“I nostri ospedali sono al collasso, al punto da richiamare capitoli emergenziali che credevamo appartenessero al passato. Oggi, al San Martino e al Galliera di Genova, dove ho effettuato due sopralluoghi in seguito alle segnalazioni ricevute, sembrava di essere ripiombati nei mesi più drammatici della pandemia da Covid-19 o di vivere in un teatro di guerra, come del resto accade non lontano da noi, nell’indifferenza di una politica che guarda solo al profitto”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Stefano Giordano (M5S) a margine di due sopralluoghi nei Pronto soccorso del San Martino e dell’ospedale Galliera, dove numerose ambulanze erano bloccate agli ingressi (al Policlinico addirittura una dozzina).
“È da questa mattina – ha aggiunto Giordano – che i Pronto soccorso genovesi sono intasati da centinaia di barelle. Malati che urlano e chiedono aiuto, infermieri che corrono da un paziente all’altro nel tentativo di offrire loro conforto, medici letteralmente in trincea.
Plaudo ai lavoratori della sanità che, con grande fatica e senso del dovere, portano a termine giornate infernali.
Sacrifici che la Regione Liguria, nella sua corsa forsennata verso la privatizzazione, ha evidentemente scelto di ignorare.
Siamo alle porte del peggior bilancio sanitario del centrodestra ligure. Si fanno sempre più insistenti, infatti, le voci di centinaia di milioni di euro di passivo. Altro che ‘buchetto’ come sostiene la giunta Bucci.
E siamo anche alla vigilia di una riforma senza né capo né coda, bocciata dai medici ancora prima di nascere, peraltro senza alcun confronto, dove la parola ‘bisogno’ è stata sostituita da un irricevibile ‘riordino’ verticistico.
La riforma targata Bucci-Nicolò sarà la Caporetto del servizio sanitario regionale. La prova che siamo ai titoli di coda arriva dai Pronto soccorso genovesi, dove ogni cittadino in attesa su una barella svela le bugie del presidente Marco Bucci e dell’assessore regionale all Sanità Massimo Nicolò (FdI).
Bugie che presto saranno puntualmente smentite anche sul fronte delle liste d’attesa”.




















































