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Ilva Cornigliano, incontro a Roma con Calenda. Vella (Cisl): garantire l’occupazione

Si è tenuto questa mattina l’incontro programmato su l’Ilva di Genova, alla presenza del Ministro Carlo Calenda, del Sottosegretario Teresa Bellanova del presidente della Regione Giovanni Toti, dell’assessore allo Sviluppo economico Edoardo Rixi, dell’assessore al Lavoro Gianni Berrino, del sindaco Marco Bucci e dei rappresentanti nazionali e territoriali di Fim, Fiom, Uilm e Cgil, Cisl e Uil.

L’incontro odierno ha avuto come oggetto la verifica dell’accordo di Programma sul sito di Genova. Accordo stipulato tra: Governo, Regione, Comune, organizzazioni sindacali e Ilva nel 1999 e integrato successivamente nel 2015. L’accordo prevede in sintesi la chiusura dell’area a caldo, avvenuta nel 2005, la bonifica e riqualificazione delle aree e la salvaguardia occupazionale dei lavoratori (all’epoca circa 2200 oggi circa 1500) e la concessione demaniale all’Ilva dell’intera area per 65 anni.

“ArcelorMittal – spiega il segretario generale Fim Cisl Liguria Alessandro Vella – ha confermato quanto già detto alla presentazione dell’intero Piano di rilancio di Ilva, cioè che Genova rappresenta un asset di massima importanza. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare la capacità del sito al massimo della sua capacità produttiva, avviando anche la messa in produzione di nuovi prodotti.

Per quanto riguarda l’uso di tutta l’area Ilva Genova, che è di circa 1milione e 200 mila metri, l’azienda ha affermato che userà la maggior parte dell’area, ma ha chiesto un confronto con il Comune di Genova oltre che sulle aree destinate alla produzione, anche su quelle che non saranno utilizzate, e come dovranno essere recuperate e bonificate per uso pubblico.

Oggi a Genova Ilva occupa 1490 lavoratori di cui 370 in cassa integrazione straordinaria, che integrano lo stipendio con lavori di pubblica utilità. Non basta più la semplice solidarietà delle istituzioni: dire che l’accordo di programma ha una sua validità ma poi non trova una concretezza nella pratica non ha alcun senso. Come è stato fatto nel passato, siamo d’accordo a una sua revisione per renderlo operativo e garantire l’occupazione, lo sviluppo, le produzioni, e i necessari investimenti e bonifiche per Genova.

Per noi restano però da chiarire alcuni aspetti del Piano Industriale relativi alla necessità di un maggiore investimento sulla banda stagnata e nuovi prodotti, e sulla possibilità di avviare un ragionamento rispetto alla ricerca e sviluppo di materiali piani a Genova”.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 30 e 31 gennaio al Mise.