio?
Come amministratore e come cittadino, affermo con chiarezza: la lotta al terrorismo è necessaria e va garantita; la libertà di espressione e di mobilitazione pacifica è un valore costituzionale; il dibattito pubblico deve restare basato sui fatti, non su semplificazioni strumentali.
Non possiamo ignorare la strumentalizzazione in atto della vicenda per delegittimare la mobilitazione di migliaia di persone che, negli ultimi mesi, sono scese in piazza per i palestinesi, chiedendo rispetto della dignità umana e del diritto internazionale. Quelle piazze si sono mosse nel quadro dei diritti costituzionali italiani e dei principi del diritto internazionale, e questa è una legittimità che non può essere messa in discussione.
Non accettiamo la strumentalizzazione politica della destra, che non perde occasione per piegare i fatti alla logica del populismo più becero, criminalizzando la solidarietà, le richieste di pace e i valori costituzionali che tutelano libertà, pluralismo e autodeterminazione dei popoli. Chiedere pace e giustizia non è un reato: è un dovere civile.
Invito tutte le istituzioni e le forze politiche a evitare di utilizzare questa vicenda per strumentalizzazioni ideologiche, ricordando che rispetto per lo Stato di diritto, pluralismo e sicurezza democratica sono valori compatibili e non contrapposti”.
Non perdere gli ultimi aggiornamenti su cronaca, eventi e politica in Liguria! Iscriviti ai canali di Liguria Notizie diTelegram, Facebook,Twitter e YouTube





















































