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E Toti dice ‘belin non precipitatevi in coda’: aperti alimentari, tabaccai, edicole e altro

Governatore ligure Giovanni Toti

“È quasi mezzanotte. Ho ascoltato in ufficio il Presidente Conte annunciare le ultime misure per il contenimento del coronavirus. Come già avevo detto al Governo e come ho confermato stasera, la Liguria le applicherà pienamente.
Da domani chiuderanno i negozi non indispensabili alla nostra vita (alimentari, supermarket, farmacie, tabacchi e edicole restano aperte, quindi non precipitatevi in coda, belin!!!)”.

Lo ha dichiarato su Facebook il governatore ligure Giovanni Toti.

Aperti artigiani, Poste, banche, benzinai, edicole, tabaccai, autogrill. La lunga lista

“Resteranno aperte – ha aggiunto Toti – le fabbriche, gli uffici pubblici che servono, le banche per le nostre necessità quotidiane, le assicurazioni. Domani avremo modo di chiarire meglio ogni dettaglio.

So che c’è paura e lo capisco ma credo invece che debba prevalere la consapevolezza che ce la faremo. Il nostro Paese sopravviverà, ovviamente, anche a questo momento difficile e doloroso.

Mi scrivono molti tra coloro che domani andranno comunque a lavorare. Mi scrivono con preoccupazione, lo comprendo. E un pensiero infatti va proprio a loro. Va a quegli uomini e a quelle donne che certamente domani saranno al fronte rischiando del proprio: medici, infermieri, operatori sanitari, personale di Protezione Civile, molti dei quali volontari.

Ognuno deve essere consapevole e orgoglioso del proprio ruolo. E deve essere generoso e coraggioso: abbiamo bisogno che le fabbriche producano, che gli alimentari diano il cibo, i farmacisti le medicine, gli uffici pubblici preparino le pratiche dei rimborsi e della cassa integrazione e gli aiuti alle famiglie e ai cittadini che avranno bisogno di sostegno.

Abbiamo bisogno che giornalisti e operatori della comunicazione continuino a informare con puntualità e precisione. Abbiamo bisogno di ognuno di voi.

E agli altri chiediamo il sacrificio, neanche troppo gravoso, di stare in casa per il bene di tutti. Il primo pensiero di ogni cittadino oggi deve essere: cosa posso fare io per il mio Paese? Non può essere invece: perché io, perché proprio io devo andare avanti?

Se avessero ragionato così i nostri bisnonni, nonni e genitori oggi non vivremmo nel grande Paese democratico che siamo: nessuno avrebbe combattuto per costruire questa Italia, dagli eroi del Risorgimento ai partigiani.

Proprio le nostra generazione, che non ha mai vissuto guerre e tragedie epocali dei secoli scorsi, e si è trovata molti diritti senza bisogno di lottare per guadagnarseli, deve dimostrare di essere all’altezza. E tenere oggi una fabbrica aperta o un ufficio funzionate non equivale al sacrificio dei fanti sul Carso o alle montagne della Resistenza, consentitemelo.

Dobbiamo essere coscienti che è il momento della responsabilità e del dovere. Sia il piccolo dovere di stare a casa, sia il dovere grande di uscire per mandare avanti l’eredità che abbiamo ricevuto.

Cerchiamo tutti, chi ha paura, chi ha il peso della responsabilità di scelte gravi, chi ha l’impegno di salvare vite, chi ha semplicemente il compito di tenere acceso un filo di speranza, cerchiamo tutti di essere all’altezza dell’eredità di chi ha fatto l’Italia per noi.

Lo dobbiamo alle generazioni passate, alle generazioni future e alla stima che dobbiamo continuare ad avere per noi stessi. Lo dobbiamo al nostro passato e al nostro futuro. Forza, che uniti ce la facciamo! Viva la Liguria e viva l’Italia!”.