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Caso Giurato, Gambino e Salis. Pastorino parla di dossieraggio: inquietante

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Capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa)

“Quanto emerge in queste ore dalle indagini della Procura di Genova è inquietante. Un presunto dossieraggio costruito a tavolino, in piena campagna elettorale, per screditare Silvia Salis. Un fatto gravissimo che, se confermato, travalica ogni limite del confronto politico e mina le basi della nostra democrazia”.

Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale Gianni Pastorino, capogruppo della lista “Andrea Orlando Presidente” e rappresentante di Linea Condivisa.

“Credo profondamente – ha aggiunto Pastorino – nei principi dello Stato di diritto. Chi è indagato ha diritto a difendersi e nessuno può essere condannato prima che la magistratura abbia svolto fino in fondo il suo lavoro. L’ho sostenuto in molte altre occasioni e lo ribadisco oggi.

Ma non posso non aggiungere due considerazioni.

La prima: la campagna elettorale di queste settimane a Genova è stata tra le più velenose a cui abbia mai assistito. Un’aggressività personale, quella rivolta contro Silvia Salis, che non ha precedenti, pur avendo partecipato e osservato decine di competizioni elettorali.

La seconda: quando la politica smette di confrontarsi sui programmi e inizia a colpire sul piano personale, quando emergono strategie per demonizzare l’avversario anziché convincere le cittadine e i cittadini, si esce dal perimetro democratico. Questo non è più confronto, è sabotaggio del dibattito pubblico.

Se tutto questo fosse vero, ci troveremmo di fronte non solo a reati ma a un uso distorto delle istituzioni, dei ruoli pubblici, persino della Polizia Locale. Ecco perché, al di là degli esiti giudiziari, è urgente aprire una riflessione sui poteri che i politici esercitano e su come imparare a difenderci da chi abusa del proprio ruolo per fini personali o partitici.

Mi auguro davvero che l’inchiesta si chiuda senza riscontri, per il bene della città e della politica. Ma intanto bene fa la magistratura a intervenire e a richiamarci a un principio semplice e inviolabile: la democrazia non si manipola. E non si infanga per vincere un’elezione”.

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