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Alcune riflessioni del Sappe sul suicidio del detenuto a Sanremo

Lega con Sappe: detenuti coccolati, poliziotti abbandonati da Governo e Orlando (Pd)
Agenti del Sappe in manifestazione a Marassi (immagine di repertorio)

In merito al drammatico episodio che ha visto un detenuto suicida nel carcere di Sanremo il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe fa alcune riflessioni.

“Si è verificato – spiega il segretario del Sappe Michele Lorenzo – un altro grave episodio che si somma ad una lunga serie di eventi critici per la maggior parte di essi causati da detenuti con evidenti problemi di carattere psichiatrico.

Un detenuto italiano, di circa 50 annisi è suicidato impiccandosi nel carcere di Sanremo. Secondo caso dall’inizio dell’anno nelle carceri liguri.

Dopo che la notizia è circolata all’interno delle sezioni è scattata un’assordante protesta da parte dei detenuti del carcere matuziano.”

“E’ tanto inspiegabile quanto inconcepibile – prosegue Lorenzo – un’altra sconfitta per lo Stato. Il detenuto suicida era ristretto in un reparto, disposto su più piani, che ne ospita circa 50, controllati da un solo agente. Ora sarà compito degli inquirenti far luce sulla dinamica e le motivazioni dell’insano gesto.”

“Questo è il paradosso in un carcere che presenta molte lacune – prosegue il Sappe – che abbiamo sempre denunciato e mai ascoltati, come l’assenza di un costante sostegno psichiatrico necessario per la salute mentale dei molti detenuti che presentato problemi psichiatrici di vari livelli, una forte carenza di personale della Polizia Penitenziaria, i più dei quali sono in servizio presso altri istituti quando, invece necessita la loro presenza a Sanremo ed anche l’assenza di un necessario dialogo sindacale utile per organizzare il sistema sicurezza di quel carcere.

Serve una riorganizzazione sicuramente radicale del sistema penitenziario italiano ma soprattutto delle carceri liguri private dal 2015 dell’istituto di Savona, della Residenza per la cura dei detenuti psichiatrici (REMS di La spezia) quest’ultima benché da qualche anno ultimata non è ancora operativa con un grave disagio per la cura dei detenuti con evidenti problemi psichiatrici.

Ora speriamo che la magistratura metta insieme tutti i tasselli delle anomalie di Sanremo e delle carceri liguri, non attribuendo la colpa del custode all’agente di turno che nulla può da solo con 50 detenuti.”

Ci domandiamo – conclude il Sappe Liguria – a chi oggi è demandata la gestione delle carceri della Liguria e che il Ministro Marta Cartabia invii, su Sanremo, un’inchiesta amministrativa.

Speriamo oggi che si svegli l’interesse per il sistema penitenziario nazionale e che nella riforma della Giustizia ci sia spazio per rivalutare i compiti della Polizia Penitenziaria ma soprattutto ripianarne l’organico.”